Damini Macelleria & affini
Tel. 0444 452914
Sempre aperto dalle 9
Chiuso lunedi
Come fa una macelleria a prendere la stella? Se lo stanno chiedendo tanti titolari di bracerie in questi ultimi anni che hanno realizzato bellissime strutture e propongono carni di qualità. Bene, tutti coloro che sono in cerca di stella dovrebbero venire qui per mangiare e capirebbero che oltre ai bei locali e buoni prodotti aiuta la tradizione di famiglia, in questo caso quarta generazione e cento anni di lavoro nel settore carni, tanta passione, come quella che trasmette Gian Pietro Damini in sala, al punto da sembrare un cliente che si è alzato, ma soprattutto cucina, cucina e cucina vera, come quella del fratello Giorgio Damini che ha maturato esperienze lunghe da Perbellini e dai Santini al Pescatore.
Il locale ha aperto nel 2007 con la riunione dei due fratelli, la stella è arrivata, inaspetatta, nel 2014. Venire qui non significa infatti mangiare solo buona carne, ma divertirsi da matti. Prima dell’orgasmo a tavola, farete un po’ di petting nel negozio, una vero e proprio emporio del meglio che offre l’Italia che sembra uscito da una fiaba di Andersen. Dalle carne ai formaggi, agli oli, alle conserve, sino naturalmente al vino che è poi allo stesso tempo shop e carta da cui scegliere quando ci si siede nella sala appartata che ha conquistato la stella.
Come potete vedere, forse il primo segreto del successo dei fratelli Damini è proprio lo stacco che si riesce a creare tra il negozio e la sala da pranzo, una sorta di studio legale o notarile, molto elegante, fine e non pesante. Fra i mobili e i libri della Treccani ti senti subito a casa e non vedi l’ora di cominciare.
A questo punto iniziano le danze.
Cosa si mangia da Damini&Affini: il menu di Giorgio
Il menu è pensato per esaltare al massimo il prodotto, per cui le tartare, i carpacci, il piccolo hamburgher, la sopresa delle lumache e del ravioli ripieni di formaggi sono già di per se un motivo per venire qui. A questo punto c’è però la divaricazioni con quello che succede altrove: invece della bisteccona fumante con contorno arrivano piatti di alta gastronomia, come il coniglio, il piccione, tra i più buoni in assoluto con la genialata degli spaghetti di soia che accmpagnano i suoi fegatini, il filetto con il pure. Un crescendo rossiniano pazzesco, di vera alta cucina che ha anche il merito di manifestarsi in un momento in cui i secondi di carne stanno quasi sparendo dal fine dining. I fornitori sono di qualità e hanno rapporti con la famiglia di sempre. Dovremo aggiungere anche carni di capretto, che fa una fugace apparizione insieme all’orzo, agnello. Insomma, di tutto di più.
CONCLUSIONI: LA CUCINA DI GIORGIO DAMINI
Abbiamo fatto una cena assolutamente appagante: la qualità del prodotto era altissima, la cucina che ha saputo interpretarlo con coraggio, il divertimento continuo delle portate, un servizio ineccepibile in una sala piena (sia pure soli di 24 posti), grandissima cultura del vino con un merlot veneto da sballo che è stata la chicca della serata pur essendo entrato in scena Les Pucelles di monsieur Leflaive.
Tutto, ha funzionato tutto.
Spendete dagli 80 ai 150 a seconda delle portate, vini esclusi.
Non ci resta che tornare per una caprettata, dalla testa ai piedi.
Ristorante Damini&Affini Arzignano
Dai un'occhiata anche a:
- Guido ristorante e la famiglia Alciati in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, Serralunga
- Clinica Gastronomica Arnaldo è la stella Michelin più longeva d’Italia, dal 1959
- Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, I Santini rappresentano il belpaese che fu, che è e forse non ci sarà più. Viaggio nel tristellato più longevo d’Italia
- Biella, si va al Piazzo. Nel borgo antico l’Osteria Due Cuori racconta la vera cucina del territorio
- A Cucina Rambaldi a Villar Dora, Rambo corre come una lambo
- Venissa: la magia del Wine Resort a Venezia
- Un nuovo chef per un’antica tradizione: Fabio Zammarano al Costantini di Tarcento (Ud)
- Le Officine dei Marini: la cucina concettuale di Paolo Daghini a Pistoia