Luciano Pignataro Wine & Food Blog

Ristorante Carbonella a Patti, la brace viva del mare dello Stretto

Carbonella - gianluca e federica

di Marco Contursi

Patti in inverno è suggestiva, poche anime, il mare. Proprio dove inizia la marina Gianluca Farina ha aperto tanti anni fa il suo ristorante: Carbonella.

Carbonella - la sala

Nome Omen, qui una splendida brace a vista la fa da padrona. Che bello, era una vita che sognavo una cena tutta brace, dove il crepitio del fuoco e l’odore della legna che arde permea le narici e scalda il cuore.

Brace viva, cottura primordiale, oggi desueta, si preferisce friggere e basta. Ma il fuoco è vita, è l’anima pulsante della cucina di un tempo che non conosceva gas o induzione ma solo fiamma ardente.

Il vino me lo sono portato dalla degustazione mattutina presso cantine Lipari, un 2017 che giaceva sonnacchioso su una mensola a far bella mostra di sé e che io ho aperto, presagendo cose buone. Non mi sbagliavo, colore carico ma lucente, naso pulito, camomilla, frutta bianca matura, una elegante nota balsamica a chiudere. Chapeau.

Gianluca parte alla grandissima con alici a beccafico e frittelle di pescetti, note iodate a morire. Ma quando inizia ad andare di brace il gioco si fa assai serio e le emozioni nuove e intense: pescetti in foglia di limone alla brace.

Profumi, sapori, consistenze, essenze, chiudo gli occhi e mi sembra di sentire ancora quel sapore di mare e limone bruciato che mi ha pervaso prima il palato e poi la mente. Un piatto di una intensità aromatica incredibile, che faccio fatica finanche a descrivere. Ma quando Federica Caleca, chef giovane ma assai capace, affianca Gianluca alla brace, non sai mai fin dove potranno spingersi, callosa seppia con mandorle, moscardino locale e salmoriglio e il piatto più sconvolgente della serata, una ostrica alla brace con stilla di olio e peperoncino piccante.

Una roba pazzesca, un allungo palatale infinito che mette in ombra anche il pur buonissimo spaghetto alla eoliana, un trionfo di alici, olive, finocchietto selvatico e mollica atturrata. La brace sfrigola e ci finisce un pesce scantaro dall’occhio vispo, e delle bracioline messinesi che erano di un buono voluttuoso.

Pesce freschissimo, cottura millimetrica, sapore autentico di mare. Uno spicchio di arancia sanguinella e un gelo sempre di arancia chiuderanno un pasto il cui ricordo piacevole mi accompagnerà a lungo. Prezzo medio 50-70, soldi benedetti. BENEDETTI!!!

 

Ristorante Carbonella
Via F. Zuccarello 2 Patti (Me)
tel 0941 361112

 


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