di Marco Galetti
Viviana e Sandrina danno il benvenuto, con tanto di firma, sulla carta del ristorante, ma oggi le intravedo appena e ritrovo il limite apparentemente invalicabile di molti stellati che a pranzo diminuiscono i prezzi e, in modo direttamente proporzionale, le attenzioni.
Qualche ora fa ho varcato la soglia di Alice, al secondo piano di Eataly, nella sede che fu del glorioso Teatro Smeraldo.
Piazza XXV Aprile, che collega Corso Garibaldi a Corso Como, con l’ultimo restyling ha dato respiro, valore aggiunto e bellezza ad una zona che anni fa si presentava con ben altre caratteristiche, solo Porta Garibaldi è ancora lì a ricordarci la vecchia Milano d’impatto meno modaiolo e luminoso ma forse più autentico.
Ecco, forse è proprio questo il valore aggiunto ma anche il limite del mio pranzo del ventotto febbraio che ha generato una notizia buona e una cattiva, con quale cominciamo?
La seconda che hai detto.
Entro in punta di forchetta, col massimo rispetto, poi sarà tutta discesa, fino al Cappuccino un ottimo dessert al caffè con schiuma di latte che precede il caffè vero e proprio servito con una discreta piccola pasticceria.
Alice è un locale milanese, concreto, in moto perpetuo, pulito e luminoso, come un milanese si muove veloce e con efficacia, i sorrisi durano giusto il tempo della sosta dovuta davanti al cliente, c’è poco calore umano, quello che sarebbe dovuto arrivare da chi conduce, dalle due anime di questo locale che indubbiamente funziona, ma, alla milanese, un po’ freddamente, luminosità secondo parametri monostellati, poco calore aggiunto, comunque non dovuto.
Nel confermare la mia prenotazione effettuata ieri sera via mail oggi mi chiedono testualmente “voglia gentilmente informarci in caso di impossibilità a venire al ristorante” che suona molto milanese e suona male, male anche non mi sia stata consegnata la carta dei vini e che lo splendido pane caldo con uno strepitoso burro montato e salato mi siano stati serviti praticamente in contemporanea alla prima delle due portate previste, la pizza fritta con cime di rapa, mozzarella di bufala e ciccioli, vanificando in un colpo solo le due temperature di servizio.
Il piatto del dolce, probabilmente tenuto al freddo, è umido e non è una bella sensazione, quasi come quella di non sentirsi mai dire “andava bene…” per il resto, tranne il fatto che mi è arrivato il conto di un altro, è andato tutto bene.
Ma il benvenuto vero e proprio, quello della cucina, arriva sotto le vesti di un Pacchero fritto con mousse di grana, una Chips di pelle di baccalà e una Polpettina cacio e pepe bella calda, i tre finger food, gentilmente serviti dal simpatico e gentile Michele da Montepulciano (dal sorriso vero) precedono la pizza fritta che da street food, in modo silenzioso ma determinato, all’assaggio assume una nuova denominazione, cibo stellato, frittura solare, mentre a Milano, dalla tavola con vista, del sole nemmeno l’ombra.
I tagliolini cacio e pepe, cotti in essenza di pecorino con 7 pepi e spuma di pecorino, mi hanno fatto emozionare come non mi succedeva da un po’, sono una Rinascita (questo il loro nome in carta) rinascita dei sensi e dei pensieri, sono tagliolini magici che con un colpo di cacio e uno di pepe cancellano tutto quel che ho scritto finora.
Alice Ristorante
Piazza Venticinque aprile,10
Tel. 02 4949 7340
www.aliceristorante.it
Sempre aperto
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