di Gianfrancesco Paci
Ristorante Accussì e la Smorfia a Castiglioncello. Ho sempre pensato, e nel tempo ne ho compreso ragioni storiche e antropologiche, che dentro ognuno di noi, alberghi un cassetto delle emozioni dalle tinte forti. Quello che per molti può essere certamente un colore che caratterizza il proprio carattere, per tutti coloro invece che hanno un “taglio più nordico” e una difficoltà innata nel manifestare emozioni, pur tuttavia non è elemento sconosciuto o brutalmente sopito.
Rimane pur sempre uno stato d’animo. Anche solo un aspetto “minoritario” di come la nostra caleidoscopica psiche scriva nel quotidiano i dettati provenienti da un’origine più alta.
E quando il mio percorso di vita mi ha portato ad approfondire “chi fossi” e “dove andassi”, di sicuro ho scoperto quanto certe realtà rappresentassero per me (e non solo per me) fonte di giubilo e, altre, fonte di tensione. Se in tal senso, andare a Lourdes o Fatima, per un credente, può essere modo di avvicinarsi al Signore in modo da elevare il proprio spirito, per quel che mi riguarda, dopo anni di numerosi viaggi in Italia e all’estero, posso candidamente affermare di avere una città nel cuore che mi lascia ogni volta senza fiato, e, sistematicamente, mi permette di realizzare quanto i miei sensi e le mie emozioni, come lì da nessun’altra parte del mondo, si trovino in festa: Napoli.
E qui, al civico 442 di Castiglioncello, in provincia di Livorno, c’è davvero tanta Napoli.
I nomi che le due strutture ricettive presentano sono di inequivocabile origine partenopea. Ma quelle non sono che il principio…
Dopo decenni di claudicante andamento di un ristorante pizzeria mai decollato (come avrebbe dovuto per onorare l’altisonante nome di Castiglioncello), la struttura, un edificio rustico costruito alla fine del 19’ secolo, è stata presa e rivoluzionata completamente. Al piano di sopra, con camere moderne dotate di ogni comfort e tecnologie ultime, risiede la locanda “La Smorfia”. La reception al piano terra è estremamente ampia e luminosa, ma quel che colpisce è il senso di accoglienza che dall’architettura interna si respira in modo tangibile.
Le camere di sopra sono 10, e, di sotto, anch’essa ultramoderna nell’osservanza di tutti i protocolli del caso, risiede una camera per disabili.
Al piano terra della struttura, il ristorante “Accussì”.
Il posto è veramente particolare. Molto ricercato per risultare sobrio ed elegante ma non radical chic o impegnativo. La sala con gli imponenti archi a vista che ospita 60 persone è davvero bella e, nonostante nella stagione fredda offra il suo “spirito” più caldo, anche in estate risulta molto elegante.
La sala esterna, aperta incondizionatamente da aprile ai primi di ottobre, è la chicca esclusiva. E’ lì che Domenico, il visionario imprenditore napoletano, ci ha visto lungo. Rilevato il locale, non vi era che una selva secolare. Dopo un rapido “disboscamento” e un’organizzazione nel dettaglio, quell’area si è trasformata incredibilmente in un giardino all’aperto, grande ma non dispersivo, protetto dall’alto dai muscolosi, verdi e rinfrescanti pini marittimi, e deliziato da raffinati lampioni e morbide tende color crema.
L’effetto è meraviglioso.
Il comfort non da meno e i clienti, nella stagione estiva, che quest’anno ha toccato picchi di caldo davvero insopportabili, hanno in questi mesi trovato lì un angolo di paradiso. Nella location, ma anche enormemente nel piatto.
Nico (soprannome ormai universalmente riconosciutogli), ha deciso di conferire alla cucina un taglio marcatamente partenopeo, ma il respiro e l’esperienza dei due cuochi Marco Parrillo (Chef consulente esterno) e Marco Spiga (Chef, capo brigata di 5 cuochi) portano Accussì a un elevato gradino di qualità e ricerca che fa il giro delle eccellenze dello stivale e le rielabora in modalità estremamente personali.
Le materie prime di eccellenza sono dal pescato del giorno al Provolone del Monaco, dalla mozzarella di Bufala dell’ aversano-casertano alle acciughe di Cetara, dai friarielli campani al San Marzano DOP dell’agro sarnese-nocerino e ancora a seguire…
Le preparazioni sono eterogenee: qui si possono incontrare gnocchi alla sorrentina con provola filante serviti in un tegamino della tradizione, come piatti ampi e decorati con tempure di mare o verdure, accompagnate da emulsioni leggerissime in stile maionese alle essenze più ricercate.
In questi due mesi il menu è variato spesso. Una parte di esso è rappresentata dallo zoccolo di piatti sempre mantenuto (in quanto molto richiesto); l’altra, ha visto passare con gioia e nostalgia, primi e secondi del giorno, talvolta fedelissimi alla tradizione, talvolta sfrontatamente audaci. L’inaugurazione datata 2 luglio ha permesso quindi allo staff di cimentarsi in un percorso sperimentale che ad oggi ha portato (e riportato) solo consensi…
E poi c’è la pizza, proposta secondo un’intuizione di Nico, nella versione croccante e scioglievolissima della pala romana, nelle due forme di ½ metro e 1 metro.
Forse la scelta può sembrare “impopolare” vista l’aria campana che si respira. In realtà si sta rivelando azzeccatissima per l’eleganza e la particolarità che questa tipologia riesce a donare, anche in un inconsueto incastro con prodotti da ristorazione. Luglio e agosto l’hanno vista protagonista non meno dei piatti che uscivano dalla cucina.
Impasto ad altissima digeribilità e dai “sommi profumi del pane” che porta in tavola topping davvero belli che spaziano dall’antico ragù napoletano, all’idea più brillante del fiordilatte di Agerola con zest di limone e basilico. La scelta è ampia ma non infinita e racchiude esaltazioni di tradizione ma anche voli pindarici (sempre ragionati e ben calcolati) del maestro pizzaiolo.
La carta dei vini al momento è sempre sulla falsariga dei menu: 18 etichette calibrate sulle colonne del menu fisso, ma anche pronte per gli ampliamenti dell’estro dello Chef. Si parte ovviamente dalla Campania con le eccellenze tipiche dell’irpina Donnachiara, si passa dalla costiera amalfitana con la Tenuta San Francesco e i suoi particolarissimi e preziosi vitigni e ci si estende all’alto casertano con i profumi intriganti dei pallagrelli di Alois. Si sale poi il Tirreno con una raffinata realtà bolgherese come Guado al Melo e infine si toccano le Marche per un’esperienza diversa con gli straordinari Verdicchi di Colonnara, oggi vitigno universalmente riconosciuto come declinazione ideale per numerosissimi abbinamenti al massimo livello.
Il glera in purezza è presente nei due eleganti Prosecco di Bellussi e, “in chiusura di pasto”, arrivano i profumi magici ed ammalianti dei Giardini di Ravello: ricette tipiche e a lunghissima preparazione con tutto il sole dei limoni di Sorrento, mandarino, liquirizia, melone e finocchietto selvatico.
Ad oggi i menu e la carta dei vini hanno una struttura piuttosto da capitolo 1.0 (per fare una metafora in chiave informatica), ma visto il feedback di questi due mesi estivi sia da parte dei clienti di zona, sia da parte dei turisti, italiani e stranieri, sono destinati a rifarsi il trucco molto presto e, soprattutto, ad ampliarsi in modo sensibile.
Sedersi a un pranzo o una cena da Accussì è un’esperienza. Ad oggi vi è un solo feedback: quello relativo alla stagione estiva. Basta dare un’occhiata però nei weekend alla gente in attesa di sedersi al tavolo, mentre sta degustando un aperitivo sui tavoli antistanti il locale, per capire quale sia stata la risposta del pubblico. Tra qualche tempo la sala esterna lascerà il proscenio all’elegante e confortevole sala interna. I posti saranno meno, ma a questo punto è assolutamente scontato che la qualità, e, proprio quell’esperienza di cui sopra, anche con vento, pioggia e freddo, porteranno al cliente tutto quel sole, quel sorriso e quella magica e spensierata carezza che solo Napoli, nel mondo, sa regalare.
Ristorante Accussì
Via Aurelia 442,
57016
Castiglioncello (LI)
0586/794091
http://www.ristoranteaccussi.it/
Hotel La Smorfia
Via Aurelia 442,
57016
Castiglioncello (LI)
366/8997599
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