di Giulia Gavagnin
Padova è città dotta, severa, ma dotata di insospettabile vivacità. E’ sede di molti importanti gruppi societari, nazionali e non, e di una delle più antiche Università italiane. Imprenditori e dirigenti la sera si mescolano agli studenti nel rito dello spriz nelle due Piazze che circondano il monumentale Palazzo della Ragione.
Quest’ultimo ospita uno dei mercati coperti più vitali d’Italia, che poco ha da invidiare alla Boqueria di Barcellona: il sabato, da mattina a sera, il centro cittadino diventa un’unica espressione di gioia e di felicità. Negli ultimi dieci anni, accanto allo strapotere delle trattorie e pizzerie del centro e all’intoccabile regno degli Alajmo de “Le Calandre”, è cresciuta anche l’offerta di cucina d’autore. L’ultimo progetto in questo senso è stato avviato da Alessandro Rotolo, giovane imprenditore di importanti realtà vitivinicole nel Collio Friulano (la sua famiglia detiene la proprietà delle aziende Volpe Pasini e Mario Schioppetto) che ha deciso di avvalersi di uno chef di sicura esperienza: Stefano Agostini, già stellato a “Casa Vecia” di Abano Terme. Il neo-ristorante si chiama “19.94”, che è l’anno di nascita di Rotolo e di apertura di “Casa Vecia”. Una rinascita, quindi, a dieci minuti d’auto dal centro cittadino, in una zona residenziale dove non si pone l’annoso problema del parcheggio. Una bella sala con tavoli rotondi, arredata magari in maniera un po’ troppo “minimal”, e una gradevole terrazza estiva fanno da cornice ai piatti elaborati ma non troppo complicati elaborati da Agostini, che ci tiene a sottolineare: “per essere contemporanei è necessario fare un passo indietro”.
Quindi, lo scampo crudo dell’Adriatico è accompagnato da un asparago bianco DOP di Bassano altrettanto crudo, con un gelato di olive nere a conferire un tocco mediterraneo allo strapotere del territorio.
Oppure, lo gnocco di semolino all’asparago verde (ovviamente ingrediente principe nelle tavole venete in questa stagione) acquista personalità grazie a una trippa ben sgrassata.
Tutti i piatti sono concepiti in modo da essere immediatamente intellegibili, e puntano decisamente sui contrasti cromatici, sulla freschezza e sulla stagionalità.
Sono proposti in due percorsi degustazione, ma possono essere scelti anche à-la-carte. La cantina è importante, con circa 500 etichette provenienti dalle principali regioni viticole europee con naturale prevalenza di bottiglie dell’estremo nord-est italiano. C’è senz’altro qualcosa da mettere a punto, ma la strada è quella giusta: quella delle mongolfiere poste all’ingresso, segno di chi vuole volare alto.
Ristorante 19.94
Padova, Via Sette Martiri, 170.
Chiuso il lunedì
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