Cantinella Story, Giorgio Rosolino la cucina di mare e i primi 45 anni di un locale cult di Napoli

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La Cantinella

Un locale storico che resta al passo con i tempi senza rinunciare alla sua identità. Piano piano il cambio generazionale è in corso fra Giorgio Rosolino e la figlia Sandy, la materia prima delle barche di Santa Lucia resta sempre eccellente, il servizio inappuntabile. La cucina gioca sulla essenzialità e la semplicità, senza fronzoli, si mangia il mare e si beve vino cercato dalla carta ampia e profonda fatta di vini campani, italiani e francesi.
Ecco le foto del nostro ultimo pranzo e la storia del locale, raccontata da Santa di Salvo

 

Il menu de La Cantinella  a Napoli

 

La storia del ristorante La Cantinella di Napoli

di Santa Di Salvo

Anche oggi, lontani anni luce gli anni della dolce vita partenopea che si svolgeva nei locali sul lungomare, “La Cantinella” resta il salotto buono di una napoletanità che resiste al cattivo gusto contemporaneo. A tenere accesa la fiammella c’è sempre lui, Giorgio Rosolino, elegante patron di un locale orgoglioso di essere rimasto se stesso nei suoi 45 anni di vita. Compleanno che valeva la pena di festeggiare, e così è stato la scorsa settimana con un brindisi tra i clienti più affezionati e una cena collettiva che ha visto la partecipazione degli chef che si sono avvicendati ai fornelli del ristorante, primo locale a Napoli a conquistare nel 1980 la stella Michelin.

Ma di stelle e di ospiti famosi Giorgio Rosolino è restìo a parlare, lamentando una smemoratezza che in realtà è un misto di discrezione e nonchalance. Uno stile che Giorgio ha imparato da papà Angelo, un mito per tutti i manager del settore, l’uomo che creò un impero di night e ristoranti da Posillipo a via Partenope. Quelli erano tempi, vien voglia di dire. E proprio a papà nel 1976 Giorgio chiese il locale che era in gestione. Nella sala grande della Cantinella di oggi c’è stato anche un pezzo dello Shaker, lo Shaker Club. Chi ha qualche anno di troppo non ha dimenticato il ruolo centrale di questo night nella vita notturna della vivacissima Napoli anni Sessanta. La Napoli degli spogliarelli al Trocadero, gestito addirittura da una principessa Pignatelli, primo locale ad accogliere l’esibizione di un trans. La Napoli del Rosso e Nero dove si sostava per l’aperitivo. La Napoli, appunto, dello Shaker, dove erano di casa Fred Bongusto e Bruno Martino, Peppino di Capri e Marino Barreto, Franco Califano e Renato Carosone, che proprio là aveva esordito nel 1948, con un contratto di Angelo Rosolino firmato su un pezzo della carta blu in cui si avvolgeva la pasta.
Nei locali della Cantinella ci fu negli anni Sessanta un ristorante di lusso chiamato Caprice. Poi per breve tempo questi locali diventarono La Vela. Infine, con molta maggior fortuna, prende il volo La Cantinella, e Giorgio da subito riesce a dare al locale il suo imprinting personale. A partire dall’arredo coloniale realizzato dall’architetto Sandro Petti. La caratteristica “incannucciata” ancora oggi conferisce alla sala un’atmosfera calda e accogliente. E ai fornelli? Fedeltà ai piatti classici, ma con una giusta rivisitazione adatta ai tempi. Distaccandosi dal dogma dell’intoccabilità delle ricette, ma senza mai snaturarle, Giorgio Rosolino ha negli anni lavorato con i suoi chef a valorizzare i migliori prodotti di stagione e una materia prima sempre superlativa. Alla festa di questo compleanno c’erano quasi tutti: Gianni Piezzo, Edmondo Esposito, Aldo Bruno, Andrea Casillo, Basilio Avitabile, Francesco Paduano, Antonio La Volla, Ciro Economico, Roberto Simaz.

E gli ospiti famosi? Qui ne sono passati tanti da non riuscire a contarli più. Da Botero che ha regalato a Giorgio un suo disegno (“me lo sono portato a casa, confesso”) a Dario Fo che gli ha lasciato uno schizzo tanto osé da dover essere nascosto agli occhi di tutti… Pian piano arrivano anche gli aneddoti. Come quello, affascinante, dell’incontro tra Fred Bongusto e Maradona appena arrivato a Napoli. Bongusto voleva fare un disco assieme a lui, discussero tutta la sera, non si accordarono. E Claudio Baglioni che arriva a notte fonda dopo il concerto e chiede uno zabaione. “Avevamo chiuso tutto, scappai all’Excelsior a chiedere le uova e glielo preparai. In cambio lui, gentile, suonò la chitarra per noi”. Tra presidenti della Repubblica (Ciampi, Pertini, Cossiga) e politici di primo piano, per alcuni anni La Cantinella fu “la succursale di Montecitorio”. Ma anche il backstage di artisti come Brian Ferry, John Turturro, Keanu Reeves, Ron Howard, Lionel Richie, Joe Cocker. Molti passati anche per l’adiacente Cantinella Club, attivissima per alcuni anni. Ci fermiamo qui, aspettando un nuovo anniversario.


Via Cuma Angolo, Via Nazario Sauro, 42
Tel081 764 8684
Sempre aperto, la domenica solo a pranzo
Ristorante La Cantinella a Napoli

 


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