L’Aragosta da Co a Porto Cesareo
Via Silvio Pellico 38
Tel. 333 6097273
Sempre aperto, il mercoledì chiuso a pranzo
A Porto Cesareo non si casca male ovunque tu decida di andare, la cucina turistica protindustriale non ha fatto ancora capolino nel gran bazar di locali di tutti i tipi che richiamano la folla che invade il centro della cittadina balneare sullo Jonio. Per chi ama il mare e la cucina moderna, ossia piantata sui crudi, su grassi meno ingombranti, belle presentazioni e buona carta dei vini questo è però il posto giusto. Un modo per mangiare il mare non sul mare, ma nel mare.
Tarin Jaconisi non è una che si lascia travolgere dai fatti: intervistata dopo una onda anomala che non si era mai verificata a memoria d’uomo a Porto Cesareo che le distrusse praticamente il locale appena rimesso a nuovo nel 2019, non si lasciò andare al lamento ma disse con orgoglio: ricostruiremo e andremo avanti. Per tanto anche il Covid e il lockdown hanno potuto fermare il suo progetto di ristorazione che si riassume nella chiave di successo di tutti i ristoranti di questo tipo: buona materia prima, crudi ben eseguiti e ben presentati, un ottimo piatto di pasta e voilà, se c’è spazio anche un trancio di pescato come seconda portata.
Ci siamo attovagliati ad ora di pranzo sfidando Caronte ma non siamo stati eroi: il locale è climatizzato e un paio di coppie preferivano addirittura mangiare a 38 gradi seduti in pratica sull’acqua. A noi non piace molto mangiare all’aperto in generale, ma comunque ci siamo appollaiati con gioia in questo spazio dominato dalla luce e dall’azzurro del cielo oltre che del mare.
Superati gli scogli della vita, Tarin, supportata dalla figlia e da un personale assolutamente qualificato, professionale ma non ingessato, porta avanti il suo progetto che non ha nulla, ma proprio nulla, da invidiare ad altri posti come Punto Nave a Pozzuoli o Pescheria a Salerno , Alex a Lecce o Tuccino a Polignano
Ci spariamo qualche crostino, apprezziamo il culto dell’olio e di un pane fatto in proprio molto buono, poi arriva un crudo sontuoso, ben presentato, dettato dal pescato del giorno. Il nostro primo, su consiglio del personale, è un tubetto al sugo di scorfano da portare davanti al Re. Attenzione però: in Puglia tira quello rigato, non il liscio.
Grande carta dei vini anche se noi non ne abbiamo toccato perchè purtroppo ci aspettava la strada del ritorno.
Si chiude con sorbetti o dessert.
Grande posto, ripeto, di valore assoluto su scala nazionale.
Dai un'occhiata anche a:
- Ristorante “Le Baccanti” a Nola (NA)
- Lecce, Cime di Rapa Street Food
- Controvento ad Agropoli
- Tre Olivi a Paestum e la straordinaria cucina di Oliver Glowig
- Catania – Com’è cambiato Angiò dalla nostra ultima visita?
- Blu a Torregaveta: il mare nel piatto, ma anche tutt’intorno
- Intraprendenza e passione a Tenuta Tomaso, Faicchio
- Don Vincè, il nonno di Capuano apre la trattoria alla Riviera di Chiaia