CANTINE VINCENZO IPPOLITO 1845
Uva: gaglioppo
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio, cemento e legno
Anzitutto questa è una bottiglia che si beve. Poi esce a circa dodici euro dall’azienda che dimostra così di saper guardare lontano senza sparare inutilmente alto per poi operare disperata scontistica come sta accadendo un po’ ovunque.
Raramente mettiamo le bottiglie ad illustrare le schede dei nostri vini preferiti ma in questo caso ne vale veramente la pena, questa imperfezione lineare è un inno alla diversità, alla tipicizzazione anche formale che va assolutamente recuperata. Appare singolare come negli ultimi anni il packaging italiano si sia orientato su vetri pesanti e monumentali che mai nessuno chateau, neanche i più famosi, si sarebbero sognati di adottare.
Di contro, abbiamo avuto una omologazione sulle bordolesi su tutti i tipi di vino, una regola alla quale si sfugge con qualche accenno borgognotto, più simpatico, ma sicuramente non meno omologato.
Osservando proprio l’evoluzione dell’uso del contenitore si capisce come l’aspirazione massima, anche per i vini più diversi e fatti con passione, è stata sembrare uguali alle bottiglie da due euro di chardonnay australiani e cileni. Persino nella forma si è imposto un modello culturale unico, la giacca e la cravatta portata goffamente dai leader comunisti cinesi piuttosto che da quelli arabi.
E tutto per le proteste degli enotecari e i ristoratori, ormai diventati, nella generalizzazione categoriale cone le dovute e rare eccezioni, i primi nemici di un consumo cultuale e consapevole oltre che pessimi pagatori: girano assegni di 500 euro a due anni.
Ippolito invece è rimasto fedele a questa bottiglia e, hegelianamente, il contenuto non delude, ma resta aderente alle promesse della forma. A cominciare dal colore, granato ben penetrabile in cui si riflette l’anima antociana di questi vitigno delicato.
Della sua monumentale longevità abbiamo scritto più e più volte e non c’è bisogno di soffermarci oltre. I vini ottenuti da questa uva sono poco strillati all’inizio, ma crescono con il passare degli anni sino a diventare un monumento. Basta conservare bene le bottiglie al buio e a temperatura fresca costante per ritagliarsi grandissime soddisfazioni come nessun vitigno meridionale può dare a questi livelli. Il Gaglioppo infatti evolve verso la finezza e l’eleganza, anche in questi casi, mantiene una buona vena acida, resta sostanzialmente un vino abbinabile, cioé eticamente compatibile con la tradizione gastronomica del nostro paese.
La 1995, a ormai 15 anni di distanza, si mantiene dunque su questa linea, già riscontrata nella 1991, nella 1993 e nella 1997.
Vi piacerà, mettetelo nella vostra tavola di Natale.
Sede a Cirò Marina, via Tirone, 118. Tel. 0962.31106, fax 0962.31107. www.ippolito1845.it Enologo: Vincenzo Ippolito con la consulenza di Franco Bernabei. Ettari: 100. Bottiglie prodotte: 1.000.000. Vitigni: gaglioppo, calabrese e greco bianco.
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