di Carlo Macchi
Mettetevi comodi perché questa storia parte da lontano, sia nel tempo sia nello spazio, quest’ultimo inteso proprio come chilometri da fare, naturalmente con gli sci.
Partiamo dal tempo: conosco Manuela Frenademetz (un cognome particolare in una terra di scatenati sciatori… ) da quasi 20 anni, da quando mio figlio aveva poco più di un anno e, uscendo dal “Residence Manuela” a La Villa, me lo mettevo sulle spalle e lo portavo a sciare con me tutto il giorno. Lui si divertiva come un matto, indicandomi quando curvare tirandomi o l’orecchio destro o il sinistro.
La sera, molto stanchi (io più di lui), tornavamo nel residence e magari mi concedevo una birra al bar, dove Manuela mi parlava dell’idea di risistemare un vecchio rifugio in un posto meraviglioso tra le montagne. Quel rifugio si chiamava e si chiama Scotoni.
Il Rifugio Scotoni si trova in un luogo meraviglioso, raggiungibile anche con un gatto delle nevi, ma il viaggio che farete leggendo queste righe andrà avanti solo con gli sci ai piedi. Naturalmente d’estate è molto più facile arrivarci, ma a noi le cose semplici non piacciono.
Quindi preparatevi ad una sveglia di buon ora, diciamo attorno alle 7.30 e dopo un’abbondante colazione siete pronti per prendere la cabinovia che da La Villa porta al Piz La Ila. Qui gli appassionati sciatori non possono non fare almeno due veloci discese sulla Gran Risa, quella meravigliosa pista dove ogni anno si svolge uno dei più famosi slalom gigante di coppa del mondo. Dopo essersi scaldati grazie ad una delle piste più belle del mondo torniamo al Piz La Ila e da lì, salendo e scendendo, arriviamo fino all’Armentarola.
Armentarola??? Dove si trova la Siriola diranno i più informati!
Magari, mentre aspettiamo il bus che ci porterà al Passo Falzarego, ho il tempo per fare (dopo averla ponderata per circa 15 anni) una brevissima e per niente positiva recensione di questo famoso ristorante. Correva l’anno 2002, avevamo gli euro in tasca da pochi giorni e il 7 gennaio (occhio alla data!) decisi di andare a cena alla Siriola con mia moglie. Le guide dei ristoranti uscite qualche mese prima davano come prezzo del menù degustazione 100.000 lire vini compresi.
Ci sediamo in un ristorante praticamente vuoto (così rimase tutta la sera) e abbiamo una bruttissima sorpresa: apriamo il menù e leggiamo “Menù degustazione, 100 Euro.” In sette giorni avevano aumentato i prezzi del 100%, complimentoni!
Non mi dilungo perché il bus per il Falzarego è quasi arrivato: prendemmo il menù “100%” e purtroppo scoprimmo che quella sera lo chef era in fase negativa perché non ci fu un piatto decente, addirittura i pani che ci portarono erano carbonizzati. Chiesi di parlare con il titolare che si negò, morale della favola pagammo 240 euro in due, con la chicca del caffè che costava “solo” 10 euro. Speriamo che da allora e cose siano cambiate.
Ma lasciamo i brutti ricordi della Siriola e montiamo sul bus che in dieci minuti ci porta al Passo Falzarego, a quota 2109 metri. Qui prendiamo la piccola funivia del Lagazuoi che in un balzo ci scarica a 2800 metri, dove il panorama toglie il fiato: da una parte le Tofane, più lontano il Cristallo e sulla destra si scorgono la Marmolada e il gruppo del Pordoi, e altre decine di picchi dove l’occhio si perde in lontananza.
Se l’occhio si perde lo stomaco è ben presente e comincia anche a dare segni di vita. Scendiamo allora sulla facile pista che, verso sinistra, ci porterà allo Scotoni. Entriamo in una serie di valli silenziose, con austeri picchi secolari da vertigine da cui, se non fosse per la neve, ti aspetteresti di veder spuntare Sioux e Navaho. Niente indiani naturalmente, solo una pista che si dipana tranquilla fino ad un rifugio adagiato su un pianoro dove ti togli gli sci, ti siedi ai classici e rustici tavoli in legno (all’esterno se è bella giornata, altrimenti all’interno) e prepari il tuo stomaco ad una sostanziosa esperienza.
Se siete all’interno date un’ occhiata alla mensola del camino. Le magnum di champagne o di Sassicaia non dimostrano solo il passaggio di numerosissime comitive di russi, ma che il locale ha una bella e fornita carta dei vini, dove dalla Toscana si passa ad altre regioni italiane dove i rossi nascono potenti e strutturati e si arriva sino in Francia.
Ma adesso pensiamo al menù: il locale è famoso per la griglia, fatta come dio comanda e soprattutto con prodotti come dio comanda: quindi non solo carni locali ma bistecche del Cecchini tanto per dare un’idea.
Un bel piatto di carni e verdure miste alla griglia vi farà toccare il cielo con un dito, ma il mio consiglio è di chiedere se hanno fatto le patate in tegame o addirittura i Rösti: in quel caso non perdeteveli.
Le porzioni sono sempre molto abbondanti e i calici pieni salgono verso la bocca che è una bellezza: sarà l’aria di montagna (siamo a 2000 metri) sarà la semplice bontà di quello che preparano ma alla fine vi sentirete sazi e felici.
Se vi sentite troppo sazi nessun problema: Manuela ha attrezzato anche alcune linde camerette dove poter passare una splendida notte in alta quota, magari aprendo qualche altra bottiglia davanti al camino. Per chi invece vuol tornare a valle il conto non lo alleggerirà più di tanto, diciamo 30-35 euro vini e panorama compresi.
A proposito di panorama: non perdetevi la cascata di ghiaccio a pochi metri dal rifugio!
Un’altra cosa da non perdere, dopo qualche chilometro, quando la pista si farà piatta e dovrete fare gli ultimi 500 metri per arrivare agli impianti di risalita, sono i famosi “horselift”, cioè le slitte trainate da cavalli a cui vi accoderete e, attaccati ad una fune, fare l’ultimo pezzo di strada.
La sera sarete stanchi e felici, con negli occhi meravigliosi panorami e in pancia i gustosissimi piatti del Rifugio Scotoni, un pezzetto di paradiso gastronomico nel paradiso degli sciatori.
Rifugio Scotoni
Alpe Lagazuoi, 2 – 39030 San Cassiano
Tel. +39 0471 847330
info@scotoni.it
Periodo di apertura invernale: 20.12.2016 – Chiusura da definire ma di solito attorno alla metà di aprile.
Periodo di apertura estivo : 17.06.2017 – 01.10.2017
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