Anche i formati di pasta seguono le mode, adesso è sempre più facile trovare ricette di spaghettini.
Ed è su questo formato che ci fermiamo brevemente. Diciamo anzitutto che non vanno confusi con i capellini che sono ancora più sottili. Si tratta di un formato che prima nelle case si usava soprattutto nello svezzamento dei bambini, inizialmente spezzati e poi interi prima di passare agli spaghetti e agli altri formati.
Caduti nel dimenticatoio come era successo per tanti altri formati ignorati dalla grande industria prima della rivincita dei pastifici artigianali sono stati riscoperti e rilanciati da Peppe Guida con la ricetta che abbiamo postato sopra.
Gran parte della creatività del cuoco stellato di Vico Equense pesca nella memoria e possiamo dire che la cucina terra-orto degli anni ’60 in cui è nato è ancora un patrimonio inesauribile di spunti.
Lo spaghettino, essendo un formato sottile, si presta a preparazioni particolarmente delicate, per cui si è partiti appunto da questa cottura in acqua di limone appena ingrassata con il provolone del Monaco.
Per i napoletani la pasta secca è una filosofia gastronomica e senza aver fatto alcuna scuola ciascuno sa quando e come mangiarla e quale formato usare perché c’è una memoria collettiva che ancora non si è persa.
Tornando allo spaghettino, al San Pietro Bistrot di Torre del Greco, ottimo locale sul mare di una città dove la cucina marinara è un culto quanto la pasta secca, abbiamo avuto uno spettacolare esempio didattico di come la stessa pasta, intera o spezzata, regala due ricette completamente differenti con gli stessi ingredienti.
Il piatto preparato dallo chef è apparentemente semplice ma complesso: spaghettino aglio e olio con scunciglio che viene completato a tavola con una salsa di zuppa di mare preparata molto bene tecnicamente.
Provato il piatto ci siamo ricordati delle antiche minestre di mare che si mangiavano a casa, certamente meno eleganti e più grasse ma comunque ricche di sapore.
Abbiamo chiesto allora, come si dice, di allungare il brodo e di spezzare la pasta.
Abbiamo così due mondi che si incrociano, quello delle ricette che si mangiano con la forchetta (la città), posata inventata proprio da Re Ferdinando per mangiare gli spaghetti, e quello con il cucchiaio (la campagna).
Sono due espressioni compiute della Dieta Mediterranea, cibi sani, con i grassi giusti, vere bandiera di una delle più importanti culture gastronomiche del mondo che ogni cuoco italiano deve difendere come elemento identitario e culturale.
Non potrò rispondere alla domanda su quale mi sia piaciuto di più. Impossibile decidere!
Ricette di spaghettini
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