di Francesca Faratro
Con il loro colore acceso e la patina di zucchero capace di renderle belle da vedere e buone da mangiare, le scorzette di limone sono dolci ma soprattutto, irresistibili!
Scommetto che chiunque le abbia assaggiate almeno una volta nella vita, specialmente durante le feste o usate come tradizione vuole, per completare dolci e lievitati.
In Costa d’Amalfi, dove il limone viene adoperato come ingrediente fondamentale in diverse preparazioni, la proposta dolciaria si è arricchita negli anni proprio con la canditura delle scorze di limoni ed arance, obbligatoriamente locali, messe in bella mostra nelle vetrine delle pasticcerie e acquistabili tutto l’anno.
Consumarle poi fra slarghi e piazzette, ne dona ancor più gusto ma, per chi volesse sperimentare la preparazione direttamente a casa propria, abbiamo studiato una ricetta capace di ottenerle nel migliore dei modi, utilizzando a proprio piacimento, scorze di arance o limoni. Non sarà la ricetta tradizionale: per quella c’è bisogno di apposite attrezzature, termometri e temperature esatte di canditura.
Quella che vi proponiamo è una ricetta semplice e facilmente replicabile nella cucina di casa vostra per un risultato finale che di sicuro non deluderà le vostre aspettative.
I tempi che portano al prodotto finale sono lunghi e richiedono molta pazienza ma il tutto verrà ripagato quando ci si trova davanti ad un bel vassoio di scorzette candite e la memoria vi condurrà ai profumi della Costa d’Amalfi, boccone dopo boccone.
Ingredienti
– 10 Limoni (assicurarsi che la buccia non sia toccata né trattata)
– 800 gr. Zucchero bianco
– q.b. Acqua
Procedimento
- Lavare i limoni sotto l’acqua corrente, pulendo bene la scorza da eventuali residui.
- Eliminare le estremità del frutto e continuare con un coltello a pelare a vivo l’agrume, privandolo della buccia, compresa di parte bianca.
- Lasciare le bucce ottenute in una bacinella d’acqua, per circa una giornata, cambiando l’acqua di tanto in tanto, in modo tale che rilascino le sostanze amare.
- Trascorso un giorno, trasferire le bucce in una pentola e, dopo averle coperte d’acqua, portarla a bollore.
- Dopo aver sgocciolato le bucce, trasferirle in una ciotola e ricoprirle di zucchero, lasciandole in questo modo, fin quando lo zucchero sarà diventato denso.
- Trasferire le bucce in un altro contenitore separandole dalla parte densa data dallo zucchero.
- Porre lo zucchero ormai sciolto in una pentola, alla quale verrà aggiunta un po’ d’acqua (circa 200 ml) e un po’ di zucchero ed il tutto verrà portato al bollore.
- Quando lo sciroppo avrà bollito per qualche minuto, lasciar intiepidire e versarlo sulle bucce, lasciandole così coperte per un’intera notte.
- Ripetere l’operazione per circa 8 giorni, sempre portando al bollore il liquido che le scorzette avranno rilasciato facendo attenzione a NON AGGIUNGERE altra acqua, fatta eccezione per la prima volta, continuando ad aggiungere allo sciroppo ogni giorno, un po’ di zucchero prima di portarlo all’ebollizione.
- Ogni 3 giorni è consigliabile cambiare la disposizione delle scorzette nel recipiente.
- Quando le scorzette avranno man mano assorbito lo sciroppo, continuare per altri due giorni a bollire lo sciroppo, stavolta però senza aggiungervi più zucchero ma soltanto portando a bollore ciò che resta.
- Quando avranno assorbito completamente il liquido, trasferire le scorzette su carta forno per almeno 1 giorno lasciando cristallizzare lo zucchero.
- Tagliare le scorzette a listarelle di 1 cm di larghezza e porle ancora una volta su una graticola cosparsa di carta forno per ultimare l’asciugatura e la cristallizzazione dello zucchero.
Dai un'occhiata anche a:
- Il cotechino irpino e la pezzente
- Carciofi che passione: 33 ricette per tutti i gusti: assoluti, tradizionali,d’autore, con pasta, carne, pesce o vegan
- Come cuocere gli spaghetti perfetti, i dieci consigli di Peppe Guida!
- Gli antenati della Carbonara al Sud: Scarpella, pastiere montorese e vermicelli pertosani
- La Ciceria di San Felice: i ceci di Cicerale al massimo livello biologico
- Pasta fresca artigianale fatta a mano, tutta la biodiversità del Mezzogiorno
- La mela limoncella di Sant’Agata sui Due Golfi in Penisola Sorrentina
- Milza imbottita, il piatto di San Matteo a Salerno e di Santa Rosalia a Palermo