ALFONSO ROTOLO
Uve: aglianico
Fascia di prezzo: 20-25 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Non era prevista una mia visita, anche se sono stato invitato varie volte, ma per caso, nel mio girovagare per il Cilento, mi sono trovato proprio là.
– Pronto Alfonso, vedi che sono qui davanti alla tua cantina. Che faccio, ti aspetto o ci vediamo la prossima volta?
– Si aspettami, che adesso corro subito e ti raggiungo. Sono ad Agropoli, ci metto pochi minuti, non te ne andare.
In meno di 15 minuti, Alfonso Rotolo scende dalla sua auto e me lo trovo dinnanzi a me, con la sua solita aria trasognata da bravo ragazzo di campagna. Vestito in modo casual, con jeans e camicia a mezze maniche, barba lunga ed ispida, occhiali spessi, pacato nei modi e nel parlare, sempre rispettoso ed educato. Ci troviamo a Rutino, un paesello di collina con meno di mille abitanti, ove quest’anno è stato inaugurato il “totem della pace”, e il cui toponimo deriva dal termine “rothus”, cioè “terreno aperto all’aratro”. Quindi, la gente di questo territorio ce l’ha nel sangue, nel proprio Dna: è sempre stata dedita ai lavori nei campi. In modo particolare, ha sviluppato una forte attrazione verso la viticoltura. Basti pensare, infatti, che qui, in un contesto così minimalista, si contano tre aziende vitivinicole a livello commerciale ed una passata esperienza di aggregazione eno-sociale, fallita poi miseramente per problemi di varia natura. Alfonso mi fa entrare nella sua cantina, spaziosa, linda e con tutte le cose a posto. Mi porta poi nel caveau, dove dormono beatamente alcune bottiglie di un vino importante, che per adesso non si deve svelare. Infatti, sarà una sorpresa molto interessante tra qualche mese, mi conferma. Ci sediamo e cominciamo a parlare di tante cose. Il padre Francesco (Ciccio per gli amici) è stato un antesignano e un precursore di tutto il comparto vitivinicolo territoriale. A lui ed a pochi altri, infatti, si devono la costituzione della Cantina Sociale e il marchio Doc Cilento. E prima ancora, negli anni ’20, è stato il nonno a piantare le prime barbatelle nella vigna di famiglia.
Alfonso dimostra molto meno dei suoi 46 anni che si porta sul groppone, sembra ancora un ragazzo alle prime armi, eppure è tra gli enologi più importanti non solo del Cilento, ma dell’intera Campania. E’ un vigneron generoso e disponibile, sempre pronto, infatti, ad aiutare con consigli e premure gli altri suoi colleghi. E’ molto umile e schivo, tanto che è difficile schiodarlo dal suo ambiente. Pochissime volte partecipa a manifestazioni di massa e non ama l’effetto mediatico, o mettersi in mostra. Non invia mai i suoi campioni di vino alle guide specialistiche per arruffianarsele, non ne ha bisogno, perché non gli importa di vincere premi, medaglie, o di stare in classifica. Sono i consumatori e gli amici che gli devono tributare il giusto successo. Ama moltissimo, invece, il suo lavoro ed è sempre attento, scrupoloso, metodico, preciso, riservato e, soprattutto, molto capace. Insomma Alfonso rappresenta veramente il genius loci di questo territorio. Con De Conciliis e Maffini completa la triade dei giovani wine makers cilentani, che tanto successo stanno riscuotendo in Italia. Un mio amico molto famoso ha scritto che De Conciliis è l’innovatore, Maffini il classico e Rotolo il tradizionale: ed è vero! In attesa dell’uscita sul mercato di quel vino ancora misterioso, attualmente sono in produzione il passito Passula, blend di Moscato e Malvasia, il rosato Rose d’Autunno, con solo Aglianico, il Fiano base e quello del cru “Valentina” (dedicato alla figlia), il Cilento Aglianico e, soprattutto, il Respiro Aglianico Cilento Doc.
Se l’Aglianico cilentano è diventato così famoso il merito va ascritto anche di Alfonso che, con Luigi e Bruno, ha saputo interpretare sapientemente e correttamente la vera espressione territoriale. Una delle migliori performances locali, infatti, insieme col Cenito e il Naima, si esprime proprio attraverso il Respiro, con uve Aglianico provenienti dalla vigna San Rocco, coltivate ad un’altezza intorno ai 400 metri, con sistema a guyot. Dopo la raccolta a mano e la selezione, esse vengono subito avviate alla pigiatura. La vinificazione è quella tradizionale in rovere e la maturazione avviene in barriques francesi di primo passaggio per ben 24 mesi, cui fa seguito una lunga elevazione in bottiglia. La gradazione alcolica sfiora i 15 gradi. L’ultimo millesimo in commercio, cioè il 2007, è un neonato che emette i primi vagiti; ha ancora molto tempo a disposizione per crescere. Intanto però, in attesa della sua evoluzione, già si può emettere un giudizio obiettivo su questo vino. Alfonso fa scorrere lentamente il liquido in un capace bicchiere e mi invita a degustarlo. Faccio passare qualche minuto per roteare il vino e poi inizio ad esaminarlo. Il colore è rosso rubino luccicante, con lampi purpurei sull’unghia, pulito e senza residui. Lo spettro aromatico è ampio, empireumatico, intenso e piuttosto persistente, in cui si riconoscono note tostate, speziate e di caffè, con accenti balsamici, di terra bagnata, nuances erbacee un po’ crude, goudron e frutti di bosco in profondità. L’ingresso in bocca è imponente, sontuoso, autorevole, caldo, voluminoso e molto pervasivo, tanto da occupare tutto lo spazio. I tannini sono ancora leggermente ruvidi, per l’età precoce, ma si aggiusteranno col tempo. Il finale è asciutto, lungo, intenso e con un piacevole retrogusto amarognolo. Insomma, ci troviamo alla presenza di un vino di grande classe. Da abbinare alla tradizionale cucina cilentana: paste al sugo, carni alla brace e formaggi caprini ed ovini stagionati. Chapeau!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Rutino – Via San Cesareo, 18 – Tel. 0974/830050 – 3383839224 – info@alfonsorotolo.it – www.alfonsorotolo.it – Enologo: Alfonso Rotolo – Ettari di proprietà 7 – Bottiglie prodotte. 50.000 – Vitigni: Fiano, Malvasia. Moscato, Aglianico, Barbera, Piedirosso.
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