Renzi mangia il gelato. L’Economist lo sfotte in copertina, lui risponde dimostrando di essere davvero l’erede di Berlusconi nella comunicazione oltre che nei programmi (senza conflitto di interessi e volgarità però), convoca il carrettino di gelati Grom e si fa riprendere mentre lo mangia davvero. Almeno buono, non quello triste industriale della copertina.
Mario Ajello sul Mattino ci rivela però che lui preferisce quelli di Carapina, grande gelatiere di Firenze, che a Roma sta in via Chiavari. Quest’anno è stato anche alle strade della Mozzarella e perciò Albert Sapere ci regala il suo ritratto.
di Albert Sapere
Un gastronomo moderno di nome Simone Bonini, gelatiere per caso
Le gelaterie, sono state forse il primo comparto ad essere monopolizzate dalle grandi industrie alimentari. Di gelati buoni non se ne trovano spesso, colpa della banalizzazione e della standardizzazione a tutti i costi, cioè all’utilizzo di basi pronte e semilavorati industriali.
Ricorrere a questi prodotti industriali ha due esigenze principali:
1) Limitare i costi, miscelando i preparati con le famose bustine e le formule matematiche inviate direttamente dalla fabbrica, si risparmia energia elettrica, manodopera, acquisto dei macchinari;
2) E’ un’espediente comune, molto usato per mascherare l’incapacità tecnica e le conoscenze di base.
Un rischio di standardizzazione e di decadentismo, nel Paese che il gelato l’ha inventato l’Italia, i francesi come al solito l’hanno fatto conoscere al mondo, commerciano meglio di noi nel cibo e nel vino, dovrebbe suscitare parecchie discussioni.
Una delle prime persone che ho sentito parlare del mondo dei gelati con franchezza, al di fuori di stereotipi e leggende metropolitane, ce ne sono veramente tante, è stato Simone Bonini.
Simone toscanaccio, franco, qualche volta polemico, vero come i suoi gelati apre la prima gelateria sette, quasi otto anni fa a Firenze, la chiama Carapina, che è il nome del contenitore di acciaio di forma cilindrica dove il gelato si conserva.
Eh già, perché da Carapina il gelato non è in mostra o agghindato nelle vaschette come in tante gelaterie, che magari colpiranno l’aspetto visivo, ma quasi mai quello del gusto.
Sperimentatore, curioso, originale, ha avuto un grande pregio: quello di aver voluto e trovato dei confronti/incontri con la ristorazione italiana d’autore.
In un mondo chiuso a riccio su se stesso come quello del gelato, dove per i motivi descritti sopra si ha difficoltà ad inquadrare un gelataio come artigiano, confrontarsi e incontrarsi con degli artigiani, si perché gli chef anche quelli più grandi e a tutte le latitudini sono degli artigiani, non sono artisti come leggo in tanti commenti sui social, è stato un vero è proprio spartiacque nel settore.
E come per le grandi cucine d’autore si parla di stagionalità degli ingredienti, anche per i gelati di Carapina si parla di stagionalità, diffidate di chi farà trovare il gelato ai fichi, ad esempio, tutto l’anno o di gelaterie che hanno 35/40 gusti. Un numero corretto dovrebbe dai 16 ai 18 gusti.
Poi altri due capisaldi della ristorazione d’autore nel dogma Carapina, ricerca della materia prima, personalizzazione di ogni prodotto.
Vi capiterà allora di provare un gelato con uno dei grandi formaggi italiani, pecorino, parmigiano reggiano, o come la mozzarella in carrozza (https://www.lucianopignataro.it/a/lsdm-simone-bonini-il-gelato-gastronomico/72108/) presentata da Simone alle Strade della mozzarella , o anche com’è capitato per gioco un giorno da Giorgio Scarselli al Bikini di fare un gelato con il mitico ragù di Riccardo, papà di Giorgio.
Penso sia riduttivo dare una definizione del lavoro di Simone, che non è solo fare il gelato, è molto di più, un gastronomo moderno appunto, gelataio per caso.
Carapina
Firenze, Piazza Guglielmo Oberdan 2/r tel 055676930
Firenze, Via Lambertesca 18/r tel. 055291128
Roma, Via dei Chiavari, 37
www.carapina.it
Dai un'occhiata anche a:
- Cena tristellata per Madonna a Pompei con Fabrizio e Tonino Mellino
- La mitica zuppa di cozze di ‘A Figlia d’o Marenaro – Innovative come non l’avete mai vista. Il foto-racconto
- Febbraio all’insegna dei tartufi irpini
- Pasticceria La dolce sosta a Cusano Mutri, una perla nascosta nel Matese
- A Roccadaspide Le Delizie di Maria di Maria Carmela D’Angelo, la signora del Cartoccio
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 017 quelli dati a Siena alla Locanda dell’Oste
- Caserta, Pasticceria Contemporanea, il meraviglioso mondo di Marco Merola
- Torrone dei morti: una dolce tradizione