di Simona Mariarosaria Quirino
Domenica mattina. Sole e voglia di fare qualcosa di diverso. Un giro al centro storico e pizza. Ma non una pizza qualunque. Mi voglio togliere uno sfizio e subito penso a quella pizza all’ananas di Gino Sorbillo, così virale e così criticata da un mese a questa parte. È la curiosità che mi spinge ma anche la voglia di capire fino a che punto la trovata sia più pubblicitaria che di gusto.
Certo mi tutelo. Mi siedo a tavola e al mio accompagnatore faccio prendere la classica Margherita per avere comunque la mia comfort zone. A me l’audacia. Al momento dell’ordinazione ho le idee chiare. Seduti nella nuova sede di via dei Tribunali, all’aperto, in uno dei vicoletti più tipici di Napoli si consuma la scena. Arrivano le pizze subito a tavola. La Margherita è una certezza.
Ma la pizza all’ananas qualcosa di più. A mio parere gustosa. Sicuramente agrodolce. L’ananas è caramellata ma regge bene il contrasto con la cacioricotta che smorza la tendenza dolce con un sapore più sapido. Particolare. Uno sfizio che mi andava di concedermi, come quando compro una pokè o mangio sushi. Di certo non lo faccio tutti i giorni, di certo non fanno parte della mia dieta, eppure ogni tanto mi va di prenderli. Mi si può obiettare che la pizza, invece, è tradizione e non va sdoganata.
E chi lo ha detto? Se nelle grandi cucine degli chef stellati convivono tradizione e innovazione non vedo perché non possa permetterselo anche uno storico pizzaiolo partenopeo. Vanitoso, super Social, ma chi non lo è? Lo siamo, nel nostro piccolo, un po’ tutti. Con l’unica differenza che Gino è proprio così, senza alcuna forzatura. Gli viene un po’ tutto naturale. È sicuramente pronto a far parlare di sé ma anche a farsi cavia di sperimentazioni che si espongono a critiche feroci. Giusto per rimanere in tema, metto anche io la mia foto sui Social e amici, colleghi e parenti iniziano a commentarmi.
C’è chi mi ha scritto accusandomi in maniera affettuosa di essere caduta nella trappola di Gino. Io non mi sento di essere stata catturata ma ho solo voluto provare per credere, spinta, come sempre, nella mia vita a vivere nuove esperienze senza pregiudizio alcuno.Certo non posso difendere la pizza all’ananas a spada tratta perché non è questo quello che vuole. Posso solo dire che a me è piaciuta. Non la mangerei un’altra volta per intero, ma giusto uno spicchio o anche due. Quando avrò di nuovo voglia di non fare e provare sempre le stesse cose.
Dai un'occhiata anche a:
- Gallarate, Dueottouno Pizza Verace Napoletana
- Tintarella di Luca Mastracci, l’arte della pizza in riva al mare a Latina
- Da Andrea Pizza Contemporanea a Perugia
- Ritornare alla pizzeria Corallo di Baronissi
- Pizzeria Balbi ad Atripalda: go, Irpinia go!
- Meunier Champagne e Pizza: la migliore pizzeria umbra, carta dei vini inclusa
- Pizzeria Da Attilio dal 1938 a Napoli, la pizza più amata dai pizzaioli napoletani
- Radici – Pizzeria Agricola a Pietrelcina