DONNARDEA
Uve: montepulciano, cesanese
Fascia di prezzo: dai 5 ai 10 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Qualche tempo fa ebbi modo di conoscere attraverso il web questa azienda della campagna romana di proprietà della famiglia Trasmondi: in verità ho spesso corrisposto opinioni e punti di vista con Veronica Trasmondi, che si occupa in Donnardea della parte enoturismo e di molto altro ancora essendo l’azienda strutturata completamente a conduzione familiare con la mamma, la signora Adriana, alle pubbliche relazioni e le altre due sorelle al commerciale ed alla fattoria didattica e con il papà Antonio impegnato in campagna ed in cantina. Beh, Veronica ha la capacità di trasmettere una tale forza comunicativa nelle iniziative che organizza, una tale energia che subito mi ero ripromesso di andargli a fare visita appena le cose si sarebbero messe per il verso giusto tanto da portarmi da quelle parti. Ad oggi visitare l’azienda non mi è stato ancora possibile ma per pura coincidenza un caro amico in visita da Roma (onorevolmente abituato a non presentarsi mai a mani vuote) mi ha portato alcune bottiglie dei Colli Albani, due delle quali “troppo belle da bere” come amo definire io certe bottiglie e tra le altre una di questo rosso Re Turno prodotto da uve Montepulciano e Cesanese. “Questo nome devo averlo già sentito”, mi sono chiesto, ed in effetti il nome Donnardea scritto a caldo in corsivo sulla bella etichetta nera subito mi ha riportato alla mente i vini di questo delizioso angolo della campagna romana. L’azienda infatti si estende su circa 80 ettari di cui 40 vitati, comprende un piccolo lago ed una fattoria didattica aperta tutto l’anno a tutti coloro che vogliono immergersi nella campagna appena fuori Roma, Ardea infatti è a meno di una ventina di Chilometri dalla capitale e l’azienda opera in maniera molto attiva con varie associazioni tra le quali il Movimento Turismo del Vino. Da quel che mi pare aver capito leggendo un po’ qua e là sul web, qui il vino lo si fa da almeno 30 anni, con amore e salvaguardia delle tradizioni locali e con un grande rispetto per la terra e la valorizzazione della realtà rurale laziale. Quante bottiglie di vino si potrebbero produrre con 40 ettari vitati? Qui solo 35.000! Questa cifra vale già mille referenze per capire qui come si lavora la vigna e s’intende il nettare di bacco. Ma veniamo al vino, che seppur non particolarmente raccomandato dall’annata 2003 (fortemente sofferente del caldo che imperversò per in tutta la Penisola) già ad un primo esame visivo manifesta una buona impressione come del resto ci si aspetta da un vino prodotto da uve Montepulciano e Cesanese (vitigni che personalmente apprezzo tantissimo) tanto diffuse da queste parti da essere ben allignate e sinonimo di ottima espressione territoriale. Il colore è di un bel rosso rubino con riflessi tendenti al granato, di discreta consistenza nel bicchiere e poco trasparente. Il primo naso è su note abbastanza mature ed evolute, dapprima frutta in confettura, ciliegia e mirtillo poi vira su sfumature lievemente tostate e speziate. In bocca è secco, caldo ed abbastanza morbido, si offre con una beva gradevole ed abbastanza appagante chiudendo con un finale di nuovo fruttato e finemente speziato. Un vino di ottima levatura, pronto da bere, dal giusto equilibrio gustativo ideale per accompagnare primi piatti di carne o che abbiano una giusta aromaticità e persistenza gustativa, penso per esempio ad un mezzo pacchero con salsiccia e pecorino o magari ad una pappardella ai porcini e tartufo grattugiato fresco. Da servire in calici mediamente ampi intorno ai 16 gradi. Prossima tappa, marcia su Roma, pardon, su Ardea. Tutti in campagna da Donnardea!
Questa scheda è di Angelo Di Costanzo
Sede a Ardea, via Fosso di Valle Caia, 7 località Santapalomba (Roma)
Tel. e Fax +39 069115435
Sito: http://www.donnardea.it
Enologo: Antonio Trasmondi
Bottiglie prodotte: 35.000
Ettari: 40 di proprietà
Vitigni: malvasia e trebbiano del Lazio, nalvasia puntinata, trebbiano Verde, cacchione, bombino, ciliegiolo, sangiovese, montepulciano, cesanese, syrah, merlot