AZIENDA AGRICOLA ELVIRA LICUSATI
Uve: Cabernet Sauvignon
Fascia di prezzo: 10-12 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Aglianico e Fiano, soprattutto, e poi, in misura minore, Barbera, Sangiovese, Piedirosso, Trebbiano, Moscato e Malvasia questi sono tutti i vitigni, o quasi, che da sempre attecchiscono nel Cilento. Si lascia poco o niente spazio alla sperimentazione, meglio andare sul sicuro, non si sa mai. In altre parti d’Italia, invece, prima di impiantare nuovi vitigni in territori vocati, si effettua una zonazione viticola, allo scopo di produrre e organizzare informazioni utili per la gestione agronomica dei vigneti e per i procedimenti di vinificazione delle uve. Così è facile orientare e differenziare le scelte colturali e di lavorazione nell’ambito di un determinato territorio e contribuendo, perciò, a valorizzarlo anche sotto il profilo economico.
La realizzazione di una zonazione viticola si ottiene attraverso il lavoro multidisciplinare ed integrato di pedologi, cioè esperti in viticoltura, enologia e climatologia, così come suggerisce il geografo russo Vasilij Dokucaev e che già in epoca Romana l’agronomo Lucio Columella aveva ben classificato. La zonazione viticola si compone, inoltre, di un insieme di fasi concatenate fra loro, che si svolgono nell’arco di alcuni anni. Queste le principali: realizzazione di una carta dei suoli a scala adeguata; individuazione siti sperimentali; raccolta uve e micro vinificazioni nell’arco di alcuni anni; analisi chimico-sensoriale dei vini prodotti e valutazione integrata dati poliennali. Naturalmente, tutto questo procedimento comporta un esborso finanziario non indifferente e, perciò, il piccolo viticoltore non se lo può permettere assolutamente e deve rinunciarci. Oppure, se ha almeno qualche cognizione agronomica e soldi da investire, deve rischiare sulla propria pelle, per sperimentare coltivazioni ampelografiche più consone.
Ed è proprio quello che è successo a Dario Sabia, il quale è un giovane agronomo che lavora nella propria proprietà. Gestisce, insieme con la madre, un avviato agriturismo nel comune di Ceraso, che si chiama “Le Favate” e possiede, poi, tre ettari vitati nel comune di Ascea, tutti coltivati a Cabernet Sauvignon con metodo biologico, in attesa di gestirne altri due a breve scadenza.
Una vera novità per il Cilento la coltivazione di questo vitigno di provenienza bordolese. Dario, però, è una persona che ama il rischio e non ha paura delle sfide, nonostante viva e lavori in un contesto alquanto conservatore e nichilista. Le sue vigne si trovano posizionate in una valle, che forma un canale di passaggio di masse d’aria che provengono sia dal vicino monte Gelbison e sia dal mare a due passi. Questo scambio d’aria costante, quindi, determina la piena salubrità delle uve.
Dario con il Cabernet produce soltanto due vini: Le Chiuse e Raspente. Il primo è un vino giovane, abbastanza fresco, semplice e di facile beva e prende il nome dalla zona in cui sono collocate le vigne. Il Raspente, che vuol dire scabro, aspro, ruvido, è allevato a Guyot doppio, con basso numero di gemme a frutto. La resa è sui 45-50 quintali per ettaro, La vendemmia viene fatta ad inizio settembre. La vinificazione si fa in acciaio a temperatura controllata e la seguente malolattica in legno, sempre a temperatura costante. Poi sosta per l’affinamento per circa tre anni in botti di rovere e completa l’elevazione in bottiglia per altri sei mesi. Se ne ricavano appena 3.000 pezzi.
Ho degustato il Raspente a casa mia, con tutta calma, prima esaminando le sue qualità organolettiche e, successivamente, abbinandolo ad un ottimo pasto a base di carne. Ebbene, devo subito affermare che è stata una vera scoperta per me, una folgorazione! Come quando si va incontro al primo appuntamento amoroso, senza conoscersi da ambo le parti: titubanti, timidi, scettici, ma speranzosi di un idillio perfetto. Ed è proprio quello che ho provato io, credetemi. Già nel bicchiere il colore assume una tonalità rubino intenso scuro, con riflessi granata. I profumi che salgono al naso sono avvolgenti e richiamano, con discrezione ed eleganza, le note del legno di affinamento, la frutta rossa matura e la marmellata di prugne. Poi, ancora, piacevoli sentori floreali di viola, uniti a note di cacao e aromi speziati di noce moscata. In bocca la struttura tannica è ben percepibile e provoca una leggera astringenza. Ottima la persistenza che lascia al palato gradevoli note speziate e fruttate, già percepite all’olfatto. In conclusione, quindi, un vino rosso dai buoni profumi e con un’impalcatura tannica ancora vigorosa e che, comunque, si ammorbidirà tra poco tempo. Servire ad una temperatura sui 18 gradi, associandolo a piatti di selvaggina, come il cinghiale, e poi carne alla griglia, costine di maiale, arrosto di vitello con patate, stufato di manzo con polenta e formaggio a pasta dura. Un grande incontro amoroso!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede ad Ascea – Località Le Chiuse – Tel: 0974/977310 – Fax: 0974/977949 – Cellulare: 3357639401 – dariosabia@gmail.com – www.favate.it – Enologo- agronomo: Dario Sabia – Ettari vitati: 3 – Bottiglie prodotte: 8.000 – Vitigno: Cabernet Sauvignon.
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