Il Vino Greco di Tufo imparo a conoscerlo fra gli anni Ottanta e Novanta. Da provetto cameriere ero affascinato dal bianco ricco profumi e di nerbo al gusto, capace di abbinarsi a tanti piatti di pesce: e poi era tanta la voglia di mettere a frutto le nozioni acquisite nei corsi di Sommelier.
A distanza di qualche… anno trovo il tempo per andare in Irpinia, terra che amo, per cercare e capire le origini di questo vitigno, una voglia rinverdita in occasione della degustazione durante il Tufo Greco Festival a settembre, dove ebbi la possibilità di conoscere varie aziende, fra cui la Cantina Torricino.
Un vitigno che arriva a Tufo intorno al 1800, riscoperto grazie poi dalla cantina (il vitigno sembra originario della zona del Vesuvio), di Mastroberardino, a cui è riconosciuta la paternità della divulgazione in tutto il mondo e, non solo. Ma, anche la capacita di portare valore e ricchezza a tutte le famiglie della zona, dando l’input per la creazione di tante piccole cantine a conduzione famigliare.
Il Greco, trova a Tufo un habitat ideale, qui le vigne si trovano ad altezze che variano dai 300 ai 500 mt s.l.m. in zone abbastanza limitate e, l’area più vocata si trova nella frazione di San Paolo dove i terreni sono argillosi e molto calcarei.
In cantina arrivo nel tardi pomeriggio e, ad aspettarmi trovo Stefano e Federica di Marzo (titolari della Torricino) con tanti altri amici e colleghi. Stefano è enologo laureato a Firenze, come dice lui “con i soldi che papà guadagnava grazie all’uva ben pagata da Antonio Mastroberardino”.
Ambiente famigliare e riservato per soli sette ettari e max 50mila bottiglie, con vigne intorno a Tufo sui 400 mt s.l.m circa, coltivati a Greco e Fiano, con un’appendice di aglianico a Montemarano che si trova nel triangolo del Taurasi Docg. Preavviso, che tutti i suoi vini rispecchiavano fedelmente la tipicità e non cerano ammiccamenti esterofili in nessun assaggio.
In cantina le fermentazioni seguono un ritmo naturale, il vino è solo accompagnato nel suo ciclo naturale di trasformazione, i vini della linea Raone fermentano spontaneamente con piede di fermentazione preparato in modo tradizionale.
I primi assaggi in cantina sono quelli delle annate 2017, ancora in vasca e già il potenziale aromatico si esprime al meglio, con una bella incursione nella conoscenza del Fiano dove fiori e le note agrumate invadono ogni senso.
Dopo due giorni di degustazioni nel territorio, emerge un Greco di Tufo, completamente diverso dai miei ricordi, dove la qualità era assicurata ma molto diluito nei profimi e gusto.
Oggi, grazie al lavoro di piccoli produttori “leggiamo” un Greco di Tufo intenso nel floreale e di frutto come la onnipresente pesca gialla, e dall’acidità tagliente e tratti salini, dove la spezia accompagna sia i profumi che il palato, come lo zafferano e il curry in alcune annate del Raone.
Tendenzialmente i vigneti di Torricino danno vino con ph molto bassi, quindi Stefano è costretto a far partire quasi sempre la fermentazione malolattica per ammorbidire l’irruenza dell’acidità. La fermentazione e maturazione e svolta in acciaio per tutti i vini bianchi.
Ma ora addentriamoci nella verticale che ci ha regalato delle belle emozioni soprattutto con il 2010. Sottolineo che il Raone nasce dalla sgrondatura delle uve e non da pressatura soffice, il restante mosto va a costituire il Greco “base”…
I terreni sono di colore tendente al giallo a causa della presenza notevole di zolfo e argilla, di 20’anni e una resa massima per ettaro di circa 40 qt. Tutti i vigneti sono tendenzialmente poco defogliati in modo da proteggere l’acino: come caratteristica il Greco è ricco di flavonoidi e quindi facile all’ossidazione, tendente al colore giallo paglierino carico, Mentre i vini di Stefano sono tutti brillanti e freschi.
Tutti i vini di Torricino sono sempre diversi fra loro, appunto a sottolineare l’artigianalità e la non standardizzazione del lavoro in cantina. Contraddistinti da pulizia olfattiva e dalla notevole acidità gustativa, voluta da Stefano perché danno longevità ai suoi vini proteggendoli dl tempo.
Raone Greco di Tufo Docg 2016
Un vino figlio di una vendemmia che non promette bene, con andamento climatico molto freddo e gelate ai vigneti più bassi, estate fredde e molto piovose, con grande selezione delle uve. Ma, invece ci ha lasciato abbastanza sorpresi dimostrando nitidezza olfattiva e nerbo al gusto.
Naso giocato più sul frutto, con note minerale, la spezia emerge subito con pompelmo, e un filo di pistilli zafferano; l’acidità e tagliente, freschissimo, molto salato e ricco di sapidità con finale di pepe bianco e frutto al centro bocca.
Con l’alzarsi della temperatura si apre nel bicchiere e ci regala note di genziana e cremosità di pasticceria per un finale fatto di freschezza assoluta. Sicuramente un vino ancora molto crudo ma che negli anni evolverà.
Raone Greco di Tufo Docg 2015
Figlio di una vendemmia molto calda, infatti ha tutti i tratti dell’immediatezza, quasi voluta, che lo rendono rotondo e accattivante da subito, sicuramente non avrà vita lunga come il 2016, ma la pulizia e la piacevolezza di beva sono integri.
Colore ancora vivace con note di floreale e fieno, avvolte da nuance marine. Bella anche la nota agrumata di limone con una cremosità che ricorda lo zafferano diluito. Al palato l’acidità non manca accompagnandolo verso un finale pepato.
Raone Greco di Tufo Docg 2014
Annata difficile ovunque anche se qui il vitigno Greco sembra aver protetto e difeso suo figlio con tenacia, avvolgendole di struttura gustativa e piacevolezza di beva.
Colore giallo paglierino leggermente carico, un po’ meno espressivo nei profumi, ma si sente la nota di miele con nocciola, il fiore c’è sempre netto giallo e pulito, ma è la pesca che emerge, dal fondo viene furi la salsedine. Al palato riesce a convincere anche se cede nel finale corto.
Raone Greco di Tufo Docg 2013
Annata molto produttiva con uve sanissime. Il colore verte verso il paglierino carico, ma gli anni non hanno scalfito l’equilibrio generale, anzi la nota balsamica emerge assieme alla cannella e all’anice stellato: un descrittore tipico dei Greco di Stefano.
I profumi continuano a regalarci fragranze di bergamotto e cremosità gustative dove il miele si equilibra con la salinità tipica. Al palato il sambuco prende il sopravvento con tanta freschezza e sapidità, lungo e persistente e ricco di bevibilità: un vino che chiama subito il secondo bicchiere.
Nota positiva è la persistenza infinita la secondo bicchiere: qui un coniglio brasato con peperoni ci starebbe proprio bene…!!!
Raone Greco di Tufo Docg 2012
Il naso stenta a partire, la nota di pasticceria e di pistillo di zafferano, sono insistenti. Il colore è ancora giallo paglierino chiaro, sembra un 2015.
Nel complesso un vino molto riservato, quasi a voler sussurrare l’insieme dei profumi di erbe officinali e di frutto. Al gusto l’acidità è invanente, con un corpo molto esile che cede all’irruenza dell’acidità, e il pepe bianco con piacevole salinità nel finale.
Raone Greco di Tufo Docg 2011
Vendemmia piovosa e molto produttiva, che dà vini molto diluiti e poveri di sostanza, tanto da non assicurare la naturale protezione concessa agli altri.
Le note ossidative prendono il sopravvento e imbrigliano un Greco che si difende come può, sfoderando balsami, spezie e tabacco biondo nei profumi. Notevole è la sciabolata acida che risolleva di poco il sorso, a dimostrazione che si combatte fino alla fine.
Raone Greco di Tufo Docg 2010
Questo bicchiere dal colore giallo carico e dai profumi apparentemente avvolti da “volute “ossidazioni controllate, a dimostrazione che il tempo non è riuscito a prevalere su frutto e profumi, regalandogli toni di eleganza nobile e suadente, rendendolo ancora molto attuale spendibile con formaggi stagionati e cioccolato aromatizzato con spezie e finale con sigaro Toscano Riserva.
Gli sbuffi di salsedine emergono a primo impatto con il naso, con tabacco dolce e spezia come il curry. L’acidità è immutata pari a una vecchia signora, arzilla e infaticabile. Il palato continua a essere giocato più sulle spezie come la radice di genziane che con la sapidità ci fanno rimpiangere di averlo finito.
Non chiedetemi quale annata ho apprezzato di più, posso solo dire che il 2016 è il punto di arrivo e di partenza per un Greco di Tufo longevo, ricco di eleganza e di nerbo senza mai abbandonare il solco della tradizione.
In conclusione sono vini che si fanno ricordare e rappresentano lo stile chiaro e netto del produttore, che ripeto, non vuole assomigliare a nessuno e che segna il territorio.
Caratteristiche, finalmente, ricercate da un consumatore preparato e soprattutto estero. Infatti l’ottanta percento del prodotto va all’estero.
Ritagliatevi due giorni e fiondatevi a Tufo, la cantina la trovate subito a destra prima del paese…
La serata è stata condotta da Giuseppe Iannone referente Onav del territorio, assieme a Stefano e Federica di Marzo.
Azienda Agricola Torricino
Loc Torricino, n°5
83010 Tufo (AV)
Tel: 0825998119
www.torricino.it – info@torricino.it
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