Domanda: possiamo stabilire quando il Ragis inizia ad invecchiare? Risposta: no, perché sinora ogni bottiglia aperta è sempre più giovane. Ci è capitato di portare una magnum 2010, dunque di otto anni fa, da bere su genovese e allardiata, vabbé si anche sulle polpette, di Peppe Maiorano dell’Osteria della Chitarra. Eravamo convinti di trovarci a un rosso maturo, e invece no. Vivace dal colore, dal naso ricco di profumi di frutta rossa, irruente freschezza al palato, unico indizio forse i tannini setosi tenendo conto però che in questa bottiglia abbiamo il classico blend di 80 aglianico e 20 piedirosso.
Un vino che nasce carezzato dalla brezza marina sulle vigne affacciate a strabiombo nella deliziosa frazione di Raito di Vietri sul Mare, piccolo grande capolavoro biologico certificato nato dalla passione di Patrizia Malanga e dalla competenza di Gennaro Reale. Amen.
Scheda del 7 luglio. Ormai sono pronto a rivelare il vero segreto di ogni racconto del vino, second0 me. Per evitare una descrizione scolastica e noiosa non bisogna partire da cosa si trova nel bicchiere, ma da quello che ci si aspetta dal bicchiere.
Del resto, pensateci: ogni scelta, di un libro, di una persona, di un luogo, è già una pre-descrizione. E’ qualcosa che sta in primo luogo dentro di noi e che puntiamo a trovare nell’altro da noi, nell’oggetto, nel pensiero, nella sensazione che deve tornare in noi e dunque in qualche modo rimetterci in condizione di narrare il vissuto e dunque il nostro io.
Quindi la narrazione autoptica che nasce dalla degustazione è solo una minchiata, non interessa a nessuno, serve per i panel di valutazione dei concorsi, delle camere di Commercio e delle guide, ma quello che veramente ci si aspetta di leggere da chi scrive di vino o di cibo è la sensazione che proviamo, ossia qualcosa di soggettivo che diventa oggettivo solo in base alla nostra credibilità maturata nel tempo e non in base a parametri numerici e matematici.
Quando ho preso questa bottiglia tra le oltre mille avevavo voglia di provare la determinazione di una donna, Patrizia Malanga, che invece di fare la borghese annoiata si è messa a coltivare la terra, si corica con le ansie della grandinata e della pioggia, dell’invenduto e delle malattie, costretta a difendersi da imbonitori e maghi della vendita facile.
Avevo voglia di qualcosa di semplice da capire e al tempo stesso di carattere e buona stoffa. Cosa di meglio di questo Ragis 2010 da uve aglianico e piedirosso sul quale sembra proprio che il buon Gennaro Reale abbia trovato la quadra giusta? Il rosso infatto esprime una grande energia al naso, anzi, sin dal colore rosso rubino, poi è fresco, pulito, netto. Al palato però non c’è l’impatto impegnativo dell’Aglianico, non trasmette nevrosi da tempo e da prestazione, ma scivola veloce rapido, efficace, grazie al piedirosso.
Vorrei inzupparlo nel polpo alla luciana, ma lo dovrò bere sulla soppressata, ben fatta, di Lello Tornatore maturata nell’antro nelle meraviglie, dove solo chi è irpino da 450 generazioni può entare.
E tuttavia questo vino carezzato dal sole, consumato nella notte ricorda il sole e l’azzurro del cielo e del mare di Raito, là dove avrei sempre vissuto placidamente senza dare fastidio a nessuno se fossi stato benestante.
Un grande rosso, da bere dalla pompa, ora, adesso, subito. Per sudare sotto i raggi più caldi dell’estate e provare il piacere di essere vivi.
Sede a Raito di Vietri sul Mare, via San Vito, 9 – Tel. 328 86 51 452, fax 089 233428 info@vignediraito.com. www.levignediraito.com Enologo: Gennaro Reale. Ettari: 2 di proprietà. Bottiglie prodotte: 4.000. Vitigni: aglianico, piedirosso
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