Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Nel 2004 il Greco di Tufo è apparso più pronto del Fiano di Avellino, la vendemmia 2005 sembra presentarsi diversamente, almeno per quanto riguarda i vini di Mastroberardino. Durante una degustazione comparata e improvvisata a Terrazza Calabritto con il responsabile commerciale Dario Pennino e l’amico Alessandro Regoli fondatore del sito Winenews ho trovato decisamente il Fiano meglio assestato e più ricco del greco Nova Serra. Diciamoci la verità, scrivere così presto di un vino 2005 è in genere quasi un azzardo, quando poi si tratta dei bianchi irpini è quasi una follia. Ma ci sono alcune cose che posso già segnalare con grande evidenza. La prima è che l’enologo Vincenzo Mercurio ha saputo dosare il legno con molta efficacia bilanciando il frutto non straordinario di una annata difficilissima in vigna con i sentori della barrique che accarezzano lievemente il naso nella forma dell’ananas facendo largo a quelli della frutta, leggi pera bianca e nocciola appena tostata, per poi infine quasi sparire del tutto in bocca lasciando posto alla straordinaria mineralità del Fiano. Il giallo paglierino carico annuncia infatti un vino di buona struttura,importante, molto intenso e persistente al naso come al palato. Una bella versione del Fiano che nella nostra griglia esce tra i 10 e i 15 euro ma che in realtà è venduto al pubblico a 11,10 euro, dunque meno di dieci ai ristoratori ed enotecari. Un bel vendere a giusto prezzo, non c’è che dire. Noi lo abbiamo duramente messo alla prova con un tonno crudo sapido e limonato dal sempre verde Enzo Politelli ritrovando in bocca l’equilibrio necessario che costituisce l’essenza di ogni abbinamento: l’impatto del bianco di fronte ad un piatto così intenso e salato è stato davvero efficace, alla fine la frustata amara ha ripulito la bocca lasciandoci completamente soddisfatti.Naturalmente è un bianco di nuova concezione, sicuramente più aggressivo del base che pure noi apprezziamo moltissimo, un po’c oncentrato, ma siamo convinti che da qui a quattro, cinque anni, sarà davvero una grande bottiglia da spendere in occasioni molto importanti. Insomma, cari lettori, due belle conferme alla vigilia di una Pasqua tranquilla nella quale mi dedicherò come è tradizione esclusivamente all’Aglianico: la cucina del nostro amico Enzo, uno dei pochi posti a Napoli dove mangio pesce che parla napoletano, e i bianchi del mio amico Piero.
Sede ad Atripalda. Via Manfredi, 75-81
Tel. 0825.614111, fax 0825.611431
Sito: http://www.mastro.it
Email: mastro@mastro.it
Enologo: Vincenzo Mercurio
Bottiglie prodotte: 2.500.000
Ettari: 150 di proprietà e 150 in conduzione
Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano diAvellino, coda di volpe, greco di Tufo, falanghina
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