Radici 1995 Taurasi docg Mastroberardino

Pubblicato in: Avellino
Radici Taurasi 1995 Mastroberradino

Il Taurasi più invecchia e più diventa moderno. I tannini si ammorbidiscono e la infinita freschezza di questo vino si ricompone mantenendo però una beva  sempre agile e scattante. Certo bisogna saper aspettare, io dico sempre almeno dieci anni prima di poterli stappare in maturità.
Un classico di Mstroberardino non poteva che essere aperto in un ristorante classico, la Caravella di Amalfi, primo ristorante stellato in Campania e nel Sud, tra i primi in Italia. “Continuo a comprarlo e a conservarlo – dice Antonio Dipino, che negli anni ha costruito una delle cantine più complete d’Europa – perché come tutti i grandi vini è affidabile nel tempo. Ma secondo me Mastroberardino dovrebbe venderlo molto più caro per dargli valore”.
In effetti questa bottiglia, praticamente quasi introvabile, all’epoca non superava le 20mila lire, un prezzo accessibile a tutti. Ma anche negli anni i prezzi di Mastroberardino non sono mai stati troppo alti, decisamente sempre un buon affare per il consumatore: oggi questa etichetta si trova a circa 20 euro sul web, esattamente più o meno lo stesso rapporto di valore di 25 anni fa.
Ricercando nel nostro sito, la becchiamo nel racconto di una verticale di Taurasi Mastroberardino tenuta nel 2006 al Savoy Beach Hotel svolta con le bottiglie della mia cantina e raccontata da Vittorio Guerrazzi: I misteri che rendono grande il vino! Così come l’annata precedente non riusciva a mettersi in evidenza, così questo ’95 si impone all’attenzione della platea e schizza ai vertici della batteria.
Fitto più che concentrato (fra i due termini c’è un decennio di cultura del vino), impenetrabile in un nero inchiostro che non ha nessun cedimento: un naso virtualmente infinito che si apre e si chiude e si evolve minuto dopo minuto. Un mistero liquido che affascina tutti. Un giovinetto ancora al palato, in cui una straordinaria freschezza sostiene un frutto assolutamente integro, screziato di humus e tabacco.
Imponente ancora la struttura tannica che regalerà anni ed anni di longeva austerità: da procurarsi ad ogni costo qualche bottiglia!

Procurarsi qualche bottiglia. Lo ha fatto come ogni anno Antonio Dipino che adesso l’abbina al finale del menu dei 60 della Caravella: il raviolo caprese della sua mamma. Che dire dopo quasi 25 anni? Il colore è rimasto lo stesso di quello descritto dall’amico Vittorio, naso di ciliegia matura, caffè, tabacco, carruba, cenere e rimando fumè. Al palato è semplicemente perfetto, inossidabile.
Insomma, se siete appassionati di vino, il mio consiglio è sempre lo stesso. fare scorta di questi rossi che sono venduti ad ottimi prezzo e conservrli bene negli anni. Non hanno mai sbagliato un colpo. Tra la’ltro dobbiamo aggiungere che questa è una delle ultime annate curate personalmente da Antonio, il papà di Piero, e riflettono in pieno lo stile dell’azienda: sobrio, riservato, tenace nel tempo, puro ed elegante.

www.mastroberardino.com


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