21 luglio 2001
Meditate, meditate. «Ho visitato la maison Krug; e se dovessi scegliere fra tornare a visitarla e ottenere un’udienza dal Papa, bene: sceglierei i Krug» (Michael Foster sul Camberra Times). «Chiunque beva Krug contribuisce in qualche modo a creare un clima più intelligente tra gli uomini» (Serena Sutcliffe in Champagne, edizioni Flammarion). La maison fondata nel 1843 da Johan-Joseph Krug, oggi passata alla Rémy Martin, sta al mondo del vino come la Ferrari a quello dei motori. C’è dunque ben poco da aggiungere sulla Grande Cuvée (metà Pinot Noir, 30 per cento Chardonnay e il resto Pinot Meunier), sul Rosé o sul grande Vintage 1985. Abbiamo già sostenuto, parlando della maison Bruno Paillard, come lo Champagne sia di casa a Napoli quanto e più della Falanghina dei Campi Flegrei o del Piedirosso. Un paradosso? Niente affatto: i Borbone avranno pure insegnato qualcosa a baroni e marchesi che facevano appassire i contadi del Cilento e delle Calabrie per sputtanarsi tutti i soldi nella Capitale. Nella città più europea e meno borghese d’Italia le bollicine francesi stanno bene. E dunque Krug ha scelto Gianfranco Morgano o viceversa? Difficile rispondere, ma non siamo stupiti dalla nascita della prima e unica Krug Room italiana al mitico Quisi bar del Quisisana. Per i curiosi: la Grande Cuveé si accompagna ad una selezione di stuzzichini, il Krug 1988 al salmone marinato all’aneto con salsa allo yogurt, il Rosé con una langoustine in tempura con salsa agrodolce mentre il mitico Clos du Mesnil, cru di Champagne dal vitigno omonimo, viene servito semplicemente con il caviale Sevruga. Queste le scelte dell’executive chef Mirko Rocca il quale nella serata inaugurale di domenica scorsa aveva puntato, oltre che sulla stuzzicheria, su una zuppetta di cicerchie e su una mousse di pescespada e melanzane. Non è facile trovare le Krug room nel mondo, ad ogni modo segnaliamo a chi non ha problemi di spostamenti il Forty One di Sidney ed lo champagne bar di New York, il Bubble Lounge. Ma bere Krug a Capri è molto meglio: Tiberio docet.