di Stefano Ronconi
Nella sezione del Merano Wine Festival dedicata a vini bio&qualcosa (biologici, da agricoltura biologica, biodinamici, naturali, liberi e chi più ne ha ne metta!) si intravede una certa difficoltà sia a scovare un filo conduttore tra i prodotti presenti sia a trovare novità e/o bottiglie che suscitino emozioni.
Comunque con il piglio del migliore cronista, ci siamo messi di impegno per scovare un manipolo di una decina di vini con il loro annesso di storie e di persone legate al vino e alla sua tradizione.
Quest’anno la selezione presentava circa 70 produttori di 16 regioni italiane più alcuni produttori di Francia, Slovenia e Austria.
Tra gli assaggi che ci hanno impressionato di più alcune novità, poche, qualche conferma e qualche delusione che non troverete.
1) Quattro Tempora Rosso Piceno Superiore 2010 – Aldo Di Giacomi
Piccolo produttore del Piceno, Aldo di Giacomi sforna una versione di questo Rosso piceno (70% Montepulciano 30% Sangiovese) davvero convincente: al naso speziato e note di frutto rosso maturo, ricordi di tabacco, accenno di volatile che in bocca si tramuta in una beva ricca, materica, con fruttato e tannini presenti ma ben risolti, tutto equilibrato da acidità. Outsider. 91/100
2) Suber IGT Sicilia 2011 – Daino
Da una zona non a DOC, ma contigua a quella del Cerasuolo di Vittoria, questo vino dal blend inconsueto (Nero d’avola 50%, Alicante 30%, Frappato 20%) è ancora giovane di aspetto con riflessi porpora, il naso è sulla frutta rossa fresca e croccante, ma in bocca rivela agilità e acidità, con ritorni di frutti rossi, ribes e ciliegia, con un allungo di grande piacevolezza. Futuribile. 90/100
3) Arshura Marche Rosso IGT 2011 – Valter Mattoni
Da questo esuberante vignaiolo/imbianchino una versione di Montepulciano in purezza davvero arrembante ma di grande piacevolezza; ricco ma di grande equilibrio alla beva, si sente la grande attenzione riservata alla vigna, con rese basse e maturazione ideale, ma anche la naturalezza della cantina con una certa rusticità che non spiace. Da conservare. 90/100
4) Pepe Rosso Montepulciano d’Abruzzo 2003 – Stefania Pepe
Altro Montepulciano, stavolta dalla terra di origine e in annata difficile e matura: Stefania Pepe ha portato una batteria di vini assortita per annate e tipologia, ma noi abbiamo preferito questo Pepe Rosso, ancora integro, di grande ampiezza sia al naso , con note speziate, di tabacco e di macchia, con una bocca imponente, appena sbilanciata dall’alcool, ma con una tessitura davvero fine. Brava Stefania! 90/100
5) Sammarco Toscana IGT 2009 Castello della Rampolla
Classico assemblaggio di uve internazionali (90% Cabernet Sauvignon, 5% Merlot e 5% Sangiovese) provenienti da zona ultraclassica del Chianti (Panzano): naso che si apre su eleganti note di fiori e frutti rossi, con nuance di tabacco, in bocca rivela doti di eleganza più che di potenza, materia trattata davvero bene e tannini levigati; giovane ma si vede un futuro brillante. Meglio fra 2 anni. 88/100
6) Pinot Nero Vallagarina IGT Rosso 2009 – Vallarom
Azienda storica di proprietà della famiglia Scienza, da qualche anno sta rinnovando sia la gamma (con l’introduzione di spumanti, p.e.) che le etichette, ma il Pinot Nero è sempre stato un punto di forza; qui assaggiamo 2 annate la 2008, più esile, giocata sull’eleganza e la speziatura e la 2009, figlia di una vendemmia più calda, ricca di frutto ma con una bella beva. Noi preferiamo la 2008 , ma la 2009 vale 88/100. Non solo Borgogna!
7) Cifra 2012 Costa Toscana Rosso IGT – Duemani
Dall’azienda biodinamica dell’importante enologo Luca D’Attoma, ecco il cosidetto vino base, da Cabernet Franc in purezza, con un approccio giocato su note di fiori e varietali molto esibite, cui corrisponde una bevibilità superiore, ricca ma agile e fresca con note di frutta croccante, spezie orientali, tannini levigati e dolci. Succoso. 87/100
8) Roter Veltliner Reisenthal 2012 – Mantlerhof
Questa storica azienda austriaca della zona del Kremstal, ormai conquistata alla conduzione biologica, fra le poche provenienti dall’estero, presenta un vino da uve Roter Veltliner vinificate in bianco davvero convincente: al naso note di fiori bianchi e minerali, in bocca acidità trascinante ma anche note sassose e di miele ad arricchire la beva che risulta non solo verticale con ricordi di frutta bianca matura. Imprevisto 87/100
9) Pecorino Colline Pescaresi IGT 2012 – Marina Palusci
Piccola azienda che lavora in regime biologico e che dalla vendemmia 2012 propone il Pecorino senza solfiti aggiunti: versione giovanissima che al primo assaggio rivela un accenno di carbonica, ricco di note agrumate e di erbe aromatiche, alla beva ricco ma fresco, già godibile e con qualche potenziale evolutivo. Interessante il confronto col 2011, pure di buon livello in cui si apprezza la gestione della calda annata. Incoraggiante. 86/100
10) Ruschieto Chianti Classico Riserva 2006 – La Salceta
Bella profondità di beva questo Chianti Riserva (95% Sangiovese e 5% Canaiolo) dell’azienda La Salceta , fra i soci fondatori della denominazione Valdarno di Sopra che dovrebbe far uscire dal cono d’ombra questa zona storica per la produzione del vino di qualità. Naso appena chiuso, poi note speziate di cuoio e di fiori rossi appena appassiti, in bocca rivela freschezza e ampiezza, con tannini ben maturi e croccanti. Da scoprire. 86/100
Note di degustazione in collaborazione con P. Valentini
Dai un'occhiata anche a:
- Nuits-Saint-Georges 2014 Premier Cru – Domaine Chevillon
- Chablis Valmur 2001 Grand Cru Albert Pic
- Dom Perignon 2002 Plenitude 2
- Pouilly-Fumé Appellation Pouilly Fumé Contròlée 2020 Tradition Cullus Vieillies Vignes – Domaine Masson- Blondelet
- La Maison di Champagne Bruno Paillard sceglie Napoli per l’anteprima nazionale dell’Extra Brut Millésime Assemblage 2015
- Prendersi il tempo con lo champagne Abele’ 1757
- L’Esclusiva MasterClass Cuzziol Grandi Vini | Vincent Girardin e la Borgogna, la Côte de Beaune e il Meursault a Palazzo Petrucci
- Inside Krug’s Kitchen: dieci anni di “Krug X” a Parigi. Noi ci siamo stati