«Tengo ‘a cazzimma e faccio tutto quello che mi va» (A me me piace ’o blues)
Già, “’a cazzimma”. Chi non è napoletano e non ha mai avuto modo di sentire questo termine, si chiederà giustamente di che si tratti. Ebbe’, “cazzimma” è un neologismo dialettale molto in voga negli ultimi tempi. Designa la furbizia accentuata, la pratica costante di attingere acqua per il proprio mulino, in qualunque momento e situazione”.
(Pino Daniele, Storie e poesie di un mascalzone latino, Napoli, Pironti, 1994, pp. 52-53).
Un milanese chiede: “Cos’è la cazzimma?”. Risposta: “Nun t’o bboglio ricere, chest’è ’a cazzimma!”, cioè “non te lo voglio dire, questa è la cazzimma!”.
Alessandro Siani
In una società di reti reali e non virtuali, in effetti la cazzimma non è poi una grande virtù, non ha una accezione positiva. Ma negli ultimi tempi invece, con l’individualismo esasperato, non si può fare a meno di cazzimma per sopravvivere. E Marianna Vitale ne ha da vendere: pochi come lei riescono ad intuire la direzione da prendere e una cosa è sicura, la sua cucina non annoia mai. Ogni volta c’è qualcosa che colpisce, spiazza, stupisce.
La cazzimma sta anzitutto nella capacità di fare una cucina che entra nelle corde della gente e al tempo stesso colpire positivamente il gourmet più annoiato, abbinare gli ingredienti in modo nuovo, a volte esagerando con le acidità, ma anche questo ci sta tutto.
Marianna Vitale e Pino Esposito si stanno per trasferire nel cuore della Napoli gne gne, a Chiaia. Auguriamo ogni bene, ovviamente, tra l’altro a me farebbe molto comodo visto che lavoro a 500 metri. Ma spero che oltre ad un contratto blindato, i due mantengano questo spirito scugnizzo, rispettoso e irriverente, attenti a stare un passo avanti alla mentalità media del consumatore e non dieci.
La novità che fa alzare l’asticella a Marianna in un panorama campano in cui la metà degli stellati è ancorata ad una concezione astratta della cucina, è l’impegno con le erbe e con l’orto che ha avviato e a cui si sta dedicando moto. Non a chilometro zero, ecco la cazzimma, ma provando a piante erbe e spezie di paesi lontani per vedere se prendono.
La cucina dunque risente di questa influenza fusion che ha però solide radici napoletane con la materia prima e la pasta secca in cui la nostra cuoca è davvero maestra.
Lo spaghetto pizza margherita, servito su pomodoro freddo, è sicuramente innovativo non solo per i toni bruciati, ma anche per la capacità di riproporre le sensazioni della pizza, proprio come ha fatto Massimo Bottura alle Strade della Mozzarella con il riso.
Con gli spaghettini qui siamo veramente tra Napoli e Oriente. Non solo: sono buonissimi!.
Anche gli altri piatti sono su questa falsa riga tranne il calamaro che abbiamo trovato eccessivamente salsato e senza controspinta alla dolcezza imperante e stancante del piatto.
Finalmente la nostra madamoiselle vira bene su dolci di alleggerimento.
Va anche sottolineata la grande crescita della sala: anno dopo anno Pino Esposito sta creando una carta che ama il proprio territorio, ricca di champagne, piena di curiosità italiane e francesi accessibili a tutte le tasche. Davvero un bel bere che sta al passo con la cucina.
CONCLUSIONI
La crescita di Marianna non si è assolutamente fermata. La sua creatività, la capacità di assorbire idee e rielaborarle in modo originale, la sempre maggiore padronanza tecnica, avere il cliente come punto di riferimento sono la cornice di un quadro destinato ad avere sempre più valore. Ne siamo convinti. L’importate è conservare questo spirito corsaro, smart, capace di stupire senza effetti speciali ma con la sostanza dei sapori e dei piatti. Insomma, l’avete capito, per me la cazzimma in cucina ci vuole, eccome se ci vuole
Marianna Vitale Ristorante Sud a Quarto
Via S. Pietro e S. Paolo, 8, 80010 Quarto NA
Tel. 081 020 2708.
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