di Andrea Docimo
Il mondo del panino – è innegabile – amplia sempre più i propri orizzonti, spingendosi in territori fino a qualche anno fa inesplorati. In questo “mare magnum”, però, occorre fare un po’ di selezione per non imbattersi in cocenti delusioni. È per questo motivo che ora vi delineerò quelli che per me sono i locali più meritevoli in Campania. I parametri che hanno orientato le mie scelte durante la pianificazione e la stesura del pezzo? Andiamo per gradi.
Ho anzitutto evitato di prendere in considerazione attività in cui le derive “foodpornesche” facessero a cazzotti con ragionamenti legati all’utilizzo di buone/ottime materie prime. Una racchetta Wilson con un piatto-corde più piccolo della media non ti rende automaticamente Roger Federer.
Non ho peraltro preso in considerazione locali in cui la qualità delle materie prime risultasse bassa, pur se storici a loro modo.
Infine, ho rifuggito chi si spinge troppo oltre, finendo per scimmiottare i colleghi o, peggio ancora, gli chef.
Bando alle ciance, iniziamo.
Macelleria – Hamburgeria da Gigione
Pomigliano d’Arco (NA)
Partiti qualche anno fa proponendo panini take-away nella macelleria di famiglia a Pomigliano, sono stati tra i primi ad investire tempo e denaro nello studio. Adesso possiedono una hamburgeria-braceria completa sotto ogni punto di vista (cibo, birre, vino, cocktail) e sono il modello di riferimento in Campania. Tremendamente innovativi e sperimentali.
Agribraceria Fattoria Carpineto
Zona Ospedaliera, Napoli
Accanto ad un supermarket in zona ospedaliera, c’è una delle mie “comfort-zone” preferite. Grande facilità di parcheggio, ambiente “country” e carni di ottima qualità sono i punti di forza. I panini sono golosissimi e costano il giusto. Se devo rilassarmi, non v’è dubbio alcuno che io vada qui. Informale e “sapurito”.
Egidio Cerrone ha rivoluzionato il mondo del panino in Campania. È innegabile. Nel suo locale (solo take-away) propone panini che strizzano l’occhio all’America, basandosi sulla tradizione napoletana ed ampliando il respiro con scelte innovative. La golosità, l’apparente semplicità (solo perché sono immediati) e scelte strategiche d’avanguardia sono i motivi di un successo senza precedenti a via Cilea. Panino ex machina: cambia il soggetto, ma la reazione suscitata dall’artificio scenico è lo stesso. “Maraviglia”.
Birstrot
Montesarchio (BN)
Non ne ho mai scritto, perché è una scoperta nuova di zecca. Anzi, per me è la scoperta dell’anno. Cosa si può dire altrimenti di un locale che propone un panino con ostriche in tempura di Tipopils, Camembert, confettura di pomodori verdi ed erba ostrica, con a fianco una gelatina di Negroni? Ne scriverò appena possibile, ma nel frattempo seguite il mio consiglio. Vale la trasferta.
A due passi dalla Reggia di Caserta, Ornella Buzzone – che oltre a possedere un locale fa per passione la foodblogger – propone abbinamenti azzardati che tuttavia colpiscono. I suoi panini contengono vere e proprie ricette: qui, ad esempio, ho mangiato un panino con capretto e piselli nel periodo pasquale. Il locale è piccolo ma carino ed essenziale. Un vulcano tra piastra e fornelli.
Tra i primi a capire le potenzialità del modello americano, adesso i Girasole girano a pieno ritmo ad Aversa. Il bun c’è, così come ci sono anche le buone materie prime ed una grafica fresca e giovanile. Memorabile il panino creato in collaborazione con Marianna Vitale, 1* presso Sud a Quarto. “Tu vuo’ fa l’americano”, stavolta per bene.
Qualche occhio all’America, la competenza di Venerando Valastro alle braci ed il gioco iniziò, ed è già qualche anno che si va avanti in quel di Pozzuoli. Burger di pesce, una discreta selezione di birre e fritti interessanti tra i punti di forza del locale. “Il mare in mezzo al pane”, come da slogan.
Paninoteca Ciro Mazzella dal 1974
Monte di Procida (NA)
La “petite madeleine” di Proust è qui un panino. Sapori semplici, immediati e ancestrali, per un panino che è (ed anche in questo caso vale) un viaggio. Pochi tavoli, sale minute, ma l’accoglienza di una volta: niente camerieri giacca e cravatta altezzosi; al loro posto c’è il sorriso sincero e impagabile di Ciro Mazzella e consorte. La Tradizione, con la “T” maiuscola.
Sturgis Beerhouse
Brusciano (NA)
Giacomo Delle Cave ha studiato all’alberghiero, poi ha lavorato in qualche ristorante e dunque ha aperto Sturgis, prima a Pomigliano e dunque a Brusciano. Il pub è confortevole, ci si sente quasi come a casa. I punti forti del locale sono le birre, ma i panini non sfigurano, anzi. Erano già buoni, ma dopo le migliorie apportate al pane sono diventati buonissimi. L’ultima volta che ci sono stato ne ho provato uno con hamburger di scottona, formaggio caprino, fette di mela caramellate, pesto di mandorle e rucola. Sensazionale e accogliente.
Una piccola gemma preziosa nella splendida cornice di Caiazzo. Vincenzo Coppola, agronomo che ne sa di tutto un… tanto, con Mario Cipriano di Birrificio Karma ha dato vita ad un pub dove la ricerca sulle materie prime (partendo dal grano per il pane e finendo al companatico) e un’attenzione particolare alle birre si fondono al buon gusto (anche per quanto riguarda arredi e musica di sottofondo). Apparenza e tanta sostanza.
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