Le dieci cose da sapere sul grano e la pasta italiana.
In questo nuovo Medioevo culturale nel quale i cittadini trasformati in consumatori si abbeverano ai mantra che scalano gli algoritmi di Google adesso è il turno della pasta. Dopo le farine integrali e le farine bianche, il macinato a pietra, i solfiti arrivano nuovi luoghi comuni ai quali è difficile resistere. Viviamo nel mercato globale ma iniziamo a pensare come se vivessimo in piccoli nuclei familiari dediti all’autoproduzione.
Qui sotto ci sono i dieci punti riassunti da Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, una delle eccellenze assolute della nostra industria alimentare e le facciamo nostre perché ci crediamo profondamente,
Ecco allora le dieci cose da sapere su grano e pasta italiana.
1-La produzione italiana di grano duro non è sufficiente a soddisfare le richieste dei produttori italiani di pasta.
C’è un deficit di materia prima nazionale pari a circa il 30-40% del fabbisogno del settore.
2-L’industria pastaia importa da sempre grano duro dall’estero. Non è certo una novità di questi anni.
Il mito della pasta italiana si è costruito nell’Ottocento, proprio utilizzando grano di altissima qualità russo e canadese.
3-Il grano importato dall’estero è tracciato e sicuro.
La UE, le autorità italiane e le aziende pastarie lo garantiscono attraverso un piano di controlli rigorosissimo lungo tutta la filiera.
4-Il grano estero non viene comprato per risparmiare: spesso costa anche di più.
Serve ad aggiungere stabilità alla qualità del grano italiano.
5-La selezione dei migliori grani dipende dalla stagione e dalla qualità dei raccolti. Ecco perché i pastai li cercano in tutto il mondo.
Oggi il migliore grano non italiano arriva soprattutto da Canada, USA, Australia, Russia e Francia.
6-Una eventuale contaminazione delle materie prime riguarda sia il grano italiano che quello straniero nella stessa misura.
Se dai controlli delle aziende la materia prima non risulta essere a norma, non viene utilizzata per la pastificazione.
7-Affermare che comprando pasta fatta con il 100% di grano duro nazionale si salva il granaio d’Italia è fuorviante.
La produzione italiana viene salvata tutti i giorni dalle 120 aziende pastarie che acquistano in Italia il 60-70% del grano duro necessario per la produzione di pasta, cioè tutta la produzione di grano duro italiana.
8-Produrre pasta solo con grano italiano costringerebbe molti italiani a rinunciare al loro piatto preferito e a un pilastro della dieta mediterranea. Siamo il più grande Paese consumatore di pasta, con 26 kg procapite all’anno. Il grano duro italiano non è sufficiente a coprire questa domanda. E comunque sono già in commercio prodotti realizzati con grano 100% di origine italiana.
9-Producendo pasta fatta con solo grano italiano non potremmo esportarne il 58%, come facciamo attualmente.
Con danni enormi al settore e agli altri comparti trainati dall’export di pasta, come olio, formaggio e pomodoro.
10-La pasta italiana è sicuramente Made in Italy perché è frutto del saper fare del pastaio italiano e di una tradizione trasmessa da secoli.
Sarebbe ingiusto e riduttivo ricondurre la qualità di questo prodotto alla sola origine della materia prima.
Ecco dunque le dieci cose da sapere sulla qualità della pasta italiana e il grano
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