di Cristina Mosca
Chi si ricorda di “Qualità Abruzzo”? L’associazione di ristoratori era stata presentata nel 2008 a Identità Golose di Milano dall’assessore regionale al turismo Enrico Paolini, coordinatore e presidente onorario di un progetto ambizioso: mettere insieme i migliori chef d’Abruzzo per creare un circuito virtuoso, sulla scia dei vicini e autorevoli Cuochi di marca capitanati da Lucio Pompili.
L’esperienza entusiasmò e deluse i ristoratori abruzzesi in un colpo solo, per via di opportunità non colte o colte male a causa di carenze organizzative e comunicative. La voglia di fare qualcosa insieme è però rimasta a tutti in gola, e alla fine del 2010 uno zoccolo duro di associati ha proposto di riprendere le fila del discorso e creare un’associazione nuova, a condizione che stavolta nascesse dal basso e non ammettesse incursioni politiche. Al limite, solo sponsor privati (per adesso hanno dato il loro sostegno due abruzzesi, il pastificio Verrigni e Ursini Grandi Oli).
Il nome “Qualità Abruzzo” è rimasto lo stesso, perché la volontà di rilanciare il progetto è partita dai medesimi soci fondatori: Andrea Beccaceci, Lanfranco Centofanti, Carlo De Sanctis, Antonello Moscardi, Marcello Spadone e Peppino Tinari. La nuova formazione vede aggiungersi altre eccellenze dei fornelli (Cristian Di Tillio, Claudio Di Remigio, Domenica Vagnarelli, Massimiliano Capretta e Luca Panunzio) e i due pasticceri Fabrizio Camplone e Angelo Di Masso.
Già pochi mesi prima che l’associazione venisse lanciata, in novembre, con un convegno sulla convivialità e la benedizione dello chef tristellato Antonio Santini e dei giornalisti Gianni Mura, Antonio Del Giudice e Andrea Scanzi, gli operatori del settore e i blogger puntarono subito il dito su alcuni grandi vuoti. Balzò infatti subito all’occhio l’assenza del bistellato Michelin Niko Romito e di uno dei suoi pupilli, Nicola Fossaceca, che negli ultimi due anni è stato più volte premiato come miglior giovane chef emergente del centro Italia. Tra i soci fondatori non c’è più, infine, Antonio Strammiello, unico chef non abruzzese ma primo cuoco di pesce a ricevere una stella Michelin in Abruzzo.
«Gli assenti sono stati accuratamente invitati», ha dovuto più volte rassicurare il presidente della nuova “Qualità Abruzzo” Andrea Beccaceci. Ad ogni modo, vale la pena concentrarsi su chi c’è piuttosto che lamentarsi su chi non c’è, e già si nota che la presenza dell’associazione in Abruzzo è soddisfacente: la cartina sul suo sito dimostra che tutte e quattro le province sono degnamente rappresentate. «L’associazione non rinasce come realtà rigida – ha inoltre precisato Beccaceci – ma per allargarsi, di anno in anno, con nuove partecipazioni. A differenza della precedente esperienza, non sarà più un progetto dedicato ai soli ristoratori ma si aprirà anche ai produttori, alle osterie, a tutti quegli operatori che nel loro campo sono un’eccellenza».
Da qui sono scaturite la promessa di un disciplinare che regolamenterà gli ingressi (e le uscite) degli associati, e l’attuazione della prima iniziativa solidale che è partita durante le feste natalizie: aggiungere in carta un piatto a base di lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, prodotto tipico abruzzese e presidio Slow Food, per devolvere una percentuale di denaro raccolto alla casa famiglia a Tortoreto gestita dalla Onlus “I bambini di Betania”. L’iniziativa sulla carta finisce domani 15 gennaio, ma da alcuni ristoratori sarà prorogata per qualche altro giorno.
Ecco come gli 11 ristoratori e i 2 pasticceri interpreteranno le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio per “La Casa di Lorenzo””:
Hostaria L’Arca (Alba Adriatica, TE):
Baccalà mantecato con chips della sua pelle su crema di lenticchie e lenticchie croccanti.
Mediterraneo (Alba Adriatica, TE): “La Muntagne va a Lu Mar” (minestra di lenticchie di Santo Stefano, pescato dell’Adriatico, profumo di porcino e croccante salato di lenticchie).
L’angolo d’Abruzzo (Carsoli, AQ):
Zuppa di legumi con lenticchie.
Il ritrovo d’Abruzzo (Civitella Casanova, PE):
Zuppa di lenticchie con salsiccia, porcini, cazzarelli al pomodoro.
La Bandiera (Civitella Casanova, PE):
Baccalà, caciocavallo e lenticchie fritte.
Beccaceci (Giulianova, TE):
Zampone di mare e lenticchie.
Villa Maiella (Guardiagrele, CH):
Zuppa di lenticchie con castagne e crostini all’olio agrumato.
Elodia (Camarda, AQ):
Ravioli di lenticchie in brodo di cappone e cardi.
Locanda Manthonè (Pescara):
Lenticchie con castagne e peperone dolce croccante.
La conchiglia d’oro (Pineto, TE):
Zuppa di lenticchie con quadrucci, calamaretti e scampi.
L’angolino da Filippo (San Vito Chietino, CH): Risotto con crema di lenticchie e scampi.
Caprice (Pescara): Finger food con aperitivo.
Pan dell’orso (Scanno, AQ): Aperitivo con “lenticchia a cavallo” e “La lenticchia incontra re panettone”.
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