2 gennaio 2003
L’ingresso assolato della Puglia grassa e generosa di Federico II è sempre ben sorvegliato da due sentinelle di eccezione appostate ad Andria. La prima, la Conte Spagnoletti Zeuli, con i suoi 400 ettari (di cui 120 a vigneto) è in servizio ininterrottamente dal 1600 mentre la seconda, Rivera, da poco più di cento, sicché l’attuale proprietario Carlo De Corato è ormai quarta generazione. In questi due laboratori all’aperto, al lavoro uno a fianco all’altro, che sfornano una ventina di prodotti a prezzi molto convenienti, c’è davvero di tutto.
Dall’Abruzzo il montepulciano, dalla Campania, meglio, dalla Lucania, l’aglianico, di suo questa terra sfodera soprattutto l’uva di Troia, il bombino nero e bianco e poi ancora sauvignon, chardonnay, cabernet sauvignon. Davvero la doc Castel Del Monte, simile in questo alla campana Sannio, offre infinite possibilità e combinazioni a chi ha buone idee in testa.
Prendiamo ad esempio il Terranera della Conte Spagnoletti Zeuli (Contrada San Domenico, Strada Statale 98, chilometro 21. Tel. 0883569511), si tratta di un rosso riserva ottenuto da uva di Troia, montepulciano e cabernet sauvignon, abbastanza morbido, buon abbinamento ai primi piatti saporiti o a formaggi pecorini di media stagionatura mentre sulle burrate potete provare il Castel del Monte Bianco La Piana.
Diciamo però che sui bianchi la Puglia deve ancora scegliere tra l’eleganza nordica e l’esuberanza meridionale degli chardonnay del Nuovo Mondo.
Dalla Capitanata al Salento al momento volano soprattutto i rossi. Come il famoso Falcone Riserva di Rivera (Contrada Rivera, strada statale 98, km 19. Telefono 088.3569501) che quest’anno ha sfiorato i tre bicchieri sulla guida Slow Food-Gambero Rosso: si tratta anche in questo caso di un blend dove uva di Troia e montepulciano confermano di trovarsi a proprio agio. Attenzione, il confronto è sempre necessario, a quell’aglianico in centomila bottiglie a buon prezzo cotte dal sole, il Cappellaccio riserva ’99.
Qui ci vuole un podolico. Senza marmellatina.