A parte gli addetti ai lavori e ai grandi appassionati, la Puglia ha ancora una immagine poggiata sui suoi grandi rossi e, soprattutto negli ultimi anni, sul successo straordinario del Primitivo, un vino che in poche stagioni è passato dalle sensazioni di cotto e di ossidato alla potente eleganza fruttata pur nella diversità delle interpretazioni e del confronto fra Gioia del Colle e Manduria.
Una degustazione che ho avuto il piacere di coordinare a Taormina Gourmet organizzata dalla sezione regionale delle Donne del Vino presieduta da Renata Garofano ha avuto il merito di accendere i fari sulla poliedricità del sistema vitivinicolo pugliese, una regione che in termini di quantità, con i suoi dieci milioni e passa di ettolitri prodotti è seconda solo al Veneto che ne produce circa un milione in più.
Naturalmente sappiamo che quantità non vuol dire qualità, ma però, soprattutto con le tecnologie moderne e gli studi sul comportamento dei vitigni autoctoni di cui sino a vent’anni fa non c’era quasi tracci, comunque è indice di un patrimonio ampelografico molto vasto a cui attingere. Circostanza questa che se unita alla proverbiale anarchia italiana, offre non poche chicche e sorprese.
Ed è quanto è avvenuto nella selezione delle dieci etichette operata da Titti Dell’Erba e Ilaria Oliva, competenti e appassionate sommelier, che ci ha consentito di percorrere i 400 chilometri di questa regione con una visione assolutamente inedita, almeno per me, e sorprendente.
Quale occasione migliore della rubrica Garantito Igp per lasciare una traccia scritta da cui magari poter prendere spunti, o anche semplicemente di conoscere, dieci volti della viticultura pugliese poco noti ai più.
La selezione delle Donne del Vino Puglia
Rosé Brut spumante Puglia Igt 2022, Caiaffa Vini
Il vino di Angela Caiaffa, prodotto a Cerignola in provincia di Foggia conferma la vocazione spumantistica di questa regione iniziata nel lontano 1979 ad opera di D’Arapri, unica azienda del Centro Sud dedita esclusivamente alla spumantizzazione. Un vino fresco, complesso, elegante, sapido. Uno Charmat molto ben eseguito.
Sumarè 30 Mesi 2019 Rosato Brut Metodo Classico, Tenute Rubino
Altro giro, scendiamo in provincia di Brindisi dove questa grande azienda rappresentata da Romina Leopardi, punta per la spumantizzazione con metodo classico sul Susumaniello con risultati a dir poco sorprendenti, a conferma che se si ragiona liberi da altri riferimenti territoriali, la proposta italiana da vitigni autoctoni regala belle soddisfazioni ai produttori e ai consumatori.
Theos Bombino Bianco 2022 Puglia Igp, cantine Merinum
Ci spostiamo adesso sulla punta dello sperone garganico, nella bella Vieste dove Cinzia Quitadamo propone una versione di Bombino sapida, gradevole, assolutamente fresca nonostante l’annata siccitosa. Da spendere subito sui crudi di mare.
Castillo Valle d’Itria igp Minutolo 2022, Cantine Cardone
Ecco un vitigno fuoriclasse al quale non si devono porre limiti nell’invecchiamento essendo un semiaromatico. Anche questo bianco di Marianna Cardone è molto fresco nonostante la terribile annata siccitosa, ma gode di ottime escursioni termiche in quello che forse è il miglior territorio pugliese vocato per i bianchi. Con grandi prosepttive di invecchiamento.
Lumen in Aria, Bianco Ostuni 2021, Villa Agreste
Fatto con uve Impigno 75% e daldo di Francavidda: confesso la mia ignoranza, non le conoscevo. Il bianco di Silvia Scordino rivela una bella personalità e i due anni dalla vendemmia lo hanno completamente equilibrato regalando un sorso piacevole di frutta bianca. Anche questo, come tutti i vini di cui abbiamo parlato, è segnato da una piacevole sapidità.
Rosamora Rosato Malvasia Nera 2022 Salento igp, Cantina Paolo Leo
Inizia adesso la batteria dei rosati. Devo dire assolutamente non scontata: nessuna delle tre etichette scelte da Titti e Ilaria è da Negroamaro, ma una lettura in rosa di tre vitigni che in genere consideriamo solo in rosso. Come questa Malvasia Nera di Roberta D’Arpa, che di solito è in blend nella Salice salentino doc e che qui si conferma grande uva. Fresco, tonico, pimpante, un bell’esempio di rosato
Rosamora Rosato Malvasia Nera 2022 Salento igp, Cantina Paolo Leo
Inizia adesso la batteria dei rosati. Devo dire assolutamente non scontata: nessuna delle tre etichette scelte da Titti e Ilaria è da Negroamaro, ma una lettura in rosa di tre vitigni che in genere consideriamo solo in rosso. Come questa Malvasia Nera di Roberta D’Arpa, che di solito è in blend nella Salice salentino doc e che qui si conferma grande uva. Fresco, tonico, pimpante, un bell’esempio di rosato.
Tre Tomoli Rosa, Rosato 2022 Puglia igp Susumaniello
La prima etichetta con cui Flora Saponari è passata dall’altra parte del banchetto, ossia da brava degustratrice e brava produttrice. Un rosato che mi è sempre piaciuto per la eleganza, la sapiditò, la conferma di quanto questa uva sia valida anche quando viene lavorata in proprio.
Bisciù, Nero di Troia Rosato 2022 Puglia Igp, Mandwinery
Dopo il Negroamaro è proprio il Nero di Troia il vitigno utilizzato per i rosati pugliesi. In questa esecuzione da manuale voluta da Michela Manduano il rosato esprime tutta la sua poliedricità da vino a tutto pasto capace di coinvolgere tutti indistintamente.
Simpotica, Negroamaro 2016 Salento rosso igt, Garofano Vigneti e Cantine
Un rosso importante da uve Negroamaro con saldi di Montepulciano che dopo la fermentazione alcolica ha un affinamento in barrique per circa un anno. A distanza di sette anni il vino di Renata Garofano si presenta fresco, con i tannini ben risolti, in ottimo equilibrio e con una perfetta fusione fra legno e frutto.
Elegia, Primitivo di Manduria dop Riserva 2020, Produttori di Manduria
La più grande azienda di primitivo, rappresentata in associazione da Anna Gennari, presenta una etichetta molto famosa. Anche questo rosso viene affinato per un anno in barrique. Emerge con evidenza il carattere potente del Primitivo, tanta frutta, discreta freschezza, un finale lungo e appagante.
Al termine di questo viaggio cosa dire? Semplice: la Puglia ha fatto enormi passi in avanti negli ultimi vent’anni, sicuramente la regione tra le più dinamiche. Le grandi quantità e i luoghi comuni nascondono decine e decine di chicche che questa degustazione voluta e presentata dalla collega Annalucia Galeone è riuscita a mettere in evidenza. C’è ancora tanto da scovare, raccontare, provare e sperimentare in questa magnifica regione meridionle.
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