Quanno ‘o vino è bbuono e bbella e bbona è ‘a tavernara, ‘o cunto è sempe caro!
Allorché il vino è saporito e l’ostessa è bella e procace il conto risulta sempre caro.
Ci troviamo difronte ad un proverbio che parrebbe quasi contrapporsi al precedente, ed invece è soltanto una disincantata osservazione della realtà che spesso ci pone innanzi a situazioni contrastanti, ma ineludibili; nella fattispecie fuor di discussione che sia consigliabile assumere del vino gustoso e saporito, ma occorre metter in conto l’eventualità quasi certa di dovere sborsare piú del dovuto se alla mescita del vino sia adibita la padrona della taverna o bettola, che sia bella e procace ed offra oltre che un ottimo vino, anche la vista delle sue grazie fisiche.
‘O vino te fa guappo, ‘o barbiere te fa bbello e ‘a femmena te fa fesso!
Il vino ti rende sfrontato, il barbiere ti rende bello e la donna ti inganna!
Gustoso ed ammiccante proverbio spudoratamente misogino nato in epoca tardo ottocento allorché a Napoli erano in auge la figura del guappo, quella dell’acconciatore maschile che svolgeva spesso anche funzioni di cerusico, flebotomo (salassatore); sia il guappo che con la sua arroganza e/o sfrontatezza spesso si ergeva a paladino dei derelitti, che i barbieri (per la loro doppia funzione di acconciatori e cerusici) furono ritenute figure positive al contrario della donna ritenuta sempre e comunque soggetto inaffidabile da cui attendersi solo inganni e/o tradimenti!
Quann’ uno s’à dda ‘mbriacà, è mmeglio ca ‘o ffa cu ‘o vino bbuono
Quando uno decide d’ubriacarsi è meglio che lo faccia con vino buono.
Oltre l’ovvio significato che consiglia anche nel caso di ubriacatura di assumere del vino buono e non di quello scadente, il proverbio (che chiude questa piccola silloge e ne rappresenta quasi la summa con quel vino bbuono che la fa da padrone) à un pregnante significato estensivo che è il seguente: se c’è da perdere la testa è piú opportuno farlo per chi o per qualcosa per cui ne valga la pena.