di Maria Pranzo
Le fiere del vino stanno cambiando, questa è una realtà che pochi potrebbero mettere in discussione, eppure molti dei produttori che partecipano alle fiere in Italia e all’estero sono convinti che siano ancora strategiche per raggiungere nuovi mercati.
Allora, cosa sta cambiando? Come questi cambiamenti che sembrano spaventare gli organizzatori sono invece un’occasione per rimettere tutto in discussione e magari ottimizzare l’investimento degli espositori?
Pro Wein, dopo l’edizione di Shanghai (sempre in crescita) ha deciso di presentare il suo format a Hong Kong suscitando non poche perplessità. Pochi stand hanno avuto successo, programmando per tempo incontri e masterclass, ma molti espositori si sono annoiati… forse perché si tratta della prima edizione? Ma abbiamo davvero bisogno di nuove edizioni?
A Bordeaux, Vinexpo ha registrato il 30% in meno di visitatori e di espositori per l’edizione 2019 (1600 contro i 2400 dell’anno precedente), ma Patrick Seguin, presidente di CCI Bordeaux Gironde e azionista di maggioranza di Vinexpo, si considera soddisfatto perché molti dei produttori sono riusciti a lavorare meglio, con più calma. «Ho addirittura ricevuto un messaggio di ringraziamento da Bernard Magrez –racconta Seguin- che sicuramente non esita a lamentarsi quando le cose non vanno. Mi ha fatto sapere che questo Vinexpo è stato per lui il migliore negli ultimi 20 anni». Anche molti degli italiani che abbiamo intervistato si considerano fortunati perché hanno avuto il tempo di parlare con i loro importatori senza lo stress che ha caratterizzato le passate edizioni della fiera. Come ci conferma Luca Giavi, Direttore generale del Consorzio di tutela Prosecco
DOC: «è stata una fiera tranquilla, diversa, ma chi ha programmato gli appuntamenti per tempo è riuscito sicuramente a ottimizzare l’investimento».
Allora, chi non si ritiene soddisfatto? Sicuramente chi ha iniziato a frequentare le fiere da poco, chi cercava nuovi contatti e non aveva pianificato gli appuntamenti, chi sperava nell’incontro fortunato, e sicuramente chi ha visitato la fiera l’ultimo giorno (giovedì 16 maggio) e ha trovato molti degli stand deserti.
Inoltre, nonostante Patrick Seguin sia soddisfatto del feedback dei produttori, difficile credere che lo sia anche in termini di budget; il 30% degli espositori in meno corrisponde a una perdita significativa. Molte aziende, come HINE Cognac hanno rinunciato a partecipare a VINEXPO per organizzare un evento fuori salone con importatori e giornalisti.
Rodolphe Lameyse, Direttore Generale di Vinexpo, è già pronto a comunicare i cambiamenti importanti che coinvolgeranno Vinexpo, come la collaborazione con Wine Paris a gennaio (o febbraio) 2020, e la rivoluzione che subirà la fiera di Bordeaux: ci saranno grandi degustazioni, le dîner du palais diventerà un evento importante anche per i visitatori, la conferenza “Symposium Vinexpo” uno strumento di riflessione e comunicazione e la grande collaborazione con gli châteaux centrale.
Lameyse si augura inoltre una maggiore collaborazione con la semaine des primeurs che permetterebbe di invitare a Bordeaux tutti gli opinion leader del settore una sola volta per due iniziative diverse e importanti a livello mondiale.
La chiave del cambiamento sembra oggi essere l’approfondimento, il confronto, la ricerca; l’ha capito bene la brava Stevie Kim, direttrice di Vinitaly International e ideatrice di Wine2Wine (The International Wine Business Italian forum) che si svolgerà il 25 e il 26 novembre a Verona. Tante conferenze, seminari, workshop e un unico protagonista; il vino. Stevie è riuscita a riunire opinion leader di tutto il mondo, master of wine, enologi e esperti e-commerce perché il mondo del vino ha bisogno di essere ripensato; ci sono nuovi strumenti che permettono di raccontarlo, promuoverlo e venderlo.
Ecco 5 consigli per i produttori che vogliono partecipare alle fiere:
Chi presenta i vini deve saper parlare bene inglese. Sembra un consiglio banale, ma non lo è. Spesso si incontrato produttori, responsabili marketing, responsabili export che non sanno raccontare la cantina… è un’occasione persa!
Organizzate i vostri meeting, non aspettate di attirare i visitatori durante la fiera. Non serve inviare una comunicazione generica con una bella foto e la posizione dello stand, meglio un invito personale nel quale anticipate gli argomenti di discussione e le informazioni sui vini.
Ottimizzate l’investimento: partecipare alla fiera, pagare l’albergo, il volo… è un costo importante e va ottimizzato. Lavorate con qualcuno che conosce bene il mercato nel quale volete arrivare, fatevi aiutare nel contattare gli importatori e programmate le visite nei ristoranti.
Se avete deciso di partecipare alla fiera, organizzate un evento negli stessi giorni. Affidatevi (si, lo ripeto!) a qualcuno che conosce il mercato, che possa organizzare un tasting/aperititvo con i sommelier, con i distributori… è un piccolo investimento in più ma utile ad ottimizzare tutta la trasferta.
L’unione fa la forza! Lavorate con altri produttori, ben vengano i consorzi, le associazioni… riuscirete a risparmiare sulle spese della fiera, il vostro spazio avrà un impatto visivo importante e sarà più semplice organizzare momenti interessanti come tasting, masterclass o workshop, che attireranno gli opinion leader.
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