di Paola Mustilli
Siamo di nuovo protagonisti della missione Sannio in Cina, grazie ad un progetto di promozione internazionale nei paesi terzi, finanziato da Confagricoltura Benevento con Andrea Postiglione Presidente e cofinanziato dalla Comunità Europea e dalla Regione Campania.
I miei compagni di viaggio:
Nicola Matarazzo, Direttore del Consorzio Samnium; Domizio Pigna, Cantina Guardiense; Antonio Razzano, Vigne Sannite; Alfredo Di Leone, Vinicola del Titerno; Rita Pessina, Cantina del Taburno; Carmine Fusco, Cantina Il Poggio; Michele Del Vecchio, Vinicola Del Vecchio; Antonio Di Cicco, Terra di Briganti; Manfredi Pascarella, direttore Confagricoltura Benevento; Ida Savoia, consulente Confagricoltura; Salvatore Cuoci, Regione Campania.
Dopo 12 ore di volo allietate da film in cinese con sottotitoli in inglese, atterriamo a Shanghai e ci lanciamo subito alla scoperta della citta’ che da sola ospita un terzo della popolazione italiana !! Ci aspetta il nostro partner Yijia, originale cinese de Roma ! Il senso di appartenenza alla patria e’ ancora molto forte, si sceglie per cena un ristorante italiano di un simpatico ragazzo pugliese che ci ha deliziato con una cucina molto delicata
Già al primo incontro con gli operatori ci si rende conto degli effetti della riforma economica lanciata dal compagno Deng Xiaoping , la Cina e’ in piena espansione economica , la corsa all’occidentalizzazione e’ sfrenata, il desiderio di beni materiali e di status symbol e’ forte , bere vino e’ un modello, quello francese prima di tutto, quello italiano segue a ruota, lo Stato sostiene le imprese private anche nel business del vino, nascono centri espositivi e piattaforme commerciali con estensioni infinite che supportano a 360 gradi le società di importazione e distribuzione , dallo sdoganamento dei vini alla logistica, dal marketing alla partecipazione alle centinaia di fiere che con cadenza quasi settimanale si organizzano in tutte le città della Cina !
Iniziamo gli incontri di degustazione; sono mentalizzata alla maniera occidentale sulla scaletta: vini bianchi, rossi leggeri, rossi corposi e in finale vini dolci, vado in crisi quando vedo iniziare gli assaggi con il passito e poi il rosso corposo ed infine il bianco !! Sudo e cerco di mettere ordine gentilmente spiegando la sequenza, ma niente da fare, allora mi lascio andare, “forse si deve partire da qui per poi cambiare le cose “, mi dico speranzosa!
Cena con gli operatori economici al ristorante cinese: effettivamente con l’ anatra glassata o il maialino in crosta dolce il passito ci sta bene ! Con la medusa fritta una falanghina e’ ok, il bello viene sul campe’, quando ti invitano a brindare e si deve bere in un sorso solo tutto il contenuto del bicchiere …fino all’ ultima goccia!!
La cena finisce così, dal bicchiere si passa alla bottiglia, si beve direttamente a canna!
In Cina i ristoranti di un certo livello hanno sale private, il più in voga ne ha 44, un palazzo di cinque piani, marmo dovunque, ogni sala con il nome di una città del mondo, tutte arredate in tema, con tanto di tappeti, divani, poltrone, e megaschermo digitale.
Le cucine a vista ed un acquario da fare invidia alla Stazione Zoologica Anton Dohrn con specie di pesci e frutti di mare degni del migliore ristorante di Napoli, unica differenza le tartarughe ahime !! E serpenti in gabbia (meno male) sigh!!
La cena, con il solito tavolo girevole questa volta dotato di motore autonomo. Soluzione confortevole soprattutto perché eviti di ungerti le mani quando diventa sporco di sughi vari a causa dell’ inesperienza occidentale nell’utilizzo delle bacchette! In linea con la tradizione cinese inizia un primo brindisi del proprietario del ristorante di cui siamo ospiti. A differenza dei nostri, il padrone di casa si alza e inizia a fare il giro del tavolo brindando personalmente con ciascun commensale gridando campe’, poi si beve fino all’ ultima goccia e si gira il bicchiere! Eravamo in 14, comincio a preoccuparmi per i miei compagni di viaggio maschi a cui toccherà lo stesso giro!
Chiusura in bellezza con evidente stato allegria collettiva!
Si incontrano tanti italiani, dallo chef gourmet dell’albergo di lusso al professionista , ciascuno con una storia da raccontare, si percepisce un senso di nostalgia per il proprio Paese, si coglie la frase “chef, grazie di averci fatto sentire un po’ a casa nostra stasera “.
Arriva il momento di partire, come dopo ogni viaggio resta la certezza di lasciare qualcosa di noi nel luogo che ci ha ospitato e di esserci arricchiti di esperienze uniche.
Fantastico il gruppo, insieme nella grande Cina abbiamo imparato ad essere uniti nel rispetto delle differenze.
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