FEUDI DI SAN GREGORIO
Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Il Privilegio rappresenta una delle massime espressioni mai raggiunte dal fiano di Avellino, un vitigno a bacca bianca che, vale la pena ricordarlo a titolo di cronaca, era consumato dai contadini irpini proprio in versione dolce e rifermentanto in bottiglia, una sorta di metodo champenois in salsa vesuviana così come era uso nelle campagne dell’Appennino meridionale sino a qualche anno fa. Poi la rincorsa verso i rossi muscolosi ha travolto questa come altre tradizioni che possono riaffacciarsi con autorità proprio in questa fase di crisi del vino in cui è necessario che la produzione esprima il meglio di se attraverso il maggior numero possibile di tipologie. Sin dalle sue prime uscite il bianco dolce della Feudi seguiva dunque la vocazione naturale del fiano che ha quasi sempre un finale gentile anche nelle sue versioni più secche: noi pensiamo debba essere bevuto sempre dopo un lungo periodo di tempo per dargli modo di scrollarsi di dosso il legno all’inizio un po’ invasivo ed esprimere al meglio la mineralità del terreno. Una conferma è venuta dalla prova dell’annata 1999, non particolarmente memorabile in verità, la qualcosa rende ancora più straordinario il bicchiere: a distanza di sei anni il Privilegio si presenta subito con un bel colore giallo oro brillante, senza il minimo riflesso ambrato, sicché l’esito della degustazione è già ben delineato: l’ingresso in bocca è spiazzante per chi si aspetta immediatamente la sensazione dolce, perché prevale anzitutto la freschezza, il vino è pimpante, perfettamente in forma, quasi come fosse stato imbottigliato da pochi giorni, anche se in realtà la lunga permanenza in bottiglia lo ha dotato di un equilibrio migliore. Solo quando il vino ha occupato tutto il palato avvolgendo completamente la lingua con la sua grassezza e il suo corpo inizia a prevalere la dolcezza ben sposata alla mineralità con la quale si accompagna in un finale lunghissimo, chiuso con estrema pulizia. Le sensazioni al naso sono complesse, la macchia mediterranea e l’agrumato lasciano il posto a sentori di miele, spezie. Il segreto del bicchiere dei Feudi è sicuramente l’equilibrio perfetto raggiunto tra la componente zuccherina e l’acidità mentre l’alcol non è eccessivo, siamo sui 13 gradi dichiarati. Proprio la freschezza e il corpo gli consentono, a nostro avviso, di affrontare anche i dolci più complessi e decisi come questi benedetti tortini di cioccolato che hanno invaso tutti i ristoranti italiani da un po’ di tempo a questa parte oltre, naturalmente, su alcuni formaggi stagionati corretti però con delle confetture per evitare un contrasto secondo noi troppo stridente tra la sapidità e lo zucchero. Crediamo di poter sottoscrivere una vita molto lunga a questo vino, il 1999 ha sicuramente davanti a se almeno altri quattro, cinque anni di buona evoluzione e ci auguriamo vivamente che l’azienda ne custodisca la memoria sull’esempio delle grandi mason francesi di sauternes. L’eleganza del Privilegio è assoluta, ricorda i bianchi dolci del Triveneto al naso mentre in bocca ha la struttura di quelli francesi, sicuramente non è assimilabile a quelli tipici del Mezzogiorno dove prevale quasi sempre una frutta surmatura se non cotta, per non parlare delle palate di zucchero che in genere gli appassionati di questi vini sono costretti a bere. Grande vino, memorabile millesimo.
Sede a Sorbo Serpico. Località Cerza Grossa. Tel. 0825.9866, fax 0825.986230. www.feudi.it. feudi@feudi.it. Enologo: Riccardo Cotarella. Ettari: 230 di proprietà. Bottiglie prodotte: 2.500.000. Vitigni: fiano, falanghina, greco, aglianico, piedirosso, merlot.
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