Principe Cerami del San Domenico Palace Four Seasons Taormina
Piazza San Domenico di Guzman, 5
Tel. 0942 613310
Aperto la sera
Ci sono rimaste poche certezze nella vita, una di queste è Massimo Mantarro a capo delle cucina del San Domenico Palace Four Season di Taormina. Inutile nascondervelo, se fossi ricco mi piacerebbe trascorrere le vita passando da un albergo all’altro di questa splendica catena alberghiera dal lusso classico e rassicurante, dove tutto è curato nei dettagli, vuoi il tuo pranzo ad uno dei ristoranti de Le Cinq a Parigi, oppure in quello magnifico al Palagio di Firenze a cui sono legato da tanti ricordi. Si tratta di uno stile inconfondibile, dalla formazione del personale ai grandi direttori che hanno fatto epoca come l’indimenticabile Patrizio Cipollini.
Il Four Season a Taormina ha il fascino dell’Etna che sbuffa e dello Jonio in cui tuffarsi, un vero e proprio hub gastronomico con ben 50 cuochi diretti da Massimo Mantarro che curano quasi duecento colazioni ogni giorno al massimo livello, il ristorante Anciovi di cucina tipica siciliana e lo stellato Principe Cerami, e poi ancora un servizio in camera e un bar sempre aperto per qualsiasi esigenza degli ospiti.
Massimo Mantarro è cuoco di lunga esperienza, è in quella fase della vita, bellissima, in cui da chef si diventa cuochi, ossia direttori di orchestra. Ossia quando l’ego lascia spazio alla clientela e ai suoi capricci, una capacità che ben pochi hanno, soprattutto quelli che hanno maturato lunghe esperienze all’estero. Classe 1971, etneo, diplomato all’alberghiero, ha lavorato, tra l’altro all’Etoile di Venezia e all’École Lenôtre a Parigi, Al cambio a Torino, dal Don Alfonso e Al Duomo. Il suo rapporto con la Sicilia, con questa parte dell’Isola, è viscerale, lo ritroviamo nei prodotti, nella loro stagionalità, nella riproposizione di sapori convinti e indimenticabili.
Mangiare qui costa dai 155 ai 195 euro vini esclusi, una esperienza da fare almeno una volta quando siete a Taormina e dintorni.
La sala del Principe Cerami è elegante, i lservizio perfetto. Qui Mantarri esprime una cucina che lui stesso deifinisce neo classica, aggettivo a cui possiamo aggiungere contemporanea perchè è attenta ai grassi e alla stagionalitò, usa poco sale e le combinazioni non sono modaiole, ma pensate e ragionate.
Il percorso è dunque una bella esperienza, rafforzata da una buona carta dei vini in cui ovviamente la Sicilia è in vetrina con i giusti ricarichi.
Sin dall’inizio si capisce che siamo in presenza di una delicata cucina mediterranea, in cui prevalgono il vegetale e il mare. I primi due morsi sono centrati e perfetti.
La pasta è interpretata all’italiana, il momento della gioia, lo zenit di ogni pasto, l’estrazione del sapore è eccezionale e la combinazione cotto crudo perfetta.
Anche il riso di calamaro è una pensata al tempo stesso ironica, buona con una citazione iconica.
Di grande scuola i due secondi, mare e carne, con giochi di consistenze, vegetale che fa da spalla con personalità e nomn come complemento
La Quaglia rivela tutta la tecnica e le capacità del cuoco con un cottura perfetta, declinato alla primavera
Grande piatto, infine, il Wellington di tonno rosso, che vale da solo il ritorno in questo locale.
Il reparto dolci dribbla elegantemente la tradizione siciliana senza rinnegarla, meno zuccheri, si chiude con leggerezza e sapore.
CONCLUSIONI
Non puoi dire di essere stato a Taormina senza aver provato la cucina di Massimo Mantarro. Una esperienza abbordabile economicamente parlando in un contesto davvero straordinario di lusso elegante e fine. Regalato a chi volete bene.
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