Pirro Varone
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: 20,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 27/30 – Palato 27/30 – Non omologazione 30/35
Ognuno di noi ha le sue preferenze. Se parliamo di vino a livello meridionale riconosco la mia debolezza per tutti quelli di provenienza irpina: Fiano, Greco ed Aglianico, che poi ritrovo con quasi uguale valenza anche in altri luoghi come il Cilento per esempio. Negli ultimi anni, invece, mi sono appassionato ai vini pugliesi a bacca rossa: primitivo, negroamaro, nero di troia, malvasia nera e susumaniello. Non voglio stilare una classifica di merito perché li amo tutti in eguale misura, anche se riconosco che in principio mi è subito piaciuto il primitivo nelle sue due diverse connotazioni territoriali di Manduria e di Gioia del Colle. Due specie varietali simili, ma diverse per posizione geografica, per terroir di appartenenza e per tipo di allevamento, ma che si completano a vicenda e s’integrano alla perfezione nel vasto panorama ampelografico pugliese, riuscendo ad ottenere sempre lusinghieri risultati.
La Società Agricola Biologica Pirro Varone di Manduria, con alle spalle cinque secoli di storia e di proprietà della sig.ra Occhinero e di suo marito Pietro Ribezzo, produce nove etichette, ma la gemma più preziosa è rappresentata proprio dal Primitivo di Manduria, che riesce a spuntare eccellenti riconoscimenti ed il consenso da parte dei consumatori. Tra l’altro i vini sono stati selezionati dalla Scuola Internazionale di Alta Cucina di Colorno e serviti a bordo delle compagnie aeree Alitalia ed Airone.
In questi giorni ho assaggiato il Primitivo di Manduria Dop Riserva 2010. Allevamento ad alberello appoggiato. Raccolta delle uve ad inizio settembre. Fermentazione e maturazione del vino alternativamente in acciaio e barriques per un anno e poi ancora sei mesi in vetro per l’affinamento finale. Alcolicità di quindici gradi.
Il risultato si evidenzia di primo acchito già nel bicchiere, segnato da un rubino cupo e splendente. Al naso aromi di pregiata frutta del sottobosco, come mirtilli, lamponi e more, alleati a svolazzi floreali, vegetali, speziati, balsamici, tostati e/o a profumi di terra rossa. Approccio del sorso sul palato subito caldo e sensuale, ma fortunatamente anche fresco ed elegante e contrassegnato da una morbida allure tannica. Fittezza materica godibile e vellutata. Vino corposo, armonico ed equilibrato. Retrogusto piacevolmente mentolato, sapido e persistente, che lasca il cavo orale pienamente soddisfatto. Prezzo vantaggioso. Da servire su un cosciotto di agnello alla brace e formaggi stagionati. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Manduria (Ta) – Via Senatore Lacaita, 90
Cell. 339 7429098 – Fax 099 2209939
info@pirrovarone.com – www.pirrovarone.eu
Enologo: Cosimo Spina
Ettari vitati: 22 – Bottiglie prodotte: 100.000
Vitigni: primitivo, negroamaro, grisola, malvasia bianca e minutolo
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