Capito a Manduria per un convegno di qualche mese fa, e non mi faccio scappare l’occasione per andare a trovare Bruno Garofano, un enologo che considero fra i più autorevoli in fatto di Primitivo di Manduria.
Oltre che a collaborare con numerose cantine, anni fa decide di recuperare una vecchia cantina per farne il suo vino e adibirla anche a vinoteca.
Bruno non ha bisogno di molte presentazioni, Avellinese di nascita trapiantato in terra di Primitivo da giovanissimo, può considerarsi uno dei padri di questo vitigno, e grazie a lui sono nati e nascono molte bottiglie che oggi sono il vanto di Puglia in tutto il mondo.
Passare due ore di pomeriggio assieme a Bruno Garofano è stato come tornare sui banchi di scuola e ascoltavi immobile il professore preferito, con gli occhi sgranati e ….
Il loro primo lavoro era produrre cisterne che andavano prima in Francia e poi in mote altre regioni italiane e questo è successo fin dagli anni settanta in poi, e vi assicuro che continua ancora. La Francia ha smesso, ma in Italia continua, ma questa è un’altra storia che tutti conoscono.
In tutto il Salento e non solo era abitudine delle famiglie, avere tutti la cantinola dove produrre vino per il fabbisogno personale, utilizzando le anfore in terracotta come contenitori di conservazione; il vino prodotto in più, veniva poi venduto ai vari commercianti che gironzolavano per quei territori e rivenduto al nord.
Ma, torniamo a Bruno e alla sua cantina che racchiude tradizione e qualità in poco spazi ma molto funzionale; ma non basta, alla sera si trasforma in Wine Bar, con la possibilità di stuzzicare formaggi e salumi sfiziosi con a fianco un ottimo calice di Acini Spargoli, il loro Primitivo da vecchi alberelli pugliesi di oltre quarant’anni, con massimo 40 quintali di resa per ettaro.
I lieviti indigeni provvedono egregiamente ad un fermentazione spontanea all’interno di vasche di cemento vetrificate. Maturazione in barrique di terzo e quarto passaggio e affinamento di almeno sei mesi in bottiglia.
Inteso e ricco nei profumi, con un bouquet elegante, a partire dal note di cioccolato e liquirizia, poi emergono sbuffi di caffè e ed erbe mediterranee, seguite da spezie dolci e toni mentolati; al palato sfoggia una morbidezza sontuosa che si alterna con dei tannini veri e ben fatti; la ciliegia continua imperterrita ad accarezzarvi il palato, assieme a tanta sapidità, con finale mentolato.
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