Azienda Agricola Giuseppe Attanasio
Uva: Primitivo
Fascia di prezzo: 30,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: Acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 25/30 – Non omologazione 30/35
Le feste di fine anno sono appena trascorse e, come di consueto, si finisce di bere i “vini speciali” che sono stati degustati in libagione durante tutto questo periodo, in compagnia di panettoni, pandori, struffoli e dolci vari. E così – insieme con lo spumante e lo Champagne – Passito, Muffato, Vin Santo, Vino Santo, Recioto, Fior d’Arancio, Sagrantino dolce, Primitivo dolce, Sciachetrà, Marsala, Moscato, Malvasia e/o Sauternes, Tokaji, Trockenbeerenauslese, Ice Wine, Porto, Madeira, Sherry, ecc. vanno in letargo fino alle prossime festività, salvo eccezionali eventi. I motivi che inducono ad un consumo limitato dei vini dolci nel corso dell’anno sono molteplici e legati proprio alla specifica tipologia. Questo genere di vino, infatti, è connotato da lunghi tempi di lavorazione per via dell’appassimento delle uve pazientemente selezionate; è prodotto in quantità minime; la sua dolcezza, se non supportata dal giusto equilibrio tra alcol, tannini (nei passiti rossi) e acidità, può evolvere in stucchevolezza che disturba fortemente il palato; e, naturalmente, ha un prezzo mediamente superiore.
Senza dimenticare poi che nell’immaginario collettivo il passito è visto come un vino di non facile abbinamento col cibo. Ecco spiegato allora il perché della sua scarsa penetrazione sul mercato nazionale in generale e la poca attenzione che gli viene riservata dai consumatori, che erroneamente lo ritengono un vino raro, quasi di nicchia, e da consumare soltanto in speciali evenienze ed a piccole dosi.
In questo periodo anch’io ho degustato un ottimo passito, il pugliese Primitivo di Manduria Dolce Naturale Dop 2008 dell’Azienda Agricola Giuseppe Attanasio di Manduria, frutto di una vendemmia tardiva, con uve surmature, e con il vitigno allevato col classico sistema ad alberello vecchio di 40 anni. Il proprietario è un simpatico “giovanotto” settantenne, coadiuvato dai figli Luca e Alessandro, sempre attivo e fedele alla lunga tradizione familiare. Questo vino ha ottenuto gratificanti riconoscimenti e/o la chiocciola di Vino Slow 2013.
La fermentazione alcolica, seguita dalla malolattica, è avvenuta in silos di acciaio protrattasi per alcuni giorni. Il vino ha proseguito la maturazione prima in contenitori di acciaio per un anno e poi nelle piccole barriques di rovere e dopo è stato elevato in bottiglia. La gradazione alcolica effettiva raggiunge i 15° C, mentre quella totale arriva fino a 18 gradi.
L’effetto cromatico nel bicchiere è di un rosso granata intenso, con riflessi purpurei. Al naso salgono aromi complessi di confettura di prugne, cioccolato fondente, fichi secchi, liquirizia, anice stellato, tabacco, vaniglia, cacao, piccoli frutti del sottobosco e lievi e tipiche note ossidative non inficianti. In bocca è dolce, ma non invasivamente stucchevole, anzi possiede un ottimo equilibrio tra acidità, tannini ed elevata alcolicità, che pareggiano con piacevolezza i conti con il primo sapore zuccherino. E’ poi caldo, avvolgente ed elegante. Il finale è abbastanza persistente e lievemente amaricante. L’abbinamento col cibo è molto ampio e spazia dai tipici dolci regionali, al cioccolato amaro, ai formaggi erborinati come il Gorgonzola, il Roquefort, il Cambozola, lo Stilton, ecc., fino a saporiti piatti a base di carne. E allora prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Manduria (TA) – Via per Oria, 13
Tel. e Fax 099 9737121 –
info@primitivo-attanasio.com – www.primitivo-attanasio.com
Enologo: Bruno Garofano
Ettari vitati: 6
Bottiglie prodotte: 15.000
Vitigno: Primitivo