di Cosimo Torlo
A) le giornaliste e i giornalisti russi sono dei rompi coglioni, parlano, disturbano e vendono vino….a proposito di conflitto d’interesse…consoliamoci, non siamo solo noi ad avere questo problema..
B) le aziende del Chianti Classico sono davvero un insieme di anime diverse tra di loro, abbiamo da sempre quelli dell’antica nobiltà e/o dai nomi e cognomi lunghissimi, i Ricasoli, Coralia Pignatelli della Leonessa (Castell’in Villa), Giovanni Ricasoli-Firidolfi (Castello di Cacchiano), Luca Martini di Cigala (San Giusto a Rentennano), Antinori, Principe Corsini, Sveva Rocco di Torrepadula (Rignana), Marco Ricasoli – Firidolfi (Rocca di Montegrossi), i Ruspoli (Tenuta di Lilliano), i Folonari (Tenuta di Nozzole), Marchese Mazzei, Giovanna Stianti Mascheroni (Castello di Volpaia). Ed ancora in ordine sparso una banca tedesca (San Felice – Gruppo Allianz), aziende farmaceutiche comeTenimenti Angelini (San Leonino), Banfi, Martin Kronenberg e Barbara Widmer (Brancaia), Jarkko Peraner e Josephin Cramer (Candialle), Zonin, Louis-Marie Chollet (Cerbaia), Valeria Zavantnikova (Fattoria di Montemaggio), Jim e Rita Papini Cook (Le Miccine), e molti altri sarebbero i foresta da citare. Ma concludo segnalando anche la presenza tra i produttori dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero (Pieve di Campoli), Università degli Studi di Firenze (Villa Montepaldi). Come si evince da questo parzialissimo elenco un gruppo davvero estremamente eterogeneo, una domanda corre spontanea…ma i toscani che fine hanno fatto?..
B) i vini; l’annata 2011, stante i 37 campioni degustati si presenta piacevole, di buona beva, con un sangiovese che si offre carico ma equilibrato, elegante ma senza tradire le sue peculiari caratteristiche, un vitigno maschio e ruspante.
Certo permangano due scuole di pensiero produttivo, la maggioranza dei produttori presenta vini molto piacevoli, con un buon equilibrio tra eleganza e struttura, rendendoli decisamente accattivanti, apparentemente, magari al primo impatto possono sembrare “leggeri”, ma che invece esprimono piacevolezza ed una beva di assoluto valore. Altri sono ancora legati ad un concetto di vino che io chiamo”spesso”, alcolico che non mi entusiasmano.
Sorprese positive della prima giornata il Chianti Classico Castellinuzza e Piuca di Greve in Chianti. Grande espressione del territorio, un seducente Sangiovese.
Eccellenti, ma queste non sono una sorpresa il Ch. Classico della Fattoria San Giusto a Rentennano e la versione di Fe’lsina.
Poco sotto il Chianti Classico Cinciano, Badia di Coltibuono, Bibbiano, Isole e Olena, Castellare di Castellina,
Nota negativa per alcuni vini dai nomi blasonati, Brolio, Fonterutoli, Antinori con il Peppoli.
C) Annata 2010
Oltre 100 i campioni in degustazione, un annata non felicissima, questo si evince da un tratto comune dei vini degustati, vini sottili, con un sangiovese quasi soft rispetto ad altre annate.
Ottimi i seguenti vini; Castellinuzza e Piuca, Castello di Ama, Castello di Monsanto, Castello di Volpaia, Fontodi, Le Cinciole, Monte Bernardi, Villa Le Corti, Poggiopiano, Rignana, Recine, Le Cinciole, Torraccia di Presura.
Sotto le aspettative San Felice, il Santedame di Ruffino, Banfi, Borgo Scopeto, Castello di Meleto, Castello di San Donato in Perano, I Sodi, Le Fonti.
Deludenti Val delle Corti, Vignamaggio, Villa Cafaggio, Villa Cerna, Barone Ricasoli, Casa Sola, Castello di Gabbiano, Fonterutoli, Cecchi, Dievole.
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