di Marco Galetti
Premiata Trattoria Arlati, la dichiarazione d’intenti, qualora ci fosse bisogno di chiarimenti sull’indirizzo di cucina
1936, Luigi e Modesta Arlati abbandonano il lavoro in Pirelli e fondano questa trattoria che ha sfamato operai della Bicocca, pendolari brianzoli, lavoratori della Pirelli e che continua a nutrire studenti, professori universitari, impiegati e manager.
Oggi, alla terza generazione di cucina milanese, anche se nessuno mette il brodo sul fuoco alle cinque di mattina come faceva Modesta, i piatti sono gli stessi di allora: risotti, stracotti, ossibuchi, costolette e vitello tonnato, solo per dirne alcuni, tutti sono comunque elencati nel sito che, correttamente, riporta anche i prezzi, quel che dovrebbe sempre essere e spesso non è.
1973, la Trattoria apre il “sotto” e Mario, il terzogenito dotato di temperamento artistico, che dalla fine degli anni sessanta aveva iniziato ad affiancare i genitori, prende in mano le redini della trattoria che diventa luogo d’incontro per artisti e per amanti della cultura e della musica, il piano inferiore, il “sotto” che nasce come sala prove, diventerà il primo locale di Milano dove si suona musica dal vivo, i fortunati clienti di quegli anni di fermento hanno potuto accompagnare un piatto di salame con un calice di vino ma anche con le canzoni di Lucio Battisti, Renato Zero, Loredana Bertè, degli Area e della Formula Tre.
1994, Leopoldo, il figlio di Mario passa alla guida della Trattoria.
Leopoldo mi ha fatto una buonissima impressione, gran padrone di casa, appassionato, gentile e premuroso, dai modi signorili ma non distaccati, pur non essendoci mai incontrati, ha cercato ed è riuscito a stabilire, senza alcuna invadenza, un bel contatto col sottoscritto
2006, il Comune di Milano premia con l’Ambrogino d’Oro la Trattoria Arlati per essere diventata la licenza più antica di cucina milanese della città con la stessa gestione familiare.
2014, la Trattoria Arlati viene insignita con la Medaglia d’oro dalla Camera di Commercio di Milano per la Milano Produttiva.
2015, il Comune di Milano conferisce alla Trattoria il titolo di Bottega Storica che ha mantenuto per più di cinquant’anni nella stessa sede architettura, elementi decorativi e arredamento originali.
2017, la Regione Lombardia premia la Trattoria come Negozio Storico.
2019, Febbraio, di minor rilevanza per chi legge ma di grande rilevanza per la panza di chi scrive, in rigoroso anonimato mi presento a pranzo in Trattoria (continua dopo le immagini)***
Premiata Trattoria Arlati, una delle tre salette di rara eleganza
Premiata Trattoria Arlati, il lampadario artistico sul tavolo, le pareti piene di quadri e di vecchie stampe
Premiata Trattoria Arlati, oggetti d’arte, Leopoldo, l’attuale titolare, ha ulteriormente arricchito il locale di oggetti artistici mantenendosi sul solco tracciato dal padre Mario, figlio dei fondatori Luigi e Modesta
Premiata Trattoria Arlati, dettaglio saletta, gli spazi sembrano limitati ma ogni tavolo ha comunque la propria dose di privacy
Premiata Trattoria Arlati, sculture lignee
Premiata Trattoria Arlati, lo struzzo in scala uno a uno, si fa per dire
Premiata Trattoria Arlati, vasi
Antica Trattoria Arlati, il cosiddetto Sotto, dove ancora oggi si suona dal vivo o si fa cabaret, quel che molti vorrebbero trovare nel proprio locale ideale, buon cibo, un bell’ambiente, musica, armonie&armonia, cultura&risate
Premiata Trattoria Arlati, dal vivo, sulle orme di Lucio…
Premiata Trattoria Arlati, l’olio personalizzato e i fiori, dettagli che dettagli non sono, così come l’estrema gentilezza del titolare e dei suoi attenti collaboratori, un percorso quasi netto, l’unico appunto che mi sento di fare è che il vino al calice non è stato servito al tavolo, peccati veniali… carta dei vini di spessore anche dal punto di vista delle dimensioni
Premiata Trattoria Arlati, tavolo e mise en place, essenziale, di livello, tovagliato immacolato, sullo sfondo una bella lampada molto particolare
Premiata Trattoria Arlati, piatto personalizzato e focaccia, sempre gradita, in attesa che arrivi al tavolo…
Premiata Trattoria Arlati, il risotto al salto con l’osso buco, piatto generoso, gustoso e mostoso, notevole anche il riso al salto
Premiata Trattoria Arlati, la costoletta, piatto millenario, grande preparazione, gran soddisfazione, viene servita con patate arrosto incluse nel prezzo, diciannove euro ben spesi e addirittura sotto costo rispetto ad altre costolette degustate più o meno recentemente
Premiata Trattoria Arlati, torta paesana, la direttrice indica Sesto e la Brianza, per cui pane, cioccolato, latte e pinoli, successivamente il piatto, che nasce povero (senza nemmeno il cacao) si arricchirà di uvetta, cedro candito, amaretti e biscotti, ben eseguita questa versione di antica tradizione accompagnata dal gelato alla crema, per l’accompagnamento musicale di Lucio Battisti, purtroppo, viaggiamo con qualche anno di ritardo…
Premiata Trattoria Arlati, il conto, di rara onestà se parametrato al contesto, all’accoglienza e all’indubbia qualità del cibo
Premiata Trattoria Arlati, insegna, cosa ci insegna questa parabola:
***come dicevo, in rigoroso anonimato mi presento a pranzo in Trattoria, devo dire che nonostante la notevole affluenza a pranzo in un soleggiato venerdì di febbraio, l’accoglienza è stata sicuramente sopra media e per quanto concerne il cibo, il tris di tradizione, ossobuco-costoletta-tortapaesana è stato più che gradito, piatti storici eseguiti al meglio con l’aiuto della tecnica che contribuisce alla buona riuscita senza stravolgere il senso del piatto, assecondando i sensi (olfatto e gusto) e, soprattutto, senza abbandonare il solco tracciato oltre ottant’anni fa.
Leopoldo, il titolare, pur consapevole del fatto che la nave Arlati conosce la rotta a memoria, ha saputo omaggiare la memoria delle generazioni che l’hanno preceduto tenendo con forza la barra sulla rotta della tradizione ed evitando di ascoltare il canto delle sirene duepuntozero che sicuramente avranno cantato più volte nella direzione del moderno, del modaiolo e dell’effimero.
Gli sforzi fatti da Luigi e Modesta che hanno cucinato e vissuto quando la Milano da bere era quella di un bicchiere di rosso prima, durante e subito dopo le bombe, non sono stati vani, per quel che mi riguarda posti come questo, giustamente pluripremiati, non dovrebbero chiudere mai, speriamo che nuove generazioni possano affiancare Leopoldo e preservare le tradizioni culinarie milanesi, così da consentire a chi non sa, di comprendere il valore culturale del cibo, perché anche il cibo è cultura.
Questo è un luogo pieno di fascino, che potrebbe non piacere a chi ama i locali asettici e anestetizzanti, senza cuore pulsante, cari per principio (e non cari a me per principio) quelli dalle sedute scomode, col runner sul tavolo che sostituisce il tovagliato immacolato, luoghi “faticosi” nei quali è difficile fare una domanda al cameriere ed impensabile ottenere risposta.
Mando un saluto e un subliminale (ma nemmeno troppo) a Leopoldo, persona garbata che sa raccontare con passione e credo sappia ascoltare con attenzione: so che preparate solo su prenotazione, e per almeno una decina di persone, un piatto che nonna Modesta metteva quotidianamente sul fuoco e che, se non quotidianamente, almeno saltuariamente vorrei trovare in carta e nel piatto, il risotto alla milanese, non parlo per me, se vengo con un amico cinque porzioni (a testa) le posso anche ordinare, ma non vorrei rinunciare alla splendida, ed oserei dire imperdibile, costoletta… grazie per la comprensione, gentile Leopoldo spero di essere stato abbastanza esplicito.
Premiata Trattoria Arlati, dal 1936
Via Alberto Nota 47
Milano MI
https://www.trattoriaarlati.it/la-trattoria/
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