di Andrea Docimo
Ieri ero a pranzo da I Masanielli a Caserta, la pizzeria di Francesco Martucci il quale tra un po’ aprirà la nuova sede. Lui non c’era, stava da Massimo Bottura a festeggiare i suoi 38 anni e il suo sesto posto nella guida 50 Top Pizza
Delle pizze è quasi inutile parlare, visto che erano fantastiche. Ma ieri ho capito che non basta una grande pizza per fare una grande pizzeria. Ci vuole la sala
Ecco cosa mi è successo.
Ero a tavola con un amico quando, all’improvviso e per caso, ho avuto modo di assistere ad una delle conversazioni più strane e nonsense della mia vita.
Entra una coppia di anziani, che si siedono reclamando il cameriere.
La signora esordisce con le seguenti parole: “Salve, noi non mangiamo né pizza, né fritture”.
Momento critico: guardo il mio amico e rifletto tra me e me, interrogandomi sulla motivazione che avrà orientato la scelta del locale per il pranzo della coppia, dato che si tratta di una pizzeria e non di una trattoria-pizzeria o di un ristorante-pizzeria.
Il cameriere, con calma e garbo al limite dell’olimpico, risponde prontamente elencando le pietanze che avrebbe potuto servire loro.
Risultato: una insalata e prosciutto e mozzarella.
A questo punto, ritengo fare una breve riflessione sul tema.
Vero che “il cliente ha sempre ragione” e vero anche che un operatore di sala ha il dovere di accompagnare il cliente dalla sua entrata nel locale alla sua uscita dallo stesso, ma quanto successo mi sembra decisamente troppo.
Quali sono i limiti che dovrebbero definire il comportamento del cliente?
Ebbene, credo che proporre una variazione alle pietanze sia lecito, sempre che il gestore del locale lo consenta, in quanto ciò potrebbe cozzare con la filosofia di quest’ultimo od essere semplicemente irrealizzabile.
Cercare di snaturare un locale, invece, chiedendo ad una delle migliori pizzerie presenti sul suolo campano un’insalata e del prosciutto con mozzarella non sta bene.
Le alternative sono svariate e grazie alla tecnologia è sempre possibile trovare un locale che possa fare al caso proprio.
Ad ogni modo, i miei più grandi complimenti vanno al cameriere, capace di mantenere con pacatezza e rispetto il proprio self-control.
Diciamocela tutta: un cameriere altezzoso, o peggio ancora un altro privo di passione per il proprio lavoro, avrebbe liquidato l’anziana coppia in men che non si dica.
Dai un'occhiata anche a:
- Pizza a Portafoglio: dove mangiarla a Napoli
- Pizzeria San Ciro a Brescia e la Margherita “pizza della felicità”
- Michele Pascarella al Ferraris, la lezione del pizzaiolo dell’anno nell’istituto Ferraris dove ha studiato
- Le MIE venti migliori pizze margherite a Napoli
- Ma quando possiamo veramente dire che la pizza è perfetta? Quando uno più zero fa dieci
- Storie di Pizza, guarda i grandi pizzaioli di Napoli su Amazon Prime e Tim Vision
- Pizza alla genovese napoletana: gli indirizzi dove mangiarla
- Conoscere la pizza cilentana: tecnica, storia, protagonisti