Pozzuoli, ristorante Vinaria di Villa Eubea

Sede Via Monte di Cuma n° 3
Tel.0818046235
Costo medio 35/40 Euro escluso vino
www.vinaria.it

Quando si parla dei Campi Flegrei, uno dei simboli che maggiormente li rappresenta è certamente l’Acropoli di Cuma, geograficamente nel comune di Pozzuoli, ma che in senso più ampio abbraccia tutti i comuni dell’area.


Questo pezzo di territorio è senza dubbio uno dei luoghi più ricchi di storia e di  miti, legato ai tanti personaggi che per svariati motivi hanno contribuito a mettere le radici di una cultura che per millenni, ed ancora oggi, condizionano il nostro modo di pensare.

In questo contesto affascinante nasce, grazie all’intraprendenza della famiglia Laringe, uno dei complessi più belli dell’area flegrea “Villa Eubea”.
Il nome Eubea trae origine da un antica popolazione greca della regione di Eubea che furono i primi coloni a sbarcare a Cuma, culla della nostra civiltà.
All’interno della stessa struttura è stato portato alla  luce, dopo un bellissimo restauro, sui resti di una residenza di epoca romana, un vero e proprio scrigno: il“Vinaria”.
In molti suoi ambienti sono conservati intatti i resti dell'”Opus reticulatum” che caratterizzavano la tipologia costruttiva dell’epoca, all’interno della villa sono ancora presenti, ben conservate, testimonianze dell’epoca.

Questo locale rappresenta sicuramente il gioiello di famiglia dei Laringe, vera e propria dynasty dedita alle attività turistico ricettive nei Campi Flegrei, dove il core business aziendale è rappresentato dalle cerimonie.

Il Vinaria, rappresenta sicuramente la sfida gastronomica più qualificante, infatti è qui che Ciro Laringe, coadiuvato dal fratello Salvatore, sono stati delegati dal gruppo a curare ogni particolare per portarlo a grandi livelli.
La cucina è tipicamente dei Campi Flegrei, la ricerca, difficile, del prodotto è quasi ossessiva, ed ecco le cicerchie del Fusaro, il pomodoro cannellino e i piselli santacroce ecc.., mentre il pescato è garantito da una paranza storica del mercato ittico di Pozzuoli quella dei “Davini.
La novità di quest’anno, che ben si inquadra nella ricerca del prodotto, è data dalla costruzione dell’Orto di Vinaria, che ha soppiantato, un piccolo vigneto annesso alla villa, con l’amichevole consulenza  agricola di Luigi Di Meo, della cantina “La Sibilla” del Fusaro.

Sempre seguendo questo percorso di investimenti per migliorare l’offerta, ecco gli stages formativi per  la cucina curati da Peppe Aversa, del Buco di Sorrento, col quale vi è un continuo e proficuo confronto, mentre per il prossimo inverno si metterà mano ad una consulenza con Raffaele D’Addio del Foro dei Baroni, per offrire anche una buona cucina di terra.
Per quanto riguarda invece la sala questa è affidata al maitre Gianni Aiello, e qui le consulenze sono affidate a due grossi personaggi: Rosario Cappiello del Ritz di Londra e soprattutto ad Angelo Di Costanzo, flegreo D.O.C., miglior sommelier della Campania 2008.

Insomma tutto questo sta a dimostrare che gli sforzi sono tutti indirizzati verso una buona ristorazione di  qualità, senza però scimmiottare luoghi gourmet, e cercando di non allontanarsi troppo dalle tradizioni del territorio flegreo.
Tutto questo non è solo progetto, perché l’oggi è affidato in cucina alle sapienti mani del cuoco Vincenzo Di Giovanni, sicuramente uno dei più apprezzati dell’area flegrea, soprattutto grazie all’esperienza maturata in lunghi anni di gavetta in giro per l’Italia,  presso importanti ristoranti.

Questo locale l’ho visitato di domenica, quando ci trovi in genere anche l’allegro frastuono di qualche bambino, ed abbiamo iniziato, guidato dai consigli di Gianni Aiello, con  una buona entrè: gambero rosso al vapore con scarola liscia olive nere , pinoli e pomodorino secco, servito in una caratteristica, scomoda, coppa di vetro, credo da evitare, il mangiare, come il cucinare, deve essere un atto semplice.
Successivamente ci vengono serviti degli antipasti, finalmente pochi, nei mei Campi Flegrei il pericolo di una sfilza infinita di questi è sempre dietro l’angolo.

Si inizia con delle lamelle di  polpo verace, cotto al punto giusto, e  finocchi; ci arriva poi una squisita julienne di seppie con verdurine croccanti; ma quello che più mi è piaciuto tra questi è senza dubbio l’ottimo tonnetto alletterato, pesce azzurro non molto costoso, preparato con lime e rosmarino su ciottoli roventi di riva; delicato il baccala’cotto in bassa temperatura nel latte all’aceto di mele su insalatina di campo e papaccelle anastasiane; e per finire il finger di cacio ricotta tiepida al  basilico con ruchetta e pachino su tronchetto  di legno, che ho rischiato di addentare, eviterei di metterlo la prossima volta, vi potrebbe arrivare qualche conto salato dal dentista, del malcapitato ed ignaro cliente.

Si passa al primo e si opta per le Fresine Oro di Gragnano, ottimo pastificio artigianale, con sughettto di granchio fellone, che rilascia sempre dei sapori molto penetranti, soprattutto quando si ha la fortuna, rara, di trovare quelli neri dei nostri mari e quelli che abbiamo mangiato, penso che non venissero da molto lontano

Chiudiamo con un semifreddo: croccantino di limone e mandorle tostate, davvero piacevole il gioco gustativo di questi due ingredienti.
Per quanto riguarda il vino, abbiamo bevuto la falanghina 2008 di Cantina del Mare, zona Monte di Procida, poche bottiglie ma tutte di ottima qualità, il territorio è territorio.

Infine mi ha fatto piacere notare che nella carta dei vini, da ampliare con altri vini campani, vi è una pagina intera dedicata ai vini dei Campi Flegrei, con una breve introduzione per spiegare l’areale di questi vini, bravi anche così si fa sistema e si valorizzano i suoi prodotti.

Rosario Mattera


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