Via Scalandrone 15 – Lucrino
Tel. 081.8549347
www.abraxasosteria.it
Aperto la sera, domenica a pranzo
Chiuso domenica sera, martedì
Degustazione completa 35 euro
di Tommaso Esposito
Doveva essere una serata tra amici per mangiare un boccone di casatiello e bere del buon vino.
Invece è stata una serata ricca di sorprese e piccole emozioni.
Nando Salemme, Abraxas.
Due lustri di vita in costante e irrefrenabile progresso.
Nasce enotavola, poi diventa osteria.
Accoglienza calorosa, cucina di territorio e bella cantina.
Ai fornelli c’è da sempre Tommaso Di Meo che impegna la sua meglio gioventù.
Stasera ci si diverte con le primizie dell’orto e qualche bella bottiglia.
Mannaggia, sprovvisto di reflex mi arrangio con lo smart.
Laporte Sancerre Le Rochoy 2006. Minerale, profumato, sentori di agrumi e frutta gialla, virile e delicato allo stesso tempo. Si dimostra l’omaggio sincero d’oltralpe a questa terra vulcanica che si apre sull’Ade degli antichi.
Poi il baccalà con la papaccella riccia napoletana e la cicorietta selvatica flegrea. Un crostino di pane cafone. C’è tutto qui dentro: freddo tiepido, dolce amaro; acido sapido. Di elegante freschezza e contenuta sostanza. Bello.
Per continuare le verdure appena raccolte e grigliate, con la cipolla candita e fresca scarola. Maionese all’arancia e acciuga di menaica. Boom, le papille si agitano.
In soccorso il buon pane casalingo e i sorsi di Fiano 2005 Colli di Lapio Clelia Romano che gioca di fioretto con la Falanghina 2008 Via Del Campo Quintodecimo.
Introducono alla polpetta vegana accompagnata dal casatiello.
E avanzano i rossi lasciati a riprendere ossigeno da un bel po’.
Taurasi 1997 Vigna Macchia dei Goti di Antonio Caggiano.
E Taurasi 2001 Lonardo.
Lungo, meticoloso il dibattito che fa da sfondo al resto della cena, ma vince di misura Caggiano.
C’è un tortello di pasta all’uovo ripieno di caciocavallo da podolica lucana con fave fresche e guanciale.
Un connubio di sapori eccezionali affatto arginati dalla perfetta consistenza del velo di sfoglia che li contiene. E poi la terragna freschezza del legume appena cavato dal baccello primaverile.
Il cacio e pepe che avvolge la linguina per la sua vellutata e suadente cremosità avrebbe sorpreso incantato l’ortodosso romano Scuteri.
Così pure il ragù, quasi un’amatriciana, di coniglio pomodorini del piennolo e bucatini.
Una consolante chiusura dei primi e invito all’assaggio dell’ involtino di annecchia con carciofi e provola.
Dolce dessert con la crostata di arance e i bocconcini di frolla con la ganache di cioccolata al rum.
Ramos Pinto, un più che ventenne Porto farà il resto.
Una bella serata, veramente bella.
Da replicare un po’ prima del prossimo decennale.
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