Via Lucrino intorno al lago n ° 3
Lago Lucrino – Pozzuoli
Tel.0818687473
Prezzo da 25 Euro, escluso vino
Chiuso domenica sera, lunedì e martedì
Era da un bel po’ di tempo che non facevo visita all’amico Ruggiero, forse per non cadere nella nostalgia più profonda, in ricordo di anni bellissimi trascorsi al mitico “Sette Nani”, locale di tendenza negli ’80 nei Campi Flegrei.
Ma dopo l’incontro, avvenuto in occasione della notte di Malazè, mi ero ripromesso di fargli visita quanto prima.
La giornata è di quelle belle di ottobre, che solo una terra magnifica come i Campi Flegrei sanno darti, senza l’invasione di quell’orda di barbari che invadono il nostro territorio d’estate, senza rispetto e conoscenza, minima, su quale terra stanno poggiando il loro piedi.
Si decide di visitare il parco monumentale di Baia, che, dopo un’opera di ricostruzione dei sentieri e di restauro di una villa romana, è stato dato in gestione, in via sperimentale, all’associazione Il Dorso del Delfino,di cui fa parte anche Campi Flegrei a Tavola,dando così la possibilità a molti di poter usufruire di questo pezzo di territorio fino ad oggi negato.
Il primo incontro è con l’archeocontadino Biagio Costagliola, che mettea disposizione, gratis, le sua attrezzature e le sue braccia, per pulire dall’erba alta questi spazi, ma è delle sue mele annurche, coltivate nei fondi di baia, cratere che si trova di fronte all’omonimo castello,che veniamo subito rapiti.
Sul suo furgoncino sono in bella mostra due cassettine di mala orcula, che credo stesse portando a qualche suo cliente, ma come succede in questi casi, si incomincia a parlare e mangiare di queste rare delizie flegree, citate, secondo la legenda, da Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia.
Biagio ci racconta che quando il buon dio lo chiamerà a se non ci sarà più nessuno che potrà portare avanti quel suo pezzo di terra nei fondi di baia, perché poco remunerativo e molto faticato.
Noi ci sforziamo di dirgli che stiamo facendo il possibile per difendere, insieme al Parco Regionale dei Campi Flegrei, queste piccole produzioni, ma ci sembra molto sfiduciato, anche se sul suo bel viso, scolpito dal sole della campagna, traspare tutta la sua contentezza per il nostro interessamento.
Attaccato al parco monumentale si trova il nuovo vigneto di Luigi Di Meo, Vini La Sibilla, decidiamo di fare una passeggiata all’interno e ci troviamo come d’incanto all’interno della cantina, dove il viandante è sempre ben accolto, io per la verità sono di casa, e un buon bicchiere di Falanghina o Per e’ palumm non è mai negato all’assetato e curioso enovisitatore.
La Cucina di Ruggiero è la classica bella trattoria a conduzione familiare, in sala il taverniere – poeta Ruggiero che vi accoglierà con tanto di megafono e scampanio di campana, entrambi di una vecchia nave. Per molti anni è stato marinaio su navi mercantili e coglie molto spesso l’ignaro cliente di sorpresa, così come i suoi aforismi e le rime super baciate vi terranno compagnia per tutta la durata del pasto.
La cucina è affidata alla cenerentola Maria, moglie di Ruggiero, molto più taciturna del suo amato taverniere, che non vedi mai, quasi a voler distinguere nettamente i due ruoli, lei l’angelo del focolare e lui grande istrione in sala.
Da Ruggiero è inutile provare a chiedere il menù, ti sarà risposto, subito, che hai sbagliato locale perché la sua semplice cucina segue la stagionalità dei prodotti della terra e del poco pescato del mare. Il menù cambia ogni mese, qui gli antipasti che sono il vero dramma della cucina flegrea, diventano una cosa molto divertente un gioco di sapori, la frase ricorrente è sempre la stessa, “ancora antipasti”, si chiude per chi ci riesce con due assaggi di primo, i secondi vada retro satana…
Per i vini, Ruggiero da buon flegreo, ha scelto di dare la sua preferenza ai vini del suo territorio, quindi Falanghina e Per e’ palumm (piedirosso) dei Campi Flegrei.
Rosario Mattera
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