Via Montepertuso, 77
www.ilritrovo.com
Tel: 089 812005
Apertura: Tutto l’anno dalle 12,00 alle 15,00 e dalle 19,00 alle 24,00 (tranne il mercoledì da ottobre a fine marzo).
Ferie a gennaio e febbraio
Su e giù. Sono queste le due dimensioni che caratterizzano la Costiera amalfitana, le direttrici lungo le quali si svolge l’esistenza dei suoi abitanti, dalla culla fino alla vecchiaia, le due anime di un territorio che si sviluppa nell’intervallo che va da 0 a 1400 metri sul livello del mare, fino a quella vaga foschia che carezza i Monti Lattari indifferentemente d’estate e d’inverno. Quando si abbassa il livello della colonnina di mercurio e, con lei, i riflettori sulla vita mondana in Costiera, giù, a Positano, ad una ad una, si spengono le luci delle gioiellerie, delle boutique grondanti di quelle “pezze” che l’anno lanciata nel pronto moda internazionale. I lidi balneari tirano su all’asciutto i lettini e gli ombrelloni che hanno ospitato le star del piccolo schermo, che hanno offerto ombra alle infuocate passioni estive. I barcaioli, dalle rughe come fosse oceaniche, che tutta l’estate traghettano, su e giù, per la piccola baia, signorine in succinti bikini e opulenti boatman, smontano il pontile e tirano le barche in secca. Cala il silenzio e l’oscurità. 2000 scalini più “su”, a qualche centinaio di metri dalla testa coronata di Positano, sui terrazzamenti, negli orti strappati alla roccia e nelle stalle, prosegue il lavoro di sempre. Alzando lo sguardo verso la montagna, le luci di Montepertuso e di Nocelle, microscopico paesello incastonato nella roccia che è il punto di partenza dell’ascensione al sentiero degli Dei, si fanno più visibili: come accade per le stelle nel firmamento quando si è lontani dalla matassa di luci delle nostre metropoli. E’ qui, nel centro di Montepertuso che, dal 1986, il ristorante Il Ritrovo accoglie chi sfugge alla calura d’estate e chi cerca un rifugio nell’incantevole scenario del mare di inverno. Un’ampia sala da sessanta posti ed un’altra da novanta sulla terrazza che domina la piazza, sotto lo sguardo del grande occhio scavato nella montagna che dà il nome al paese.Accolgono gli ospiti Salvatore Barba, chef e proprietario del locale, e la sua compagna Teresa che gestisce la sala e suggerisce gli abbinamenti con il vino. Entrambi aiutati da Paolo, il fratello di Salvatore. E’ questo uno di quei locali in cui il menù si espande e si comprime, varia, con le mareggiate, per la presenza significativa dei piatti di mare accanto a quelli di terra, in linea con la dualità che caratterizza questa pezzo di Campania. Su: la montagna, giù: il mare. Raccontato da Teresa, il menù, di volta in volta, propone, la “frittura di paranza fresca”, i “gamberetti di nassa saltati al sale e pepe” e quello che il mare ha voluto. Sono gli ingredienti la forza in cucina, il luogo dove Salvatore trascorre contento venti ore della sua giornata, tutti i giorni dell’anno, incluso il Natale quando a Positano molti ristoratori si scaldano al sole dei Tropici. Si tratta di ingredienti auto prodotti, grazie al lavoro nei campi di papà Domenico, mamma Luisa e del fratello Michele, e quelli di alcuni fornitori di fiducia, che sono ormai parte della famiglia. Le carni bianche, pollo e coniglio, in particolare, sono della casa, come tutte le verdure che Salvatore prepara in ogni modo. Affettuosamente chiamato “fratello” è l’amico fornitore del pesce fresco che pilota l’ultimo peschereccio di Positano. Il pesce azzurro, ricorrente fra i piatti del giorno, viene dalla vicina Piano di Sorrento. Il pesce bandiera, uno per tutti, finisce nel piatto con il le olive, i capperi e il pomodorino fresco, gli “spunzilli” locali che pendono dalle travi del locale conferendogli un aspetto rustico. La Zuppa saracena, invece, i suoi estimatori, la ordinano “da giù” per essere certi di trovarla. Si tratta di una zuppa di pesce, che contiene frutti di mare, seppie e calamari, scampi e gamberoni ed un filetto di scorfano. Servita con crostini freschi fatti con il pane che ogni giorno Salvatore prepara personalmente. Ha di particolare la cottura nella paellera, e le dimensioni. C’è poi il Risotto ai gamberi al profumo di limoni di Montepertuso. Sembra ce ne siano moltissimi di piccoli limoneti nella campagna, frutti “così profumati che se li lasci sul tavolo della cucina ti riempiono la stanza”. Al vino, la seconda grande passione di Salvatore dopo la cucina, è dedicato il progetto di una grande cantina con la quale ampliare la già ricca scelta di vini disponibili, offerti a prezzi onesti. Ad oggi la carta dei vini propone un’ampia scelta di vini nazionali e perfino una bizzarra incursione nei vini d’Oltreoceano. Fra i rossi a farla da padrona è la Campania, con un’attenzione doverosa a vini del salernitano, seguita a ruota dalla Toscana.Per concludere il pasto: i dolci ed, in particolare, i biscotti fragranti dello chef, tutti diversi, e giocati nell’abbinamento tra cioccolato, noci, mandorle e fantasia. Sono bene accompagnati da uno dei differenti dopo pasto che il locale propone o ad uno dei tanti liquorini fatti in casa con la frutta di stagione e le bacche raccolte in montagna: sambuco, mirtillo selvatico, liquirizia, melone e finocchietto.
Monica Piscitelli
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