di Phyllis De Stavola
Storia di piccoli produttori vitivinicoli del casertano che vogliono rimanere tali.
A contrastare il trend internazionale verso l’omologazione del gusto dei consumatori e gli investimenti nei nuovi paesi produttori su varietà alloctone di vitigni, che si adattano con facilità a nuovi terroir e sono più resistenti in diverse condizioni pedoclimatiche, è la passione di un gruppo di viticoltori di una varietà autoctona della provincia di Caserta, riscoperta e rivalorizzata negli ultimi anni: il Casavecchia.
‘Viticoltori del Casavecchia’ è una società cooperativa agricola nata nel 1999 e costituita da 47 soci, tutti viticoltori di questa varietà di vitigno e di altre varietà autoctone quali il Pallagrello nero ed il Pallagrello bianco. I vigneti sono in parte pre-esistenti, caratterizzate addirittura dalla presenza di viti centenarie, e in parte piantati negli ultimi anni soppiantando altre varietà più comuni.
La cantina dei ‘Viticoltori del Casavecchia’ è a Pontelatone, nell’entroterra di Caserta, nella stessa area in cui è stato attribuito l’origine di questo vitigno dimenticato. La storia, tramandata oralmente, fa risalire la riscoperta del ceppo solitario in una vecchia masseria (da cui il nome ‘casa vecchia’) nella località di Prea (nel comune di Castel di Sasso), da parte di un agricoltore locale che lo propagò, incoraggiando la diffusione con il sistema allora praticato dell’innesto delle marze (parti della pianta). I vigneti, tramandati ai successori, di proprietà dei 47 soci sono oggi sparsi sulle colline di Pontelatone e dei comuni contigui quali Formicola, Caiazzo, Liberi, Piana di Monte Verna, Castel di Sasso. Tra i possedimenti terrieri dei soci si annovera anche il podere in cui l’antico rudere, delle origini leggendarie del vitigno, è tutt’oggi esistente.
Giovanni Battista Perrone, imprenditore agricolo e socio viticoltore del Casavecchia, racconta che la prima vendemmia della società cooperativa risale al 2001 (di cui conservano ancora alcune bottiglie) e spiega perché la preservazione e la valorizzazione di questo vitigno autoctono richiede tanta passione: uno dei motivi è la bassa resa per ettaro del Casavecchia di meno di 70 quintali all’anno.
Il grappolo è grande e spargolo, quindi non soggetto a problemi di tignola o muffe; il raspo però è molto delicato, consentendo da parte una vendemmia senza l’ausilio delle forbici, e dall’altra la perdita d’intere parti dei grappoli in condizioni di forte vento.
La superficie vitata complessiva dei ‘Viticoltori del Casavecchia’ è di 20 ettari. La vigna più grande copre una superficie di cinque ettari, mentre la più piccola è di soli 1000 metri. I soci sono piccoli viticoltori. Perrone, riferisce che nel 2007 uno dei soci conferì solamente 99 kg di uva Casavecchia.
Le caratteristiche chimico-fisiche del terreno (argilloso di media fertilità), la buona esposizione, ventilazione, escursioni termiche giorno-notte e il drenaggio dell’acqua – tipici delle zone collinari – sono alcuni dei fattori naturali che ne fanno un’area ad alta vocazione vitivinicola. Il sistema di allevamento più diffuso della vite è quello basso a Guyot semplice o doppio Guyot, al posto della tradizionale spalliera alta casertana. La densità d’impianto è in media tra 2000 e 3000 piante per ettaro. La produzione massima raggiunta è stata di 50.000 bottiglie. Attualmente è di 30.000 bottiglie l’anno. Il mercato principale è rappresentato dalla provincia di Caserta (stima del 50%) e dal resto della Campania (24%), seguita dalle altre regioni italiane (19%) e dall’estero (7%), con particolare riferimento a Svizzera, Sud Africa, Inghilterra.
I vini prodotti sono tutti IGT Terre del Volturno: Vigna Prea, Sfizio Rosa e Corte Rosa (100% Casavecchia), Erta dei Ciliegi (80% casa vecchia, 20% Pallagrello nero e altre varietà autoctone) e Pallagrello Bianco. La riserva è rappresentata dal ‘Vigna Prea’, dal nome della località della mitizzata riscoperta, 100% Casavecchia, maturato in botti di rovere francese per 18 mesi e affinato in bottiglia per nove mesi. La cantina antica, dai muri di mattoni e rena, e la cantina moderna ospitano barrique (228 l) e tonneau (500 l) di rovere francese Allier, Tronçais, Vosges di media tostatura.
Il principio di questi viticoltori, coadiuvati dall’enologo Maurizio Alongi di Siena, è far evolvere (maturare e affinare) il Casavecchia senza omologarlo, preservando le sue peculiarità. Tra quest’ultime, la caratteristica maggiormente apprezzata del sentore di ciliegia al naso assieme agli aromi di bacca rossa; e quella più controversa, della potenza e della rusticità dei tannini.
La sfida per il futuro dei Viticoltori del Casavecchia è appunto riuscire a continuare a preservare le specificità dei vitigni autoctoni, sfida che l’essere ‘piccoli’ aiuterà ad affrontare.
Viticoltori del Casavecchia S.c.a.
Via Madonna delle Grazie, 28
81040 Pontelatone (CE)
Tel/fax +39 0823 659198 begin_of_the_skype_highlighting
+39 0823 659198
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www.viticoltoridelcasavecchia.it
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