Uno degli errori più diffusi è quello di bere i bianchi campani pochi mesi dopo la vendemmia. L’ennesima verità scontata la verifichiamo anche con vitigni un tempo considerati men che minori come il caprettone vesuviano. La versione spumantizzata di Setaro ha dimostrato l’incredibile potenzialità di questo vitigno. In questa lettura data dall’enologo Vincenzo Mercurio dell’uva vesuviana coltivata fra i 250 e i 400 metri dall’azienda Bosco De Medici ci offre un’altra prospettiva, non meno interessante. Una macerazione più spinta realizzata in anfora regala, a distanza di quasi due anni, un sorso maturo, complesso, assolutamente centrato sulla cucina di mare della Taverna del Capitano dove l’avevamo portata dopo averla fatta riposare tranquillamente a casa. Una risposta di vigore, eccellente, sullo spaghetto alla Nerano come sul tonno e anguria e sul magico scampo in insalata. Provare per credere.
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