La bettola del gusto
Via Sacra 50, Pompei
Tel. 081 8637811
Sempre aperto
Chiuso lunedi
di Simona Mariarosaria Quirino
Siamo a Pompei, nel cuore della città, a via Sacra. In un ristorante che è, così come si chiama, una vera e propria “bettola del gusto”. Un gusto che sa di ricercato, dall’arredo ai piatti. Locale elegante e accogliente che nasce 10 anni fa, ma che si è ampliato nel 2015 con due sale e la brace a vista. Nasce come ristorante di pesce ma si è arricchito nel tempo di una vasta scelta di carni, con un ampio menù che segue la stagionalità dei prodotti e che per questo viene cambiato ogni 6 mesi.
“Ci piace, però, anche proporre piatti del giorno a seconda della freschezza degli ingredienti” dice Vincenzo Fortunato che insieme al fratello Alberto, chef in cucina, si dedica alla gestione del locale. Sono originari di Santa Maria la Carità, ma lavorano da sempre a Pompei, piazza che offre il vantaggio di essere centrale ma che spesso rischia di attirare una clientela per lo più turistica. Rischio che lo chef scongiura con le sue proposte di qualità di una cucina che può definirsi “tradizionale rivisitata”, capace di fidelizzare i propri clienti. La cena si apre con due antipasti.
Il primo è una tartare di tonno su caponata di pane, cipolla rossa, salsa di barbabietole e maionese, il secondo è un gambero in tempura, crema di zucchine e salsa barbecue. Piatti dai sapori riconoscibili, ma resi non scontati dai sapienti accostamenti dei vari ingredienti. I primi che ci vengono serviti sono gli evergreen dei menù. Quelli che non cambiano mai e che “il cliente chiederà sempre”, dice Vincenzo.
Come dargli torto, d’altronde, sull’ottimo spaghettone con alici fresche, colatura di Cetara e tartufo nero. O sul saporitissimo tagliolino con tartare di gambero, crema di patate, pecorino, limone e pepe. Originali, profumati, decisi, imponenti ma senza invadenza.
Più classica la ricciola con crema di carciofi, pomodorino e fuso di provolone del Monaco. Ad accompagnare la sequenza della serata l’Animante, un Franciacorta di Barone Pizzini che, oltre al classico taglio di Chardonnay e Pinot, include la più autoctona Erbamat. Uva che restituisce un tocco di freschezza in più a una bolla già di per sé elegante, fitta e persistente.
Notevole anche la millefoglie finale con crema pasticcera, mela e cannella e la piccola pasticceria.
Tutto frutto di passione, esperienza, conoscenza del territorio e dei suoi prodotti.
La stessa che ha portato la Bettola del Gusto a stringere un legame con i presidi Slow Food nelle proposte, garantendo qualità e autenticità di sapori. Autentici sono anche i fratelli Fortunato che “vanno dritti per la loro strada da 10 anni”. Questo è il loro segreto: rimanere fedeli alla propria identità, assecondare il cambiamento senza perdere personalità e portare avanti gli obiettivi con passione, sintonia e, soprattutto, attenzione verso il cliente.
La bettola del gusto
Via Sacra 50, Pompei
Tel. 081 8637811
Sempre aperto
Chiuso lunedi
8 febbraio 2021
La bettola del gusto Pompei
La Bettola del gusto a Pompei
Via Sacra 48/50
Tel. 081 8637811
www.labettoladelgusto.it
Pompei sta diventando sempre più interessante sul piano gastronomico dopo decenni di buio quasi assoluto. Proprio di fronte alla stazione c’è La Bettola del Gusto, in posizione ad angolo tra la piazza e la via Sacra dove, tra l’altro, c’è il caffè da non perdere di Paola Campana.
L’assenza di turisti è in qualche modo purificatrice perchè spazza via le ristorazioni improvvisate, quelle senza anima, quelle che abbassano la qualità della proposta lasciando vivere chi ha avuto l’intelligenza d lavorare bene partendo dalla clientela locale e dei dintorni. A Pompei come a Napoli come a Roma come ovunque sono state le frotte del turismo mordi e fuggi a segnare il panorama pappatorio.
Il locale dei fratelli Alberto (in cucina) e Vincenzo Fortunato (sala e cantina) è la dimostrazione di come, lavorando con semplicità e concretezza, sia possibile attraversare anche questi momenti difficili. Il locale è pieno e messo in sicurezza da separè di vetri, la proposta prevede proposte di mare e di terra molto semplici e dirette, la cantina è davvero ampia, praticamente tutta la Campania in bianco, buona quella in rosso, poi l’Italia con le etichette da non perdere e bene anche la presenza francese con Champagne e bottilgie di Borgogna, Bordeaux e Loira vendute a prezzi che fanno girare la cantina.
Il nome già predispone bene di questi tempi in cui è tornata la voglia di semplicità, in realtà a noi ricorda proprio un bistrot parigino capace di sfornare qualche classico appena rivisitato e di andare incontro a tutti i gusti, dagli amanti del crudo di mare a quelli della carne alla brace con pesce al banco e frigoriferi per frollature in bella vista. Molto buoni e diretti, pappanti, i primi piatti, tutti centrati nel sapore e aggiornati nella ricerca di un sapore preciso, senza inutili fronzoli.
Diretti ed efficaci anche i secondi e i dolci, fatti in proprio, anche in questo caso molto ben eseguiti, dal tiramisù scomposto al babà classico sino alla mont blanc.
Insomma, un luogo dove si sta davvero bene, il servizio è molto attento e preparato, il conto prte tranquillo nei menu degustazione dai 40 ai 50 euro e difficilmente supererete questo range, ovviamente vini esclusi che, però, ripetiamo, sono proposti a prezzo di enoteca più che da ristoranti, ossia con ricarichi del 30% circa invece del solito raddoppio.
L’esperienza accumulata in questo decennio di attività rende questo posto affidabile, la varietà del menu consente di tornare anche più di una volta al mese e, ultima osservazione positiva, c’è l’istinto vesuviano dell’orto e del vegetale che non manca mai in ogni piatto, di carne come di pesce. Dunque uno stile decisamente moderno e in linea con i tempi.
Noi lo abbiamo provato per voi in un bel pranzo domenicale con carissimi amici che avevan prenotato da tempo (ormai per la domenica bisogna muoversi a metà settimana, ricordatelo), un vero stress test per un locale e siamo stati benissimo. Noi come i tavoli vicini che hanno mantenuto la stessa tempistica nostra.
Bravi, bravi, bravi.
Bettola del Gusto, menu
Cosa mangiare alla Bettola del Gusto
Report del 28 agosto 2012
di Tommaso Esposito
All’inizio della via che mena alla Basilica c’era una volta la paninoteca.
Poi Vincenzo e Alberto Fortunato la rilevarono.
Qualche sostanziale ritocco, arredo e mise en place essenziali, tinte tenui, qualche tavolo d’estate all’aperto sul marciapiedi.
Personale tutto giovane in sala con Vincenzo che fa il sommelier.
In cucina Alberto è pari grado con Raffaele Ingenito, che qualche esperienza l’ha maturata al Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento e al Flauto di Pan a Ravello.
Secondo è Emilio Elefante.
Buona la scelta dei vini con una spinta ai campani.
A tavola qualche appetizer non manca mai.
Il menù e ampio e contiene quasi tutto.
Questa è la strada dei turisti e degli ospiti d’albergo, che sono esigenti.
E anche i fuori carta sono molti.
Variano di giorno in giorno a seconda del mercato e della stagione.
Vediamo.
Quattro antipastini scelti per cominciare.
Tonno scottato al sesamo su caponatina di verdure di stagione.
Cioè melanzane, peperoni e zucchini. Piccantine quanto basta, appena acidulate, insomma fresce per accompagnare i tocchetti dell’azzurro di buona qualità. Il sesamo fa la sua parte anche se appena appena tostato.
Polpo scottato al limone su riso nero.
Tenace in omaggio alla freschezza è il cefalopode e anche saporito. Moltom profumato di limone, di buona cottura i chicchi di riso e perciò nettamente apprezzabili. Gustoso.
Involtino di zucchino con baccalà e provola affumicata.
A scottadito direbbero i romani, ma basta lasciarlo intiepidire che si apprezzano la dolcezza dell’ortaggio e la completa dissalatura del merluzzo.
E’ tuttavia tenue, per palati delicati nonostante la doratura, la frittura e il sentore di affumicato.
Di carattere, spinta nella sapidità si dimostra la coda di gambero rosso lardellata su crema di zucca aromatizzata. Al rosmarino naturalmente.
Non amo, lo confesso il lardo di Colonnata, le cui tracce sempre più ormai si disperdono.
E all’ombra del Santuario dalla cui cima si scorgono il Vesuvio minaccioso e le placide vette dei Lattari questo bel gambero forse reclamerebbe un lardo campano. Basta cercare.
Ah il pane è di buona fattura artigianale e accompagna piacevolmente il pasto.
Ai primi si arriva con gli Spaghettoni di Gragnano tirati sulla chitarra conditi con le vongole e la colatura di Alici di Cetara.
In bianco, esatto senza pomodoro.
Al San Marzano è invece il ragù di Calamari che sovrasta dei buoni fusilli fatti in casa. Danno il giusto amaro le olive nere di Gaetà ridotte in patè.
Oggi per secondo c’erano spigole, pezzogne, calamari.
Li assaggeremo la prossima volta.
Ci basta una fetta di torta al cioccolato e rum.
Che è buona e pure d’autore: Pasquale Marigliano.
Ecco chi vuole fermarsi in centro, proprio al centro ha un buon punto di riferimento per una cucina familiare con buoni accenni di giovanile freschezza.
La Bettola del Gusto a Pompei
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