di Tommaso Esposito
Non è difficile recuperare la portulaca oleracea detta porchiacca o porchiacchella per licenziosa allusione onomatopeica al “vaso naturale muliebre “ scrive il D’Ambra .
Ma precisa: “E’ erba che ha foglioline polpute e non sì tosto spunta, che attecchisce a piccoli cespi; ed è tenerina, e gradita non pur nelle insalate miste, che fritta nell’olio”
Può nascere anche in un vaso o nell’aiuola del giardino.
E’ un erba un po’ invasiva, ma commestibile .
Non ha odore particolare, ma una volta tra i denti è croccante e sprigiona un bel profumo selvatico tra il sedano e il finocchio carusella.
Tra i solchi delle coltivazioni di pomodoro, quando è maturo e cioè tra agosto e settembre, cresce a meraviglia.
E del pomodoro assume qualche sentore.
Perciò da sempre è stata mmescata in questa insalata contadina.
Rinfrescante, da mangiare come merenda con una fresella bagnata o un pezzo di pane.
L’accompagna felicemente anche qualche cipolla austegna ramata.
Da provare, tanto la porchiacchella durerà fino a ottobre e se farà caldo fino a novembre.
All’insalata nelle proporzioni che gradite.
Bastano semplicemente pomodori San Marzano ben maturi e qualcuno un po’ verde, cipolla, olio evo e sale.
Della porchiacchella si scelgano intere le cimette più piccole e poi tutte le foglie verdi.
Ah, il pane per compagnia.