Pomì, scandali bufale e rifiuti tossici: basta con il mito del buon contadino

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

di Marco Contursi

Ora è il turno della Pomì, azienda del nord che in una recente pubblicità sottolinea la provenienza esclusivamente padana dei suoi prodotti. I giornali fanno titoli-scandalo su bufale e mozzarelle. Insorgono i meridionalisti, e i soliti buonisti gridando a complotti. Ma voi le mangereste nel dubbio verdure e mozzarelle provenienti da terreni che Dio solo sa cosa nascondono? Io no, anche se vengono a dirmi che se i rifiuti sono interrati sotto dieci metri, le verdure sono pulite o se mi portano dati più o meno ufficiali in assenza di una seria e duratura presa di posizione dello Stato sul fenomeno. E intanto alcune catene della GDO iniziano a mettere al bando i prodotti campani o a chiedere certificazioni supplementari che attestino la sicurezza di quello che acquistano.

Persino gli allevatori di maiale nero casertano sono danneggiati e stanno ricevendo telefonate allarmate di clienti che chiedono lumi sulla sicurezza delle carni solo perché si chiama casertano anche se gli allevamenti sono a Benevento e Avellino. Di chi è la colpa se siamo arrivati a ciò? Di camorra, politica e affaristi senza scrupoli sicuramente. Ma non solo.

Anche se molto impopolare io punto il dito sui contadini, i veri custodi dei campi. Sarà che sono rimasto scottato da due esperienze recenti ma la tesi che sono solo vittime e non compartecipi anche essi della rovina del settore agricolo e zootecnico non mi va giù. Recentemente un macellaio mi ha raccontato di essersi accordato con un contadino per farsi crescere due maiali nel modo più naturale possibile e casualmente che scopre? Che il contadino di sera faceva il giro dei ristoranti e dava tutti gli scarti, soprattutto carne, fazzolettini compresi, ai maiali fregandosene del benessere degli animali e degli accordi presi.

E che dire di quel pastore cilentano che si vantava di usare “O quaglio e farmacia” per i suoi cacioricotta. Per non parlare dei salumi di tre cooperative agricole, recentemente provati, zeppi di additivi, uno aveva uno strano gusto di fragola!!! Secondo voi quanti contadini hanno acconsentito che sversassero nelle loro zone ogni sorta di schifezza dietro lauti compensi?

Chiudere un occhio ed incassare è molto più semplice che spaccarsi la schiena nei campi. E non sempre lo si fa per paura. Ricordo ancora una intervista di dieci anni fa sul TG3 ad un contadino che aveva i campi allagati dal Sarno appena straripato. Quando la giornalista chiese se avrebbe venduto i suoi prodotti, rispose: ”Certo che si, tanto al gente mica sa dove ho il campo.”. Oggi che il settore agro-zootecnico è messo a dura prova da scandali veri e meno veri, la salvezza può venire solo da loro, da chi coltiva e non aspettare che soloni e politici con belle parole e grafici, convincano i consumatori a comprare. La migliore pubblicità ai prodotti della terra, la fa chi la coltiva. Iniziassero a seguire protocolli rigidi di allevamenti e coltivazione, bandendo sotterfugi e scorciatoie, ricominciassero ad amare il proprio lavoro, duro ma a contatto con la natura. Aprissero le porte delle loro aziende agricole a chi viene. Ma soprattutto, Rispettassero la natura che ripaga sempre dei sacrifici fatti.

Tanti gli esempi virtuosi di persone giovani e non che dalla terra hanno tratto lavoro e soddisfazioni: Manuel Lombardi, Dino Palmieri, Dino Martino ecc. Persone che mettono al primo posto il prodotto e l’acquirente e non il tornaconto personale. Persone che si svegliano alle 4 per seminare o dar da mangiare agli animali, Persone che non girano in mercedes o suv bmw, Persone che sono custodi di saperi e sapori antichi che parlano di campagna e greggi, Persone…….CONTADINI!!!!


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