Giovanni Ascione va in bianco. Era inevitabile, prima o poi, che accadesse. Per il momento con sole 400 bottiglie di Polveri della Scarrupata, l’ennesimo nome bello ma non memorizzabile di una bottiglia destinata ad essere chiamata da tutti Nanni Copé bianco.
Scherzi a parte, proprio come è accaduto per Silvia Imparato, era prevedibile che uno dei migliori produttori di rosso della Campania prima o poi lasciasse il via libera anche alla propria passione per i bianchi.
La scelta è quella di mettere insieme l’asprinio, coltivato su una collina ben ventilata e non nel caldo aversano, con una piccola percentuale di fiano. Per la cronata ci sarebbe anche qualche pianta di pallagrello bianco.
Il vino è fermentato direttamente in legno, barrique di secondo passaggio ed è pronto per essere messo in commercio prima dell’estate, farà il suo debutto al Vinitaly.
Cosa volete, 400 bottiglie è un vino che non esiste, per le guide sarà una curiosità.
Si presenta con grande equilibrio, preciso, pulito, ricco. Veramente un bianco maschio fratello di un rosso femmina, giusto per usare la metafora di Giovanni.
La mia opinione è semplice semplice: compratene una cassa (17,5 euro franco cantina a bottiglia), e riprovatela tra cinque anni. Si tratta di un vino infatto che ha tutti gli attributi necessari per evolvere nel tempo.
Berlo adesso è un infanticidio, che dico, un aborto.
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