Osteria Rispoli
Via Riulo 3
Tel.39.089.830080
Ferie : chiuso solo il 25 dicembre
Carte di credito – bancomat : no
Aperto a pranzo e cena – fortemente consigliata la prenotazione
Chiuso il giovedì, mai d'estate
Pogerola, piccolo borgo a circa 300 mt s.l.m., è insieme a Tovere, Lone, Polvica e Vettica, una delle cinque frazioni della gloriosa Amalfi. Si tratta di vere oasi di pace, che a denti stretti si difendono dall'avvicinarsi del nemico cemento, grazie anche alla determinazione UNESCO che dichiara tutta la costiera amalfitana, patrimonio dell'umanità,pertanto intoccabile; ahimè la guerra è ormai persa contro gli enormi ripetitori di segnale video e audio.
Pogèrola ha una storia antica, il nome deriva da latino Castrum Pigellule, XI Sec.
Pigellula era infatti, un vero e proprio castello con torri e porte d'ingresso; al suo interno si raccoglievano numerose abitazioni, piccoli poderi, chiese e monasteri che dal Monte Falconcello, per via di una massiccia cinta muraria, separata da torri e contrafforti, andava a congiungersi al Castrum Scalelle sul Monte Aureo (sul versante opposto al confine con Atrani , così da racchiudere in una unica cinta fortificata la città di Amalfi. Al centro della piazza si erge la cinquecentesca Chiesa della Madonna delle Grazie, all'interno della quale si conserva un prezioso polittico del XVII sec. raffigurante La Madonna delle Grazie tra i SS. Andrea e Gaetano. Non a caso i suddetti nomi sono molto diffusi lungo tutta la costa.
Oggi, dire Pogerola, equivale a dire Sorelle Rispoli. Fermiamo il tempo per qualche attimo, torniamo indietro di quasi sessant'anni.
L'osteria fu aperta da Luigi e Maria, genitori di Enza e Marina nel 1947; soldi per altre attività non ce ne erano, si viveva quasi un'economia dello scambio. Come di norma, in tempo di guerra, i Rispoli avviarono una semplice mescita e rivendita di prodotti a peso: legumi, farina, salsa di pomodoro, sale e così via. La vera attività di osteria parte agli inizi degli anni'60, quando fu finalmente realizzato un sentiero acciottolato dandogli il nome di strada; prima era possibile raggiungere i Rispoli solo a piedi. Fino a tre anni fa c'èra anche la salumeria dei Rispoli, poi chiusa. La spesa per l'osteria papà Luigi andava a farla a piedi. Nel pieno dopo guerra, la clientela era esclusivamente locale e per lo più maschile; si giocava a carte, si beveva vino e in tavola arrivavano i piatti caldi di Mamma Maria: la zuppa di soffritto, la caponata, il baccalà fritto, o, in cassuola. Enza e Marina non si sono sposate, la famiglia è grande, ma, sembra che solo qualcuno dei pronipoti nutra un certo interesse nel continuare la tradizione dell'osteria. Le due sorelle sono praticamente nate tra i fornelli. Marina ha sempre seguito l'attività di famiglia, mentre, Enza per vari anni è stata via, per poi rientrare a casa circa trent'anni fa. La casa di famiglia è in piazza, tutto è rimasto come allora, assente la malavita, si ascoltano i “rumori” del silenzio, del vento e del mare. Le due sorelle si rivolgono a fornitori di fiducia, gli stessi da oltre 40 anni: il pane arriva da un forno a legna di Furore, “il paese che non c'è”; gli ortaggi e la frutta Enza li sceglie di persona dalle cassette dei contadini amici della zona: la vera ristorazione a km zero.
Le carni, agnello, muscolo, salsicce, pollo, coniglio, si acquistano dal macellaio di fiducia e dai contadini di Pogerola; il pesce freschissimo, arriva da Amalfi. Quanto al vino, si può scegliere tra quello della casa di qualità più che discreta, o, scegliere tra una piccola carta di etichette regionali. Il menù varia ogni giorno a seconda del mercato e di come Enza “se sceta ca' capa” (a seconda dell'estro del giorno). Il locale interno si divide in due salette separate da un arco, una cinquantina di posti a sedere; già da primavera si può godere della magnifica veranda estiva con altrettante sedute affacciate sul panorama mozzafiato di Ravello e, in lontananza il mare.
Anche l'arredamento nasconde il desiderio di fermare il tempo: credenze d'epoca, sapori genuini, modi semplici , garbati, conditi da allegra ironia.
Qui la sostanza vale più della forma. Il calore umano, la sensazione di stare in famiglia, a pranzo tra parenti, sostituiscono alla grande le invisibili disattenzioni formali. D'altra parte chi viene dalle Sorelle Rispoli, – maglioni bucherellati, capelli a zazzera e vari anelli d'oro alle dita, sa già che assisterà al quotidiano e autentico “teatro” che si svolge tra sala e cucina, gli affettuosi rimbrotti tra Enza e Marina sono ragione di grande ilarità da parte degli ospiti. In realtà le sorelle sono un tutt'uno, nessuna potrebbe sopravvivere senza l'altra. L'ambiente semplice, il tovagliato classico, i tipici bicchieri da osteria, fanno da cornice alla simpatia contagiosa delle due sorelle, al primo impatto, un po' “burbere”, ma, subito dopo, più dolci di uno sciù. In questo posto s'incontrano persone che vantano frequentazioni di lungo periodo, anche politici famosi e famosetti, infatti dalle Rispoli in estate si possono incontrare bei nomi della politica, tanto loro, Enza e Marina, sono sfacciatamente di sinistra, quella di Lama e Berlinguer e lo rivelano senza esitazioni. Veniamo al cibo:in realtà quel che conta è una vera, sana, colta e importante cucina di Donne depositarie della saggezza popolare nate e cresciute qui a Pogerola. Il menù è giornaliero, a seconda della spesa quotidiana e delle stagioni. La pasta è per lo più di casa, esclusi spaghetti, ziti e paccheri. I piatti più richiesti:
Tra i primi troverete anche un benefico e caldo minestrone con gli ortaggi di casa, pasta e ceci, pasta e fagioli, pasta e patate con provola. Per ingannare l'attesa potreste assaggiare prosciutto di montagna ed un formidabile fiordilatte di Agerola. Considerando la forte affluenza ed il fatto che le sorelle lavorino senza aiuti in tempi veloci, potremmo gridare al miracolo o, peggio, all'imbroglio:nessun prodigio, né sotterfugio, soltanto grande capacità organizzativa, competenza, tempi scanditi nella memoria, professionalità e grande amore per questo lavoro, che ahimè, sta sparendo. I giovani di questi anni, con le dovute eccezioni, pensano si tratti di un lavoro squalificante e poco dignitoso: non hanno compreso che è proprio questo lavoro quello che può evitare lo sfascio totale in Italia. Enza ha 63 anni, il locale fu aperto un mese prima della sua nascita, si sente giovane come una ragazzina davanti ai fornelli e nulla le pesa; Marina ha 59 anni e vola leggera e divertita tra cucina e sala, senza mai perdersi d'animo: un sorriso per tutti e la capacità d'invogliare a mangiare gli gnocchi o, la pasta al sugo, ai bambini inappetenti, o capricciosi.
Se ancora ce la fate, data l'immensità delle porzioni che Enza prepara in cucina, sostenendo che i propri clienti meritano il meglio e devono uscire felici dalla trattoria,
potreste provare la divina parmigiana di melanzane di Enza e Marina, le zucchine alla scapece, peperoni arrostiti, friarielli e broccoli di rapa. In periodo pasquale il “casatiello” salato la fa da padrone, tipica torta rustica napoletana rappresenta la Pasqua di cui ne conserva i simboli: il salame, il pecorino, e sopratutto le uova fissate con delle croci di pasta. Ideale per le gite nel giorno di Pasquetta: infatti l'abbondanza di formaggio e salame tra gli ingredienti e la presenza delle uova (che diventano sode durante la cottura) lo rendono un ottimo piatto unico da asporto. La tradizione vuole che il casatiello sia pesante e anche un po'difficile da digerire, infatti a Napoli ad una persona dal carattere poco sopportabile si dice …sì pproprio'nù casatiello!. Il nome casatiello deriva da caso, che in dialetto napoletano vuol dire formaggio, allude alla cospicua presenza al suo interno di formaggio pecorino.
I dolci sono per lo più fatti in casa: crostate, struffoli, roccocò, pastiera, accompagnati dal limoncello domestico realizzato a regola d'arte; per allargare la gamma dell'offerta dei dessert, le due sorelle si affidano alle mani magiche del grande Sal De Riso. La frutta è di stagione, ricca degli agrumi della costiera amalfitana.
In cucina, come nella vita, le sorelle Rispoli, hanno ben compreso quali fossero gli ingredienti primari per il successo: la “Santa Pacienza” e l'umiltà. Enza e Marina hanno dedicato la vita alla trattoria, quasi fosse un voto: non staccano mai, infervorate dalla passione di comunicare Pogerola, la loro terra d'origine agli ospiti, anzi, agli amici. Comunicano cucinando, ma, anche con l'accoglienza riservata agli ospiti, uno per uno, con una carezza ai bimbi che non vedono l'ora di tornare a casa a giocare. Così è anche per Enza e Marina: in fondo si divertono, ammaliate dall' infinita biodiversità dei prodotti della costiera. Quanto spenderete? Circa venti , venticinque euro per un pasto completo, dall'antipasto al dessert, vi sfido ad arrivarci :-)
Come arrivare da NAPOLI: percorrete autostrada A3, uscita Castellammare, procedete in direzione di Agerola e da lì prendete per Amalfi; poco prima di giungere ad Amalfi e attraversando Furore, troverete alla vs sx le indicazioni per Pogerola che è a circa 1,5 km dall'indicazione .DA SALERNO: prendere per costiera amalfitana a Vietri sul Mare, proseguire verso Amalfi, una volta lì, ad appena 1 km sulla dx, troverete la deviazione per Furore – Agerola, dopo circa un paio di km troverete alla vs destra, l'indicazione per Pogerola.
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